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06/12/2019 04:00:00

Aerei, EasyJet assume l’ex super-manager di Ryanair. E scoppia la guerra legale

 Il più grande caso giudiziario dei cieli europei è iniziato all’Alta Corte di Dublino. Ed è, allo stesso tempo, anche una vicenda che agita lo spettro dello spionaggio industriale tra due realtà che negli ultimi anni hanno stravolto gli equilibri del trasporto aereo continentale. Nel caso «2019/6239 P» Ryanair ha dichiarato guerra al suo ex capo delle operazioni, Peter Bellew, «colpevole» di aver firmato un contratto d’assunzione con easyJet, diretta rivale. L’obiettivo di Ryanair è quello di vietare a Bellew di iniziare a Londra nel gennaio 2020.

All’Alta Corte - Martedì 3 dicembre davanti al giudice Senan Allen l’amministratore delegato del gruppo irlandese Michael O’Leary ha accusato Bellew non soltanto di prestazioni mediocri negli ultimi tempi prima di annunciare l’addio, ma di essersene anche andato con informazioni a dir poco sensibili. Bellew — da molti considerato l’erede di O’Leary e apprezzato nel settore — aveva lavorato in Ryanair dal 2006 al 2015, poi era diventato ad di Malaysia Airlines in un momento in cui la compagnia asiatica aveva perso nel nulla un Boeing 777 (sparito nell’Oceano Indiano e non ancora ritrovato) e aveva visto esplodere in volo un altro velivolo al confine tra Ucraina e Russia quando i paramilitari filo-russi hanno sparato un razzo.

Il ritorno in Irlanda - Nel dicembre 2017 — dopo oltre un mese di trattative individuali, stando a quanto raccontano al Corriere due fonti della low cost — Bellew aveva accettato di tornare in Irlanda per aiutare O’Leary a risolvere i problemi di Ryanair intanto travolta dal caos piloti e dai voli cancellati. Una prestazione che, secondo O’Leary, non sarebbe stata soddisfacente. «Bellew aveva il compito di concentrarsi sulla puntualità, sulle operazioni di terra, sul reclutamento dei piloti», ha raccontato martedì l’ad al giudice. «Ma diversi dirigenti si sono lamentati del fatto che Bellew non prendeva decisioni e non faceva le cose che avrebbe dovuto».


Botta e risposta - Una versione che un consigliere dell’ex capo delle operazioni smentisce e anzi sostiene che Bellew sia stato costretto a lasciare l’azienda proprio da O’Leary. Il 5 novembre 2018 O’Leary ha rivelato l’invio di una lettera di richiamo nei confronti dell’allora capo delle operazioni dicendogli che le sue performance erano «inaccettabili» e che diverse cose andavano risolte. Il consigliere di Bellew ha ribattuto che il suo assistito ha replicato con una e-mail all’assistente personale dell’ad (che non usa la posta elettronica). Mail che, però, O’Leary dice di non aver mai letto altrimenti gli avrebbe risposto a tono.

«Informazioni sensibili» - Alla fine di luglio 2019 easyJet annuncia di aver assunto Bellew per ricoprire il ruolo di capo delle operazioni del vettore britannico. Il 6 agosto — stando ai documenti ufficiali consultati dal Corriere — Ryanair deposita la denuncia all’Alta Corte irlandese per fermare l’esecuzione di quel contratto perché una clausola imporrebbe a Bellew di non andare a lavorare per la concorrenza per almeno 12 mesi dopo aver lasciato la low cost irlandese. Il problema, secondo il vettore di Dublino, è che Bellew faceva parte della prima linea della catena di comando. E quindi «aveva accesso a una serie di informazioni commerciali sensibili». Quali? I rapporti con gli aeroporti, le prossime rotte, le future basi. Non solo. Secondo O’Leary l’ex capo delle operazioni conosce anche i costi di manutenzione, i contratti tecnici, le spese operative in 220 aeroporti. Insomma: sa praticamente tutto. E sta andando nella compagnia rivale che compete direttamente con Ryanair nel 35-40% delle rotte.

Il silenzio dei protagonisti - Bellew e Ryanair hanno spiegato di non poter fare commenti sul caso. Anche easyJet preferisce non esprimersi sulla vicenda. In una recente intervista al Corriere Johan Lundgren, amministratore delegato della società britannica, ha rivelato che è stato Bellew a inviare la sua candidatura per una posizione aperta in easyJet. «È stato scelto lui — ha risposto l’ad — perché il migliore e perché interessato a quel ruolo». Quanto alla data di «insediamento», però, Lundgren ha tergiversato: «Non è stato ancora deciso, ma sarà a breve, comunque nel 2020». Così come non ha nemmeno voluto dire se il contratto fosse stato siglato oppure sospeso in attesa dell’esito della causa. Il caso giudiziario continua.



Native | 2024-07-16 09:00:00
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