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08/11/2019 07:37:00

Otto richieste di abbreviato per fatti di droga: spaccio di cocaina a Marsala e Favignana

Nel tentativo di avere uno sconto di pena in caso condanna, hanno chiesto il processo con rito abbreviato otto delle 13 persone per le quali la Procura di Marsala ha chiesto il rinvio a giudizio per fatti di droga.

Si tratta del procedimento scaturito da un’indagine avviata dalla polizia ai primi del 2017 e che lo scorso 10 aprile è sfociata in quattro arresti (due in carcere e due ai domiciliari) e dieci denunce a piede libero.

Per gli investigatori si tratterebbe di una delle più agguerrite organizzazioni criminali locali dedite allo spaccio di cocaina a Marsala e Favignana. In aprile, sono stati rinchiusi in carcere i fratelli Alessio e Vincenzo Sparla, rispettivamente di 33 e 36 anni, mentre agli arresti domiciliari Nicolò Titone, di 49 anni, e Ignazio Mannone, di 29, nato a Marsala, residente a Favignana. Titone e Mannone sono, poi, tornati in libertà, ma con obbligo di dimora. Di recente, inoltre, i fratelli Sparla, prima Vincenzo e poi Alessio, su istanza dell’avvocato difensore Luigi Pipitone, hanno lasciato il carcere di Trapani per gli arresti domiciliari. Dall’indagine è emerso che gli Sparla avevano preso in affitto un’abitazione in piazza Carmine, nel centro storico di Marsala, per adibirla a “centrale di spaccio”. Si è, poi, scoperto che erano “tra i principali approvvigionatori di cocaina sulla piazza di Marsala”. Inoltre, attraverso una rete di fiancheggiatori e di pusher, gli Sparla avrebbero rifornito di droga anche l’isola di Favignana, contando sulla collaborazione di Ignazio Mannone, che in aliscafo avrebbe trasportato eroina sull’isola. Tra gli altri fornitori del Mannone vi sarebbe stato anche il pluripregiudicato Nicolò Titone, che ha precedenti specifici, ma anche per reati contro il patrimonio e in materia di armi. Nicolò Titone è fratello minore di Antonino Titone, detto “Bacareddra”, superkiller di Cosa Nostra marsalese ucciso il 14 marzo 1992 nella zona di “Porticella” da un gruppo di fuoco della “Stidda”. Nell’abitazione di Vincenzo Sparla, in contrada Colombaio Lasagna, la polizia ha trovato una pistola Beretta calibro 7.65 completa di munizioni. L’arma, detenuta illegalmente, era nascosta in camera da letto. Gli altri nove imputati sono Giacomo Orto, 33 anni, Enzo Massimiliano De Vita, di 39, Salvatore Ruben Rizzo, di 25, originario di Pantelleria, Fabrizio Stabile, di 27, Vincenzo Cudia, di 28, Damiano Francesco Romeo, di 32, Gaetano Zizzo, di 44, Jessica De Vita, di 24, e Daniele Crimi, di 38. Quest’ultimo imputato per favoreggiamento. A chiedere l’abbreviato sono stati i fratelli Sparla, Orto, Mannone, Rizzo, De Vita, Stabile e Cudia. Per loro il processo inizierà il 19 dicembre davanti al giudice delle udienze preliminari Francesco Parrinello. Lo stesso giorno, il gup deciderà l’eventuale rinvio a giudizio degli altri cinque.



Native | 2024-07-16 09:00:00
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