Hashish, cocaina. Droga per migliaia di euro, venduta alla a personaggi “altolocati”. Riforniva la Trapani bene di polvere bianca e altra droga la banda di spacciatori di alto profilo su cui si sono concluse le indagini coordinate dalla Dda di Palermo e condotte dalla Polizia di Trapani e per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio.
Indagini che hanno scoperchiato un giro di droga tra i salotti buoni della città, con clienti come noti professionisti. Quattordici le persone per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio.
Centrali in questa vicenda le figura di Massimiliano Voi e Mariano Galia, ritenuti gli organizzatori dell’associazione dedita all’acquisto e poi allo spaccio della droga. Droga reperita nel territorio trapanese, palermitano, calabrese e campano e poi smerciata sul mercato trapanese. I due avrebbero organizzato tutto, dal trasporto al reperimento sia dei fornitori che dei clienti.
Altri indagati sono Luigi Parolisi, ritenuto “una stabile fonte di approvvigionamento” di cocaina e hashish. Antonio Voi, che avrebbe mantenuto i contatti con i singoli acquirenti, figlio di Massimiliano Voi. Poi tutta una serie di persone che si sarebbero messe a disposizione dell’associazione. Come Giuseppe Rinaudo e Annibale Baiata, che avrebbero messo a disposizione le proprie auto per consentire ai sodali di raggiungere i consumatori oppure in occasione delle trasferte per l’approvvigionamento degli stupefacenti, partecipando anche loro a questi viaggi.
Poi tutta una serie di persone che avrebbero contribuito allo svolgimento delle attività di spaccio in diverso modo, nella Trapani sballona.Hashish e cocaina, dicevamo, venduta a personaggi di spicco. Professionisti rispettabilissimi, ma beccati dalle indagini come acquirenti conclamati, clienti di fiducia della banda.
Tra questi era il notaio Francesco Di Natale il maggiore acquirente della banda che riforniva di droga la Trapani bene. Per ben sette volte il professionista avrebbe acquistato sostanze stupefacenti dal sodalizio capeggiato da Massimiliano Voi e Mariano Galia. L’acquisto più consistente in data 23 agosto 2014, quando Massimiliano Voi – secondo la tesi accusatoria – avrebbe ceduto a Francesco Di Natale cocaina e hashish per un valore di 2000 euro. La prima cessione di droga al notaio, invece, è datata 11 luglio 2014. L’ultima sarebbe avvenuta il 06 giugno 2015.
Nella fattispecie Francesco Di Natale figura come acquirente. Nel gennaio del 2016 la sua compagna, Giada Rosa Musillami, marsalese, venne arrestata – finì ai “domiciliari”, con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico – per aver ceduto una dose di hashish a un minore di 14 anni. In quella circostanza, il notaio subì una perquisizione che permise agli investigatori di scoprire una apparecchiatura per individuare microspie.
Gli “spacciatori di fiducia” di Francesco Di Natale, erano – secondo quanto emerso dalle indagini - Massimiliano Voi e Antonio Voi. Era a loro che il professionista si rivolgeva per approvvigionarsi di cocaina e di hashish.
Massimiliano Voi oltre a spacciare, ricopriva altri incarichi in senso alla banda. A mettere su il sodalizio sarebbe stato proprio lui assieme a Mariano Galia. E i due capi andavano ad acquistare la droga dai fornitori, organizzavano le trasferte a Palermo ma anche il Campania e in Calabria dove si approvvigionavano di stupefacenti, indicando di volta in volta i mezzi da utilizzare per i viaggi e gli autisti.
E a svolgere il ruolo di autista erano anche le due donne della banda: Giuseppa Costa e Maria Papa. Dalle indagini, infatti, sarebbe emerso che erano loro alla guida dei mezzi durante una trasferta in Calabria. Cocaina e hashish venivano poi smerciati nei locali della Movida trapanese, indicati da Massimiliano Voi e Mariano Galia.
Fissata per il 22 gennaio, l’udienza preliminare per i componenti della banda di spacciatori che riforniva di droga la Trapani bene. In quell’occasione il giudice dovrà pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura nei confronti dei quattordici indagati.
Il sodalizio venne smantellato, nel novembre del 2014, dagli agenti della Squadra mobile, coordinati dalla Dda di Palermo.