Quantcast
×
 
 
06/10/2019 07:00:00

Riforma dei rifiuti in Sicilia. Tanti i dubbi, Forza Italia e i sindacati chiedono lo stop

Debiti, costo del personale dei nuovi enti. Sono tanti economici e sul nuovo sistema di gestione di rifiuti.  E sono in tanti a porseli all'Ars. Il centrodestra, Forza Italia in primis, e i sindacati chiedere lo stop alla legge.

La riforma scritta dall'assessore Alberto Pierobon e dal presidente Musumeci punta alla creazione di un sistema di gestione su 9 nuovi Ato il cui potere si estenderà in coincidenza col perimetro delle province. Saranno enti interamente pubblici, che raggruppano i Comuni del territorio e che pianificano il sistema di gestione bandendo le gare d'appalto e scegliendo quali impianti realizzare e dove.

E tuttavia la legge che punta a chiudere le vecchie gestioni nulla dice sui debiti maturati finora dai vecchi Ato (di epoca cuffariana) e dalle Srr (gli enti creati dal governo Lombardo e mai pienamente entrati in funzione). Si tratta di almeno 2 miliardi. E per questo motivo il presidente della commissione Bilancio dell'Ars, il forzista Riccardo Savona, si mette sulla difensiva: «Nulla da dire sulla prima parte della riforma. Ma qualcuno dovrebbe indicare chi pagherà i debiti accumulati finora dagli Ato. Non credo che la Regione abbia la capacità finanziaria di coprirli. Andranno quindi ai Comuni soci?». Il dubbio di Savona circola da tempo all'Ars e presuppone un ragionamento abbastanza ovvio: se i debiti degli Ato ricadranno sui Comuni soci, inevitabilmente per coprirli i sindaci dovranno aumentare la Tari. Da qui i dubbi anche dei grillini e del Pd.

Il problema della copertura dei costi si pone anche per il personale dei vecchi Ato e delle Srr. Anche ieri l'assessorato guidato da Pierobon ha fatto filtrare nuove rassicurazioni sul fatto che tutti i quasi 11 mila attuali lavoratori del settore (oltre seimila operai e più di 4 mila amministrativi) transiteranno nei nuovi enti. «Nessuno perderà il posto» fa sapere l'assessore.

E tuttavia da giovedì si è alzato il livello di allarme per circa 600 dipendenti che gravitavano nell'orbita dei vecchi Ato, precisamente nelle partecipate collegate, che non sono mai transitati nelle Srr.