Un collegamento diretto, senza l'aiuto della mafia. Con l'Argentina, o con il Marocco. Per un traffico internazionale di droga milionario.
Associazione a delinquere finalizzata al traffico, anche internazionale, di stupefacenti: è l'accusa nei confronti dei 23 indagati destinatari della misura cautelare eseguita dagli agenti della Squadra Mobile di Palermo, su delega della Dda.
In carcere Salvatore Drago Ferrante, 55 anni; Alessandro Longo, 36 anni; Alessandro Anello, 39 anni; Angelo Cacocciola, 41 anni; Tommaso Lo Verso, 41 anni; Giuseppe Faia, 33 anni; Francesco Antonino Fumuso, 52 anni; Giuseppe De Luca, 42 anni; Agostino Giuffrè, 55 anni; Giuseppe Bronte, 25 anni; Mohammed Essarrar, 63 anni; Tiziana Urso, 44 anni;
Arresti domiciliari per Leonardo Alfano, 28 anni; Giuseppe Chiavello, 43 anni; Gaetano D'Amore, 38 anni; Gianfranco Di Benedetto, 29 anni; Vincenzo Di Maio, 33 anni; Pietro Lo Duca, 31 anni; Sebastiano Lorefice, 42 anni; Roberto Pasca, 41 anni; Calogero Rio, 57 anni; Johnny Salerno, 24 anni; Pasqualino Urso, 47 anni.
Dall’Argentina la droga arrivava in Sicilia dentro piccoli pacchi, nascosta nel sottofondo delle valigie. I corrieri viaggiavano in aereo fino a Parigi, poi proseguivano in treno o in auto verso Palermo. Un meccanismo ben collaudato. Altri "manager" della droga importavano invece hashish dal Marocco, quasi 1000 chili di droga sono passati da alcuni depositi del Nord Italia prima di arrivare in Sicilia, 700 sono stati sequestrati.
L'ALLENATORE. C’era anche un allenatore di calcio tra i corrieri reclutati dall’organizzazione dedita al traffico di cocaina dall’Argentina capeggiata da Salvatore Drago Ferrante e sgominata all’alba dalla polizia nell’ambito del blitz Green finger che ha portato all’arresto di 23 persone. A reclutare i corrieri che avrebbero dovuto fare la spola dal Sudamerica a Palermo era Tommaso Lo Verso, 41 anni, finito in carcere. Fu lui a ingaggiare Calogero Rio di Termini Imerese, detto ‘mister’ perché “allenava una squadra di ragazzini”, dice un collaboratore di giustizia che con le sue dichiarazioni ha fornito agli investigatori importanti riscontri.
Il viaggio da Palermo a Buenos Aires avrebbe dovuto fruttare al gruppo un’ingente partita di droga. C’erano da investire 29 mila euro, che il mister con un passato da giocatore in squadre di Promozione, Eccellenza e Serie D, aveva portato con sé avvolte in un paio di mutande. L’affare, però, non andò a buon fine nonostante il pagamento della somma pattuita e il mister tornò in Italia a mani vuote. Finanziatore e regista dell’operazione, annota il Gip nell’ordinanza, è ancora una volta Salvatore Drago Ferrante. Un curriculum criminale di tutto rispetto, vicino alla famiglia mafiosa di Brancaccio quando era guidata da Giuseppe Guttadauro. Dopo un breve periodo di latitanza Drago Ferrante venne arrestato nell’ottobre del 2005. Nel marzo del 2015 il Tribunale di sorveglianza gli concesse gli arresti domiciliari a Bagheria, da dove aveva ripreso le redini dell’organizzazione.