Vito Nicastri, il re dell'eolico, di Alcamo, il socio in affari di Matteo Messina Denaro, è stato condannato dal gup di Palermo Filippo Lo Presti a 9 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa.
Nicastri ha un passato criminale d'eccellenza, ma mai è stato condannato per mafia, questa è la prima volta. Eppure era da parecchi anni che si sospettava di un suo collegamento con esponenti della criminalità organizzata trapanese, quella vicina al super latitante Matteo Messina Denaro.
Nicastri è anche al centro dell'inchiesta della Dia di Trapani, accusato di intestazione fittizie e corruzione, che coinvolge l'ex consulente della Lega di Matteo Salvini, Paolo Arata.
Nicastri negli anni scorsi è stato destinatario della più grande confisca mai effettuata in Italia: un miliardo 300 milioni di euro di beni.
Negli anni, infatti, Vito Nicastri è diventato punto di riferimento per la realizzazione di parchi eolici, un business che gli ha permesso di accumulare ingenti risorse e beni.
Insieme a Vito è stato condannato anche il fratello Roberto Nicastri, anche lui a 9 anni.
Vito Nicastri dopo l'arresto per la vicenda Arata ha deciso di collaborare con i magistrati. E' stato un altro collaboratore di giustizia, Lorenzo Cimarosa, deceduto un paio d'anni fa, cugino di Messina Denaro, ad aver fornito le informazioni fondamentali per portare Nicastri alla sbarra.