I suoi alunni avevano paragonato il decreto sicurezza alle leggi razziali, e lei era stata sospesa, in spregio alla libertà di insegnamento. Della vicenda della professoressa Dell'Aria, a Palermo, aveva parlato l'Italia intera. Fiutando il pericolo di un calo di popolarità, Salvini, Ministro dell'Interno, aveva incontrato la prof e promesso di cancellare l'odioso provvedimento. Non è accaduto nulla.
«I tecnici stanno lavorando, un ricorso sarebbe inutile» aveva detto Salvini il 23 maggio, dopo avere incontrato Rosa Maria Dell’Aria, la prof sospesa a Palermo con l’accusa di non aver vigilato su un lavoro in Power point dei suoi allievi dell’Iti Vittorio Emanuele III, in cui i ragazzi avevano accostato le leggi razziali al decreto sicurezza. «Soluzione tecnica già trovata» aveva ammiccato l’allora ministro dell’Istruzione Bussetti.
Tutto lasciava sperare in un esito positivo. Invece no - a meno che una decisione dell’Ufficio scolastico regionale non ponga fine a una vicenda dal sapore pirandelliano - per avere risposte la professoressa dovrà aspettare l’esito del ricorso depositato l’11 giugno alla Sezione lavoro del tribunale di Palermo, dove la prima udienza è in calendario il 4 marzo 2020.
«Sono un po’ delusa - commenta Rosa Maria Dell’Aria a La Stampa - mi sarei aspettata che dopo il chiarimento con i ministri si rivedesse la decisione. Anche il ministro Salvini, pure dicendosi in disaccordo col contenuto del video, aveva sostenuto la libertà di espressione dei ragazzi. Perché non avrebbero dovuto farlo? Non ci sono state offese, né una comparazione tra leggi razziali e decreti sicurezza. Solo una riflessione sul tema dei diritti umani».