Quantcast
×
 
 
22/09/2019 06:00:00

Riccardo La Grassa, eccellenza della matematica per l'Italia, la Sicilia e Castelvetrano

I numeri sono la sua passione. Le formule matematiche il suo pane quotidiano. La ricerca la materia che lo ha fatto diventare una eccellenza. E Riccardo La Grassa, 30 anni, lo è. Eccellenza castelvetranese. Siciliana. Italiana.

Perché entrare a far parte di un Laboratorio di intelligenza artificiale non è per tutti e lui oggi, dopo aver conseguito la laurea in Informatica all’Università di Palermo con il massimo dei voti, a Varese, assieme ad altri colleghi, lavora su modelli matematici per la risoluzione di problemi complessi.

Già due pubblicazioni, prima dell’agognato “pezzo di carta”, avevano fatto di Riccardo La Grassa un predestinato. “La prima – racconta -, di poco conto l’ho presentata a Venezia in una conferenza organizzata dal Garr. L’altra, invece, di gran rilievo, fatta in collaborazione con l’Istituto di sistemi intelligenti è stata presentata all’International conference on Environment and electrical engineering. Nel frattempo, però, - prosegue - stavo anche collaborando con l’Università di Essex, occupandomi di studi di influenze nei social network e di fenomeni ad essi connessi come l’echo-chamberfilter bubbles”.

Da Castelvetrano a Varese, come sei arrivato lì?

“Dopo la laurea ho deciso di proseguire gli studi nel campo della ricerca, candidandomi all’Università di Trieste e Varese in informatica e matematica del calcolo”.

Con quali aspettative?

“Le speranze non erano molte, considerando l’enorme preparazione e il numero dei candidati provenienti da diverse Nazioni. Ma con sorpresa arrivai primo a Trieste e secondo a Varese. Alla fine scelsi Varese guidato dall’instancabile voglia di conoscenza”.

Di cosa ti occupi a Varese?

“Oggi sto lavorando su delle funzioni innovative ampiamente utilizzate nel campo del deep learning ed i risultati preliminari ottenuti sembrano promettenti”.

La ricerca comporta tanto lavoro e pochi soldi. Perché non hai scelto di andare a lavorare in una azienda?

“Per il semplice motivo che in azienda si pensa al profitto a discapito degli altri. La ricerca, invece, serve per migliorare la vita della collettività. E’ un fine nobile ed io voglio continuare su questa meravigliosa strada”.