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22/09/2019 08:49:00

Siamo “terroni”? E allora ritroviamo la nostra vera identità

Vicino a Milano una ragazza pugliese non può affittare un appartamento perché la padrona di casa si dichiara orgogliosamente “razzista e salviniana”, e la rifiuta in quanto “terrona”.

Vicino a Bologna, per un banale problema di parcheggio, una signora siciliana viene insultata e aggredita fisicamente da alcuni condomini del palazzo in cui abita. Le urlano: “Brutta terrona, noi qui non ti vogliamo”.

In un B&B di Palermo un turista milanese insulta e umilia con squallide frasi razziste una cameriera di colore. Giustamente, il proprietario del B&B lo invita a fare i bagagli e sparire.

Al raduno leghista di Pontida, una folla imbestialita inveisce contro Gad Lerner al grido di: “Ebreo, vattene via!”.

Un noto cronista sportivo di TeleLombardia si lascia andare in diretta a un commento raccapricciante sul campione dell'Inter Lukaku (“possono fermarlo solo dieci banane”). Grazie al cielo il telecronista viene subito licenziato.

Devo continuare l'elenco di queste porcherie? Meglio di no. Ma sia chiaro che questi sono solo alcuni degli episodi di razzismo avvenuti in Italia negli ultimi giorni.

 

Amici miei: che cosa dobbiamo dedurre dal moltiplicarsi di questi fatti inquietanti e vergognosi, da questa deriva barbarica che sta facendo sprofondare il nostro Paese in un gorgo di odio e di regressione socioculturale inaudito? Mi piacerebbe leggere i vostri commenti. Io intanto vi propongo alcune riflessioni.

 

Punto primo: chi si ostina a classificare questi fatti come episodi “isolati”, sbaglia di grosso. In realtà – e lo dicono gli studi seri in materia – essi sono soltanto i segnali più vistosi di una patologia socioculturale che da diversi anni si va diffondendo come un cancro aggressivo non solo nel nostro Paese, ma, con intensità e modalità diverse, in buona parte del mondo. L'Associazione Lunaria, che da tempo analizza questi fenomeni, ci informa che solo in Italia le denunce per violenza a sfondo razzista sono in costante aumento: sono cresciute del 100% tra il 2016 e il 2017, e quasi del 300% tra il 2017 e il 2018. Una crescita esponenziale.

 

Punto secondo: va da sé che esiste un legame strettissimo tra tutte le forme di odio e di pregiudizio razziale. Chi odia un nero, una donna, un omosessuale, un ebreo, un meridionale, eccetera, non odia altro che il “diverso”, visto come una minaccia alla propria identità. Per questo anche la xenofobia e l'odio derivante dal fanatismo religioso appartengono alla stessa galassia di sentimenti. Ragionando in questi termini, possiamo dire che l'odio di una certa parte dei settentrionali contro i meridionali non sia che un caso particolare di razzismo, o se preferite di odio etnico.

 

Punto terzo: è storicamente inconfutabile il fatto che il razzismo in tutte le sue forme ed espressioni sia sempre stato uno dei pilastri ideologici dei movimenti reazionari e di estrema destra nel mondo intero. Ed è altrettanto inconfutabile, e impressionante, come negli ultimi anni la crescita vertiginosa di tutte queste forme di odio paranoico sia andata di pari passo con l'altrettanto vertiginosa crescita delle destre e dei vari sovranismi in Italia e altrove.

 

Punto quarto. Lo slogan che ha fatto la fortuna della Lega di Salvini è “Prima gli italiani”. Ma se noi riflettiamo bene scopriamo che esso nasconde una terribile frode storica e un pericoloso inganno. Frode storica, perché l'Italia intera è da millenni un crogiolo di popoli, ed è proprio da questa sua caratteristica “multietnica” e multiculturale che derivano la sua bellezza, la sua incomparabile unicità e il suo genio creativo. E in questo senso il Sud dell'Italia, e la Sicilia in modo assai speciale (come ben seppe intuire il genio di Goethe) rappresentano la quintessenza dell'italianità. Non per nulla fu proprio in Sicilia che nacque la letteratura italiana! E questa italianità che cos'è, se non un grande spirito di apertura, di civiltà inclusiva? Civiltà nata e prosperata nell'incontro e nel connubio di tutte le culture mediterranee, orientali e semitiche con quelle nordiche e indoeuropee dei celti, dei greci e dei latini. Altro che lo spirito “esclusivo” degli slogan sovranisti! Altro che barriere, isolamento e chiusura!

 

In conclusione. Un siciliano che si lascia incantare dall'ideologia sovranista è in primo luogo un traditore, perché tradisce, appunto, il profondo spirito inclusivo della nostra storia culturale e civile. E in secondo luogo è un masochista, uno che decide di farsi del male, perché porta acqua al mulino di forze che hanno sempre visto il Sud non come una risorsa ma come una palla al piede. Ricordate quando Salvini intonava turpi canzoncine razziste contro i napoletani? Era il 13 giugno del 2009, al solito raduno annuale di Pontida. E lui cantava: “Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani”. Dieci anni fa, non un secolo fa! Ce lo siamo dimenticato questo? Oggi a Pontida si inveisce contro gli ebrei. Quindi nulla è cambiato. E chi ha orecchie per intendere, intenda.

 

Selinos