Cerami, commissario del Libero Consorzio Comunale di Trapani, dissente dal piano di marketing territoriale su cui sta lavorando il Distretto turistico della Sicilia occidentale.
Questi, in sostanza, sostiene che già esiste uno strumento programmatico simile, avviato dal LCC (ex Provincia) e messo a disposizione dei comuni.
Il presidente del Distretto turistico insiste per la sua ipotesi, affermando che si tratta di cose diverse. Sta di fatto che si corre il rischio di spendere una barca di euro, duplicando l'iniziativa quando, invece, si poteva anzi si deve utilizzare l'esistente ed affinarlo, migliorarlo. Senza fare le checche.
Certo è che pensare al turismo del territorio è cosa giusta, sprecare energia e moneta no. Una delle due ipotesi deve confluire nell'altra.
Stordisce un po' leggere che per il solo sito web si prevede una spesa di oltre 300 mila euro (600 milioni delle vecchie lire): il writer di questo pregevole website è Steve Jobs?
Serve un incontro chiarificatore che sintetizzi l'iniziativa del LCC e quella del distretto, per costruire uno strumento unico, efficace, non dispersivo. Per non farsi e fare male.
Il tema “turismo” continua a tener banco e serve confrontarsi, escludendo tuttologi e fancazzisti.
Continua, però, a mancare la proposta attraente. E tanto va addebitato agli operatori. Il mare (spesso non balneabile) non è sufficiente . Serve altro per allettare il potenziale turista. Altro che questa terra ha già,pero. Ho spulciato quasi tutti i depliant e i siti delle strutture ricettive. In nessuno di questi ho letto che a Trapani ci sono: diversi centri di equitazione (e si può andare a cavallo); diversi campi da tennis; piscine di cui una olimpionica; due scuole di vela; tanti percorsi enologici; tante valide palestre; tanti lidi balneari ben attrezzati, tante feste gastronomiche; a Trapani si può assistere, per esempio, alla produzione della ricotta (e mangiarla).
Trapani è, poi, l'ombelico di un interessante universo archeologico e storico. Di tanto nessun cenno nella proposta e degli albergatori nè dei tour operator. Mi fermo e affermo che se non sappiamo nemmeno comunicare l'esistente, di cosa continuiamo a parlare ?
Chi decide di andar in vacanza sceglie in funzione di tante variabili, che Trapani ha ma al turista non viene portato a conoscenza. Non è la montagna che va da Maometto ma è Maometto che va alla montagna.
Il Distretto, il Libero consorzio dei comuni, l'amministrazione di Trapani, l'Airgest, la Segesta ce la stanno mettendo tutta, ma gli operatori, i cittadini cosa fanno? Bravi a lagnarsi, a sporcare le città, a non combattere la microcriminalità ( “cumpari lassa iri, picchì ta mettiri 'n mezzu. Futtitinni!”).
Peppe Bologna