Ieri abbiamo ripreso ad analizzare lo stato dell’arte in relazione al dragaggio dei fanghi del porto canale di Mazara del Vallo. Analisi dalla quale emergono sospetti e dubbi di vario genere che approfondiamo anche oggi.
LE ‘BENNATE’ E I PRELIEVI IN SUPERFICIE – “E questi – ha continuato Calvo in relazione ai prelievi effettuati – sono i valori medi superficiali però con delle ‘bennate’ (cioè realizzate con l’utilizzo di una semplice benna n. d. a.) di 30 – 40 centimetri”. Ricordiamo nuovamente che la precedente, e ormai scaduta, caratterizzazione dei fanghi, era stata fatta dal Cnr nel 2014, su 325 campionamenti. “E, infatti – risponde Calvo – hanno speso qualche centinaio di migliaia di euro (l’IAMC-Cnr di Capo Granitola n. d. a.), in base all’importo con cui è stato affidato il lavoro … è stato concordato al momento dell’incarico”.
TUTTO A NORMA DI LEGGE: “INQUINAMENTO URBANO” – Voi avete già i risultati delle analisi chimico-fisiche dei fanghi oppure no? “È tutto a norma di legge – afferma Sebastiano Calvo – secondo il decreto, credo il 173 del 2016, quindi c’è tutta l’analisi con le prove consegnate all’interno della relazione: quello che si evince è, soprattutto, un inquinamento di tipo urbano, con coliformi, una elevata quantità di materia organica…”. Scusi ma in passato erano stati rilevati anche i ‘Pcb’ che sono cancerogeni … “Non so – risponde Calvo – questi, sono previsti, c’è un elenco infinito di prodotti ma sono tutti assenti: dovrei avere di nuovo in mano la relazione”.
“SEDIMENTI TUTTI IN CLASSE “A” – Secondo lei non c’è alcun tipo di preoccupazione per le risultanze passate dalle quali emergevano la presenza di fanghi di tipo “B1, C1, e C2” che – in base alla legge, in quanto inquinati – devono essere portati in discarica “Noi – continua Calvo –quelli che abbiamo rilevato oggi, quello che abbiamo trovato nei primi 30-40 centimetri, classifica in classe “A” tutti i sedimenti. Ciò anche a seguito dell’alluvione che c’è stata, e che ha causato delle variazioni anche nelle profondità, nel senso che vi sono delle aree che sono più profonde rispetto ai rilievi passati. L’alluvione ha provocato delle variazioni: in alcuni punti il fondale si è alzato, in altri si è abbassato,”.
Quanti metri cubi di fanghi potrebbe essere necessario movimentare dopo questo tipo di analisi? “Questo – risponde Calvo – è possibile saperlo nel momento in cui si confronta la cartografia attuale con quella passata, a questo punto in relazione alla profondità che si vuole raggiungere si calcoleranno i metri cubi”. I dati sono già pubblici e a chi sono stati consegnati? “A chi ci ha conferito l’incarico (il Commissario Maurizio Croce n.d.a.) – continua Calvo”.
L’INCARICO MISTERIOSO – E, sempre a proposito di incarico, emerge – tra le altre cose – che l’incarico urgente ‘non emerge’, appunto da alcun documento reperibile sul web. Abbiamo spulciato sul sito del ‘Commissario straordinario per il rischio idrogeologico per la Sicilia’ e abbiamo trovato solamente che lo ‘spin-off’ dell’Università di Palermo è registrata al n. 821 dell’elenco delle imprese qualificate che hanno presentato domanda per ottenere, appunto, dei lavori dal Commissario, stop e amen.
Domani continueremo ad aggiornarvi raccontandovi, tra le altre cose, anche l’esito della riunione che si terrà in mattinata a Palermo presso gli uffici del Commmissario, Maurizio Croce.
Alessandro Accardo Palumbo
www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo
Twitter: @AleAccardoP