Gentile Direttore,
con riferimento alla notizia comparsa anche sulla testata online da Lei diretta e riferita all'intervento di restauro della mia "dimora storica" (termine tecnico) da parte della Regione Siciliana, credo utile precisarLe quanto appresso:
- dal 1806 la mia famiglia possiede la casa dove sono nato e dove sono da sempre residente (tra le altre, condizione indispensabile di ammissione al bando di cui diremo);
- ne ho sempre curato con rilevanti oneri la manutenzione e la casa si trova oggi in ottimo stato di conservazione;
- ho sempre accarezzato l'idea di poterla periodicamente aprire alla pubblica fruizione, come esempio di dimora dove otto generazioni di una famiglia di imprenditori, che ha segnato la vita economica e sociale della nostra Trapani, hanno lasciato il segno del loro passaggio e che già, occasionalmente, è stata a disposizione per iniziative culturali;
- nell'ottobre 2018, avendo già dismesso ogni pubblico incarico, da normale cittadino (quale aspiro che mi si consideri!) ho partecipato ad un bando della Regione Siciliana riservato a "dimore storiche" e finalizzato a residue opere di adattamento delle stesse per renderne accessibile e meglio fruibile al pubblico la struttura;
- ho fatto per l'occasione redigere un progetto in collaborazione tra una studio trapanese ed uno studio milanese, che prevede principalmente la sistemazione dei locali al piano terra destinandoli a galleria espositiva a complemento dell'itinerario di visita del piano primo e con obbiettivo di ospitarvi eventi dedicati anche all'arte contemporanea. Ciò anche in relazione alla passione di mio figlio Giulio (le generazioni per fortuna continuano nel desiderio di lasciare il proprio segno) che già da anni organizza tramite la sua associazione no profit a Favignana "residenze" di giovani artisti d'avanguardia, iniziative che anche il Suo sito ha sempre seguito ed apprezzato;
- il progetto , che è stato regolarmente sottoposto alla approvazione della locale Sopraintendenza, ha riscontrato il compiacimento dell'Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana ed è entrato in graduatoria utile per il finanziamento;
- il contributo non può superare per un singolo immobile la soglia del 50% (cinquanta per cento) della spesa e per un importo massimo di €. 200.000 (duecento mila euro) , nel mio caso la spesa ammessa e di circa €. 360.000 quindi con un contributo previsto a rendiconto di €. 180.000 circa, rimanendo a carico del richiedente ogni altro costo;
- il progetto prevede la stipula di una convenzione con la Regione Siciliana che ne disciplini gli obblighi e le modalità di apertura al pubblico e la convenzione con un Istituto scolastico della città per lo svolgimento di attività didattica;
- purtroppo oggi non so se le mie attuali condizioni di carattere personale mi consentano di poter usufruire dell'intervento regionale, ma il mio obbiettivo di creare una opportunità culturale nel cuore di Trapani non muta, e, se necessario, farò di tutto per raggiungerlo con le mie sole,residue energie e volontà.
Oltre che come omaggio alla città (cui ho dedicato gli anni migliori della mia vita) lo devo per rendere parziale giustizia alla storia della mia famiglia, la cui rilevanza imprenditoriale e soprattutto sociale forse si è tentato di oscurare nell'inevitabile alternarsi delle vicende politiche del secolo trascorso e dell'attuale, ma che ogni onesto storico non ha potuto e non può fare a meno di riconoscere.
Grato per l'attenzione,
Antonio d'Alì