"Riaprite la biblioteca comunale di Favignana". E' l'appello che in tanti fanno, in questi giorni, dopo che il Comune non ha ancora riaperto la biblioteca - chiusa da tre anni - che in un'isola ha una funzone fondamentale. Una scelta davvero singolare, quella del Comune di Favignana, se si pensa che ogni estatel 'Amministrazione Comunale organizza decine di incontri con scrittori e giornalisti. Sembra così che la cultura serva solo come intrattenimento elegante per i turisti, e non per la fruizione dei residenti.
Ecco l'appello di Maria Guccione:
«Caro sindaco, caro assessore alla cultura, sport, spettacolo, vi rivolgiamo un appello affinché vi adoperiate a riaprire la biblioteca comunale. La biblioteca pubblica è il luogo dove una comunità conserva e fruisce il sapere con cui si è formata e col quale ha la possibilità di trasformarsi in comunità migliore partendo dalla sua propria e specifica identità. L’identità di Favignana e di tutto l’arcipelago è quella di una comunità che soffre, ma al contempo ne è nutrita, dell’isolamento proprio dei territori circondati dal mare; dell’isolamento logistico deve farne valore e non negazione di diritti, quale a nostro avviso è la chiusura della Biblioteca Comunale, ormai da tre anni. La Biblioteca aperta e fruibile va considerata una urgenza, una emergenza, al pari di tante altre che devono concorrere a raggiungere un livello accettabile di vivibilità nella contemporaneità comunitaria, non può negarsi agli abitanti e ai visitatori un luogo nobile: il punto di incontro di accesso e di ripartenza ideale fra la cultura autoctona e quella universale, non può esservi negato l’accesso ai giovani favignanesi e agli anziani perché rimangano e continuino ad essere essenza di una comunità che va inesorabilmente sfaldandosi nella sua identità e caratteristica, al contempo non può essere negato alle migliaia di persone che visitano l’isola e partecipano alle rassegne letterarie estive, che pur apprezzabilissime, rimangono vetrine per gli autori ospiti e attrattiva turistica per i visitatori, sovente non lasciando alcun seguito fra i locali. Mentre promuovendo anche in altre stagioni e in un luogo attrattivo e consono simili attività ed eventi culturali specifici, in un invidiabile luogo come Palazzo Florio si potrebbe ricavarne stimolo ad occasioni di risvegliato orgoglio di appartenenza, specie nelle generazioni più giovani e di incentivo a non abbandonare l’Isola. Certi che questo appello sarà sostenuto da tutti coloro che amano le isole, da tutti coloro che sono stati a vario titolo animatori di questo incanto, profondiamo grande fiducia nei nostri interlocutori di riguardo. Se il luogo deputato alla cultura muore, muore anche l’identità della comunità. La comunità senza una Biblioteca è una comunità in via di estinzione e si priva di una storia su cui fondare il proprio futuro. Dunque diffondiamo e sottoscriviamo universalmente questo appello, affinché i destinatari dello stesso, Voi pubblici amministratori chiamati a rendere migliore la Comunità che vi è stata consegnata ad amministrare, vi rendiate parte diligentemente operativa nel riconsegnare al più presto un diritto civico fondamentale, nel luogo e nelle modalità più consone, diritto che pur esisteva e che adesso deve essere restituito alla vostra e alla nostra comunità, ci auguriamo per merito vostro».