Quantcast
×
 
 
12/09/2019 06:00:00

Gianfranco Miccichè: “Serve un 'tagliando' al governo Musumeci. Ars? Difficile da gestire”

Gianfranco Miccichè, Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, nuova formazione al governo nazionale. Matteo Salvini ha dimostrato di non comprendere le dinamiche politiche del Paese. Cosa farà Forza Italia?

 

Forza Italia deve ricominciare a parlare di programmi, di soluzioni. Dobbiamo recuperare il tempo perso rincorrendo Salvini, il quale ormai non ha più nulla a che fare col centrodestra. Ha scelto di correre da solo ed è andato a sbattere. Noi, Forza Italia, siamo gli eredi della cultura liberale, garantista, cristiana ed europeista; siamo dunque agli antipodi del sovranismo e del populismo che hanno già dimostrato l’incapacità di saper governare un Paese come il nostro.

 

I moderati sono in attesa che un contenitore li accolga, una sigla che metta insieme la buona politica europeista senza sovranismi ed estremismi. Sarà possibile? Con chi?

 

 

Esiste già: è Forza Italia. Siamo sempre stati un partito strano – mi permetto di dire. Dentro Forza Italia sono convogliate tutte le tradizioni politiche alternative alle sinistre e sotto la guida di Berlusconi si sono trasformate in una forza capace di rappresentare milioni di italiani e di governare bene il Paese. Nel primo governo Berlusconi sedevano uomini di una tale caratura politica e culturale che i governi di oggi, a confronto, sono politicamente nani da giardino.

 

All’ARS l’opposizione dei Cinque Stelle con il Pd potrà costituire un serio problema per i lavori d’aula e per il governo Musumeci. La coalizione di centrodestra non è apparsa sempre compatta. Che rientro sarà?

 

Il PD e il M5S, al Parlamento siciliano, sono sempre stati all’opposizione in questa legislatura. Perché dovrebbe cambiare qualcosa?

 

Da tempo chiede il rimpasto di giunta, quali sostituzioni avverranno? Si parte da Gaetano Armao?

 

Attenzione: non ho mai chiesto un rimpasto. Ho chiesto che si facesse un tagliando al Governo: qualche assessorato funziona bene, qualcun altro meno bene. E lo si è visto nel corso di questi ultimi mesi in Aula: vi sono assessori chiaro riferimento politico di un gruppo parlamentare che lavorano a briglie sciolte e spesso causano più danno che beneficio. Inoltre ci sono i Beni Culturali privi di assessore ormai dalla scomparsa del compianto Tusa.

 

Francesco Boccia, ministro del Pd nel governo Conte bis, gode della sua stima. Ci sarà un dialogo e una collaborazione sui temi cruciali della Sicilia?

 

Conosco bene il professor Boccia, lo stimo e ne apprezzo da sempre la sensibilità per i temi del Mezzogiorno; mi auguro che lui, come tutta la compagine di Governo, sia più attenta alle questioni che riguardano il Sud più di quanto non lo sia stato il precedente.

 

Infrastrutture, ambiente, povertà, turismo mancato, sanità. Sono alcuni dei temi annunciati come rivoluzionari da questo governo ma dal 2017 ad oggi si è visto poco. Mancano le riforme, eppure il programma elettorale era chiaro. Cosa è mancato e come si intende procedere per non deludere i siciliani?

 

Non è mancato nulla, se non le condizioni parlamentari. Purtroppo il Governo Musumeci è nato senza una maggioranza netta in Aula. Ogni provvedimento è sempre frutto di contrattazione e faticoso lavoro di mediazione tra i gruppi parlamentari. E’ un Parlamento con molta buona volontà ma difficile, faticosissimo, da gestire – e, mi creda, glielo dice uno che fa il Presidente e passa tutto il giorno a mediare esigenze e legittime richieste.