E' finito ai "domiciliari" Vito D'Angelo, ritenuto il presunto boss di Favignana, arrestato, lo scorso mese di marzo, nell'ambito di una operazione antimafia. Il nuovo provvedimento è scattato dopo una detenzione di pochi mesi al Pagliarelli di Palermo.
Libera Egadi "Fulvio Sodano", però, non ci sta e critica questa decisione.
" D’Angelo, originario di Ravanusa, paesino dell’agrigentino, - si legge in una nota diramata dall'associazione - dopo aver fatto parte al gruppo difuoco della famosa faida di Ravanusa negli anni 70, che insanguinò quella provincia, fu detenuto per aver commesso più omicidi nelle carceri di Favignana. Dopo un percorso virtuoso, D’Angelo si è riconquistato la libertà insediando a Favignana una attività agricola assieme alla famiglia". Secondo l'inchiesta, culminata poi nel suo arresto, nell'isola diventa persona di riferimento delle famiglie mafiose trapanesi, controllando e dettando legge sulle attività imprenditoriali.
"Oggi il giudice, - scrive Libera - con delle motivazioni esclusivamente in ordine allo stato di salute di D’angelo, riporta lo stesso nel medesimo luogo dove ha potuto delinquere indisturbato in questi ultimi anni. Per casi di salute, ci potevano essere soluzioni alternative a nostro avviso. Ovviamente non c’è bisogno di rimarcare che noi siamo dalla parte della legge e della giustizia,non capiamo però il senso di questa decisione, visto che da fonti sicure ci confermano che qualche ambasciata a D’angelo è già arrivata". Poi una puntualizzazione: "Noi di Libera non abbiamo bisogno di rimarcare che i percorsi di reinserimento sociale di soggetti carcerati sono possibili. La nostra esperienza con Casa
Macondo lo dimostra, abbiamo avuto e abbiamo ancora oggi detenuti che seguiamo da anni, che hanno deciso di intraprendere percorsi che piano piano costruiamo grazie anche al lavoro degli educatori del carcere di Favignana. In queste terre, in questa provincia di Trapani non si transige sui reati di mafia. Riguardo a ciò vi è una legge che difendiamo in tutte le sedi che è quella scritta con il sangue dell’On. Pio La Torre. Questa detenzione alternativa è un brutto segnale".