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07/09/2019 00:00:00

Stagnone di Marsala, il naturalista Enzo Sciabica contrario alla gestione di Legambiente

Sulla questione Stagnone di Marsala, dopo l'intervento di Legambiente, con il suo ultimo documento, con il quale, in pratica, si candida alla gestione della riserva, c'è l'intervento del naturalista Enzo Sciabica che si dice contrario ad una possibile gestione di Legambiente.

Con una sua nota interviene per dire, tra le altre cose, come avviene l'assegnazione di una Riserva e come nel tempo questa sia diventata, in sostanza, soltanto uno stipendificio direttamente collegato alla politica. La nota di Sciabica inizia dicendo subito "No" a Legambiente, che non sarebbe idonea alla gestione, e finisce, dicendo che forse potrebbe gestire meglio rsolo i "solarium" rispetto alla provinia. Qui la nota completa:

NO! GRAZIE. LEGAMBIENTE COME LA PROVINCIA E’ NELLO STESSO SISTEMA DI GESTIONE DELLE RISERVE. La Sicilia è stata tra le prime regioni d’Italia a dotarsi di una legge sui Parchi e sulle Riserve Naturali, legge che è stata integrata e modificata nel lontano 1988. Tutto sommato sarebbe stata una buona legge se attuata alla lettera e se non fosse stato per una pecca macroscopica contenuta nell’Art. 1 della 14/88, ex Art. 3 L. r. 98/81. “ Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale. Istituzione e Composizione “ (CRPPN).

Il CRPPN, massimo organo tecnico consultivo dell’Assessore regionale all’Ambiente, ha un sacco di prerogative, tra le quali: predisporre il piano regionale dei parchi e delle riserve naturali, controllare per ciascuna area protetta regionale (parchi e riserve) il raggiungimento delle finalità istituzionali e l’osservanza delle norme di legge e di regolamento, svolgere attività di promozione e di indirizzo della politica di gestione delle aree protette, predisporre direttive vincolanti relative alla valutazione di impatto ambientale che deve accompagnare tutti i progetti di opere e di manufatti da realizzarsi nei parchi e nelle riserve, valutare gli studi d’incidenza nel caso in cui nel perimetro delle riserve vi rientrino aree della Rete Natura 2000. La conoscenza e la competenza dei componenti del CRPPN in materia di salvaguardia del patrimonio naturale rispetto ai politici hanno reso il Consiglio come una sorta di potentato da fare invidia agli stessi politici.

Il Consiglio, oltre che dalle note figure istituzionali, oltre che dai sette docenti universitari delle materie attinenti alla conoscenza e alla gestione del patrimonio naturale (spesso aderenti alle ass. ni ambientaliste che sono nel CRPPN), oltre che dall’urbanista e dal vulcanologo, originariamente era composto da sei esperti (oggi sono sette anche se l’ultimo arrivato non ha preso niente) designati dalle assoziazioni ambientaliste: Italia Nostra, WWF Italia, C.A.I., Legambiente, L.I.P.U. e G.R.E.
La gestione delle riserve, finanziata dalla A alla Z dalla Regione, non esclusi gli stipendi dei dipendenti degli Enti affidatari, è finita tutta nelle mani di chi avrebbe dovuto “controllare il raggiungimento delle finalità istituzionali e l’osservanza delle norme di legge e di regolamento” delle stesse riserve assegnate, cioè del CRPPN.

Tranne qualche raro caso di buona gestione da parte di personale dotato realmente di passione per la conservazione naturale, il resto delle gestioni è sembrato che sia stato ridotto a stipendificio e a sottobosco politico.
Nel 2005, un giovane Assessore regionale all’ambiente si rese conto del meccanismo contorto di auto assegnazione delle riserve e tentò di metterci una pezza, istituendo il Primo Concorso (attraverso Bando pubblicato sulla GURS), aperto a tutte le Ass. ni Ambientaliste riconosciute, per l’affidamento in gestione delle riserve regionali.

Apriti cielo, i primi a ribellarsi al nuovo sistema furono proprio Legambiente e WWF. Nel 2006, le elezioni regionali portarono un nuovo assessore all’ARTA, Rossana Interlandi, guarda caso vice presidente regionale del WWF, che pose fine al nuovo sistema democratico di identificazione dei gestori delle riserve siciliane. Nel 2008, i dirigenti dell’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, architetto Pietro Tolomeo e dott. Salvatore Di Martino, attraverso una “Comunicazione” al Quotidiano di Sicilia, lasciavano trasparire che, a proposito di controlli e gestione delle riserve regionali, non funziona niente. Il sistema generalizzato di gestione non è cambiato, il D.D.L. 192 Crocetta lo lascerebbe così com’è, e Legambiente rispetto all’ex Provincia, probabilmente, potrebbe gestire meglio i “solarium”.

Enzo Sciabica
(naturalista).

 



Native | 2024-07-16 09:00:00
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