L’ambiente non conosce confini nazionali ed Ettore Maiorana docet : è emergenza planetaria!
L'ambiente non conosce confini nazionali. E “La” domanda a cui si deve rispondere è: un incendio è “sopportabile” dall’ambiente e fino a che punto? Ed i governi sono responsabili ? Che politiche adottano?
Al riguardo la rivista scientifica Earth System Science Data, pubblica uno studio in base al quale si osserva che è dedicato calcolare quanti incendi ci sono stati nel mondo in un anno.
Alcuni studi si basano sulla superficie bruciata, altri sulle emissioni rilevate nell’atmosfera, altri (il Global Fire Atlas https://www.globalfiredata.org/index.html) l’aumento di CO2.
Ad Erice si è svolto il 52 seminario internazionale sulle Emergenze planetarie volto a porre una soluzione/i e/o limiti per ridurre l’impatto sui cambiamenti climatici e quindi sull’uomo.
Inquinamento ed incendio sono collegati e gli incendi possono fornire, ai paesi maggiori responsabili delle emissioni di CO2, la giustificazione per continuare ad inquinare.
Il Global Forest Watch Fires (Gfwf) del World Resources Institute con le rilevazioni satellitari ha accertato nel 2019 oltre 2 milioni e 910mila “allerte incendio”: 100mila in più del 2018 e 200mila in più del 2017.
Liz Hoy, ricercatrice degli incendi boreali della stazione Nasa di Greenbelt dice che “i fuochi sono parte naturale dell’ecosistema in Maryland – ma ciò a cui stiamo assistendo è un ciclo di fuochi accelerato: gli incendi stanno divenendo più frequenti, più gravi e su aree sempre più vaste”.
Un aumento sospetto dato che in Amazzonia una statistica dell’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile (Inpe), ha calcolato oltre 75.300 incendi in tutto lo stato: 84% in più rispetto all’anno precedente con una superficie di ara devastata dal fuoco superiore, ad agosto 2019, al 40 per cento rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Occorre rallentare e fare di tutto per ridurre la distruzione delle foreste applicando la matematica i numeri !
La matematica non ammette errori : appena le piante non riescono più a smaltire la CO2 manca l’ossigeno, la vita di molti.
Oggi i media descrivono l’offerta di Trump di volere acquistare la Groenlandia e tacciono dei vasti Incendi afferenti la Russia, l’Alaska, il Canada e la Groenlandia.
In Africa la zona centrale, oggetto di fenomeni come il “landgrabbing” e di interesse da parte delle multinazionali, ricchissima di materie prime e florida di vegetazione brucia a causa di incendi di dimensioni continentali.
Amazzonia e l’isola di Gran Canaria brucia la foresta e oltre 9000 persone lasciano le proprie case.
Il fumo causato ha coperto una superficie enorme tanto è rilevato dai satelliti della Nasa.
È chiara a tutti l’importanza per la sopravvivenza della specie umana dei polmoni naturali (la foresta Amazzonica produce il 20% dell’ossigeno sulla Terra) e la diplomazia internazionale non riesce a risolvere il problema della “responsabilità” delle foreste del pianeta.
Le organizzazioni internazionali ed i governi non chiariscono in che modo si deve intervenire sui titolari delle foreste per garantire la loro conservazione.
Eppure in Italia si multa chi non pulisce il terreno dalle erbacce !
Bolsonaro in Brasile si fa beffa del mondo e modifica la sua visione “ambientalista”, sotto la spinta di grandi multinazionali sempre interessate a nuovi “spazi”.
In Brasile da anni si denuncia la “bancada ruralista”, la lobby più potente del Brasile che in cambio dell’eliminazione dei divieti per pesticidi e dazi sull’importazione di auto di lusso e delle costose macchine agricole, vuole canali preferenziali per esportare la carne brasiliana verso l’Europa.
L’incendio è un guadagno per un governo che lucra denaro dagli aiuti per la riforestazione e dai canoni di locazione a lungo termine per sfruttare la parte di foresta distrutta dagli incendi.
Mentre nel mondo imperversano gli incendi si è concluso l’incontro dei G7 senza la firma di un documento congiunto e Trump ha deciso di riprendere il lancio – sperimentale – di missili a lunga gittata vietato da trattati ONU.
Nel mese di luglio 2019 l’Atmosphere Monitoring Service dell’Unione Europea ha riferito di incendi nell’Artico.
Il Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS, che insieme al servizio partner Copernicus Climate Change Service – C3S, vengono attuati dall’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts per conto dell’Unione europea) ha individuato 100
Grandi incendi che hanno scaricato nel mese di luglio ben 50 megatonnellate di CO2 in aria.
I ricercatori di Copernicus dicono che, in Alaska, “gli incendi hanno rilasciato più del doppio della quantità di anidride carbonica che lo Stato emette ogni anno con la combustione di combustibili fossili e il 2019 è già il quinto anno mai registrato per le emissioni più elevate di anidride carbonica causate dagli incendi”.
Nell’Unione Europea 1.600 incendi superiori a 30 ettari, il quadruplo della media annuale del decennio scorso con un incremento del riscaldamento terrestre.
in Siberia gli incendi si sono estesi al punto che il fumo ha coperto milioni di chilometri quadrati.
L’organizzazione meteorologica mondiale delle Naziini unite (OMN) Il 12 agosto riporta un grafico interattivo che dimostra che il fumo dei roghi in Siberia ricopre una superficie di circa 5 milioni di chilometri quadrati: più grande dell’Europa e più della metà degli Stati Uniti.
Mark Parrington dice che “CAMS monitora l’attività antincendio e prevede il trasporto di fumo attraverso l’atmosfera. Le previsioni recenti dimostrano che il fumo si sposta dalla Siberia nell’alto Artico e in parte oltrepassa anche il Polo Nord e arriva in Groenlandia. I nostri partner del Copernicus Climate Change Service hanno notato che all’inizio di quest’anno queste regioni hanno sperimentato temperature insolitamente alte e bassa umidità del suolo, due condizioni che contribuiscono al divampare di incendi e che durano a lungo”.
Ciò dimostra che l’ambiente non conosce confini nazionali ed è emergenza planetaria : centro Ettore Maiorana docet!
Giuseppe Mantia