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15/08/2019 06:00:00

"Le mie vacanze a Marsala senza acqua e con tanta disorganizzazione"

 Il Sud è tante cose, spesso contraddittorie, contrastanti, controproducenti per il sud stesso.

È ammaliante per il turista. È ammalato per chi ci vive. È una terra che sogno in inverno mentre faccio il meridionale impiegato al nord; è la mia terra ritrovata in estate quando ritorno nella casa che ho lasciato tanti anni fa e che ogni anno mi aspetta più malandata e sola. Al sud chi può lascia le case di famiglia vuote, in attesa del ritorno. Io sono un siciliano di ritorno, appunto. Fin qui gli stereotipi.

Riapro la mia casa e mi accorgo che acqua "un 'ci 'nnè 'pi nuddu". Dopo un lungo viaggio, non è piacevole. Ma qui in contrada Strasatti, a Marsala, come un po' ovunque in questa zona, ogni tetto ha il suo serbatoio di acqua del pozzo. Così mi attivo per rimettere in funzione la pompa e rinvio all'indomani mattina il da farsi.


Il giorno dopo, appena mi sveglio, la prima cosa che faccio è aprire il rubinetto collegato all'acquedotto. È vuoto, anzi pieno: aria compressa esce brontolando e gorgogliando e a questo turbinio non segue una goccia d'acqua.


Ma si sa noi siciliani seguiamo il motto "aracio aracio", inoltre il dialogo con chi deve amministrarci riesce male (in genere per sfiducia atavica), per cui aspetto qualche altro giorno prima di contattare qualcuno dell'acquedotto. Quando chiamo non risponde nessuno e dopo il terzo tentativo smetto. Cambio strategia: faccio squillare, per caso, il centralino del Comune di Marsala. Anche qui, dopo tentativi andati a vuoto, risponde una voce femminile che mi restituisce all'acquedotto con un numero evidentemente speciale perché mi risponde la voce di un'altra donna, dell'amministrazione acquedotti. Lei non c'entra niente e mi passa un tecnico che si trova lì per caso, decide di ascoltarmi, apparentemente rassegnato e paziente. Occorre sapere, dice, se il guasto dipende dal mio rubinetto o dal loro sistema di distribuzione. Per lui la zona e' servita di acqua ma in quel momento hanno una emergenza in contrada Pastorella. Manderà comunque un tecnico per un sopralluogo per accertarsi il perché è il percome. Va bene, ci credo. Decido di crederci perché pur essendo un uomo del sud, ora vivo al nord dove le cose funzionano, non dico al meglio, ma un poco di più si.
Passa un altro giorno. Il tecnico non l'ho mai visto.


Allora mi ricordo di avere un amico di infanzia che lavora proprio all'acquedotto. Me lo ricordo perché per caso viene a salutarmi, parliamo del mio problema, e nel cortile si forma presto un piccolo nugolo di persone che come me non hanno acqua. Scattano le ipotesi, le smentite, le versioni e le diverse interpretazioni che fanno del nostro essere siciliani, un misto di uomini di scienza e di filosofi. Questi ultimi di più, dato che l'approccio scientifico naufraga nella casualità fatalistica degli eventi e non nella loro deterministica causalità. È insomma tutto un lavorio di immaginazione. Il mio amico effettivamente si impegna a capire il perché ed il percome, e pare averlo risolto spiegando persino cause ed effetti. Ma, ahimè, così non è. Tutto rimane metafisico e ignoto. L' acqua però arriva, ma per caso. A volte di notte e si protrae fino al mattino, ma poi per altre trentasei ore più niente. Io, nel frattempo, vado ogni giorno a riempire la tanica di acqua potabile alla prima fontanella comunale. Mi ricordo che lo faceva anche mia madre tanti anni fa. Certo, penso, potrei acquistare una nuova tanica per avere una riserva di acqua potabile...ma poi dovrei, per far funzionare lo scaldabagno a gas, acquistare, sempre a mie spese, un'autoclave che mi garantisca una doccia calda.

E poi, di pensiero in pensiero arrivo per caso ai massimi sistemi: Chissà perché non comunicano ai cittadini le fasce orarie della loro misteriosa apertura di valvole e condutture e perché il tecnico non mi ha tranquillizzato comunicandomi gli orari, sarebbe bastato questo per potermi organizzare al meglio in questa disorganizzazione.
Ma ho pochi giorni di vacanza, più brevi dei miei lunghi e inturciuniati pensieri.
Comunque, ogni tanto vado al mare, quando posso.
Ancora adesso mi viene di controllare, se per caso, dal rubinetto esce acqua.

Tutto è relativo lo so e quando torno nella mia terra me lo ricordo, anche se, in fondo, non me lo ero mai dimenticato.

Pietro Cipolla



Native | 2024-07-16 09:00:00
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