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24/07/2019 09:02:00

Marsala, liti tra vicini a Birgi: due marsalesi assolti (e prescritti) da stalking e ...

Una “guerra” tra vicini di casa, scoppiata una dozzina di anni fa in un “chiano” di Birgi Vecchi, è prima approdata in Tribunale, con due imputati, padre e figlio, accusati di reati piuttosto gravi (stalking, violenza privata, danneggiamento e minaccia), ma che adesso sono stati assolti “perché il fatto non sussiste” per i fatti contestati dal gennaio 2012 ad agosto 2015 e prescritti per quelli dal 2007 al 2011.

Ad emettere la sentenza è stato il giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte. Imputati nel processo: i marsalesi Giuseppe e Vincenzo Indelicato, di 65 e 37 anni.

Secondo l’accusa, gli Indelicato, con le loro azioni, avrebbero provocato ai vicini (le famiglie di Michele Maltese e Salvatore Giuseppe Abate) un “perdurante e grave stato di ansia” e timori per la loro “incolumità”.

In particolare, gli Indelicato erano stati accusati di avere più volte parcheggiato il loro autocarro Fiat OM90 in modo da ostacolare a Maltese e Abate l’accesso con l’auto alle loro abitazioni. Con lo stesso mezzo pesante, inoltre, avrebbero violentemente tamponato l’auto di Maltese. Allo stesso vicino avrebbero danneggiato, sempre con il camion, anche l’imbarcazione, tamponando il carrello sulla quale era collocata “in secco” davanti casa. Danneggiate, inoltre, fioriere, un muretto a secco e palme sulla strada comune. Sempre secondo l’accusa, inoltre, con l’autocarro avrebbero tentato di investire Abate mentre questi era alla guida della sua auto, con accanto la figlia di appena 4 anni. A difendere i due imputati sono stati gli avvocati Stefano Pellegrino e Daniela Ferrari. Quest’ultima, dopo la sentenza, ha dichiarato: “La difesa manifesta soddisfazione perché è stata accolta la tesi sostenuta che ha dimostrato la pretestuosità delle accuse delle persone offese costituitesi parti civili. Queste, infatti, intendevano far valere in sede penale delle rivendicazioni civilistiche che erano già state respinte dai giudici civili. Infatti, anche la corte di appello civile di Palermo si era già pronunciata a favore degli imputati”.