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24/07/2019 06:00:00

Immigrazione clandestina, ecco come operava la banda con a capo il marsalese Licciardi

L’operazione Ghost di ieri, condotta dalla Guardia di Finanza, che ha sgominato una banda di otto persone, quattro italiani e quattro tunisini, dediti al traffico di migranti e al contrabbando di sigarette, vede ancora una volta la città di Marsala (qui potete leggere un nostro articolo) come base di chi ha messo in piedi il sistema criminale che prevede il trasferimento dei immigrati clandestini dalla Tunisia all’Italia tramite gommoni dotati di potenti motori fuoribordo. 

Sono diverse, infatti, le operazioni che hanno portato in questi anni agli arresti di persone che risiedevano a Marsala e organizzavano il traffico di essere umani e bionde.

Il capo della banda – E’ il marsalese Angelo Licciardi, arrestato nuovamente ieri, (era stato scarcerato lo scorso aprile dopo essere stato arrestato sempre per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina) la persona ritenuta tra i promotori dell’organizzazione criminale, assieme a Giuseppe Vasile, altro cittadino marsalese e al tunisino Zayar Nizar.  Licciardi si occupava della gestione contabile dell’associazione, curando lui stesso la spartizione dei guadagni tra i diversi sodali e occupandosi assieme al Vasile dell’acquisto e della custodia dei gommoni utilizzati per i trasporti dei migranti e delle sigarette.  Chi, invece, in Tunisia era addetto a procacciare la merce umana, gli immigrati venivano definiti “agnelli” e le sigarette erano altri tre tunisini, arrestati anch’essi, i quali svolgevano anche il ruolo di scafisti dalle coste tunisine a quelle siciliane.

La cooperativa agricola e la finta regolarizzazione - Sbarcati in Sicilia, i migranti venivano regolarizzati in maniera illegale con la complicità di Giuseppa Randazzo, marsalese e titolare di una ditta individuale e rappresentante legale di una società cooperativa agricola e finita agli arresti domiciliari. La Randazzo stipulava i finti contratti di lavoro dipendente con un doppio scopo, quello di far avere ai clandestini il permesso di soggiorno per motivi di lavoro e, l’altro di far percepire le indennità di disoccupazione agricola a danno dell’INPS. La Randazzo ha anche messo a disposizione di Zayar Nizar la propria abitazione come base logistica e per consentire lo smistamento dei migranti una volta arrivati a Marsala.

L’altro italiano arrestato - Tra le persone arrestate nell’operazione “Ghost” è finito ai domiciliari il trapanese Sergio Carpentieri che ha avuto un ruolo in particolare nella fornitura di uno dei gommoni usati per gli sbarchi, oltre che nel coadiuvare gli altri associati nella gestione delle fasi immediatamente successive all’arrivo dei migranti.

Gommoni di media grandezza e motori potenti - Le indagini della Guardia di Finanza hanno fatto quindi emergere che l’organizzazione si avvaleva di gommoni, in genere di circa 7,5 mt, comprati in Italia ed equipaggiati con motori potenti (da 225 a 300 CV), con cui fare le traversate Sicilia-Tunisia e ritorno, il tutto nell’arco di una nottata. L’incasso del prezzo di viaggio avveniva invece in Tunisia, dove venivano imbarcate anche le sigarette di contrabbando.

Quanti migranti e sigarette a bordo - Normalmente con ogni viaggio venivano trasportati 10/12 persone e circa kg. 250/300 di sigarette. Nonostante il pesante carico gli scafisti riuscivano a mantenere, in condizioni di mare calmo, una velocità di crociera di 25/30 nodi, talvolta tenendo sotto la minaccia di armi (coltelli e pistole) i viaggiatori. L’utilizzo del gommone consentiva agli scafisti di essere particolarmente dinamici in acqua, garantendo facilità e celerità di manovra, oltre alla possibilità di navigare quasi con ogni tipo di fondale, ormeggiando dove ritenuto più opportuno e senza nessun impedimento.

Viaggio da 1500 euro in su per ogni migrante  - Ogni clandestino trasportato pagava da 3.000 a 8.000 dinari tunisini (pari a circa 1.500/4.000 euro). A ciò si aggiunga il profitto riveniente dalle sigarette importate di contrabbando, ogni stecca delle quali garantisce un guadagno di quasi € 20, essendo comprata a € 6/7 in Tunisia e rivenduta in Italia ad € 25/28. Ogni viaggio consentiva di portare mediamente 1.250/1.500 stecche (pari a kg. 250/300), con un ulteriore guadagno per l’organizzazione di almeno € 25.000 a viaggio. Nel corso dello sviluppo delle investigazioni, avviate nel 2016, si è, nel complesso, proceduto a intercettare in mare 5 “viaggi fantasma”, arrestando in flagranza di reato, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, n. 6 scafisti, nonché sottoponendo a sequestro – tra l’altro – kg. 990 di sigarette di contrabbando e 3 gommoni utilizzati per le traversate.