Sono tutti pazzi per FaceApp, l'app che invecchia il viso e il volto, e ci fa sembrare come saremo - se ci campiamo - nella vecchiaia. Ma è importante sapere alcune cose. Dietro la popolare app che invecchia il viso c'è una società russa, con server negli Usa e poche informazioni su come userà i dati. La privacy non è per nulla rispettata. Insomma, dietro il divertimento si nasconde come sempre l'utilizzo dei nostri dati per fini che non sappiamo.
L’applicazione aveva già fatto rumore nel 2017, quando chiunque prese a usare il filtro che lo trasformava in un altro se stesso di sesso opposto. Tutti, ma proprio tutti indistintamente, sconosciuti e celebrità, presero a postarne gioiosamente gli effetti improbabili, diventando per qualche minuto maschi se femmine e femmine se maschi.
Ma a volte ritornano, e la FaceApp Challenge che si è scatenata adesso ha dell’epocale. Tutti, ma proprio tutti (celebrità che ammiccano al popolo e sconosciuti che si sentono vip) hanno ricominciato infatti a invadere i feed di Fb, Instagram e Twitter con i propri selfie ritoccati. Solo che stavolta il filtro prescelto li fa sembrare anziani. O decrepiti. In virtù del filtro che li invecchia di trent’anni. E stavolta i progressi da gigante fatti dal software producono risultati credibilissimi. Sarà una maniera per esorcizzare il tempo che avanza, o la paura del crepuscolo: ma non c’è stato personaggio o influencer in vista, connazionale o global, che si sia sottratto alla gara di chi maturerà peggio o meglio.
l'app non applica semplicemente un filtro alle immagini, ma applica alle immagini delle nostre facce dei processi gestiti da intelligenze artificiali che potrebbero anche funzionare da "schedatura", nel senso che potrebbero (l'autorizzazione la diamo noi installando l'app) catalogare chiunque conservandone la foto in una banca dati.
Il punto è, in sostanza, che un'azienda privata con sede in Russia che cataloga milioni di volti, e lo fa misurando e raccogliendo dati sul come questi volti potrebbero invecchiare non è un'operazione innocua. Ovviamente non c'è certezza che dietro a FaceApp si celi chissà quale complotto internazionale, ma anche se i detentori dell'app e del suo archivio fossero in buona fede, rimane il fatto che altri potrebbero tentare di mettere le mani sul (potenzialmente) molto prezioso archivio. E chi ci garantisce che i dati dell'invecchiamento dei nostri volti non saranno venduti, divulgati, ceduti a governi o altre aziende di cui non sappiamo nulla?