Matteo Salvini, Ministro dell’Interno e leader della Lega, arriverà in Sicilia il 9 luglio per una visita al Cara di Mineo e al Commissariato di Caltagirone.
Ha diramato una nota ufficiale, che sta facendo discutere gli ambienti politici siciliani e gli stessi dirigenti leghisti: Salvini non gradisce nessuna presenza di militanti e di dirigenti o commissari siciliani.
La visita in Sicilia è per motivi istituzionali, ha sottolineato Massimo Gionfriddo, responsabile organizzativo, e per tale ragione si pregano i dirigenti tutti, a vari livelli, di non presentarsi, seppure per una visita breve.
E’ finita la corsa ai selfie da spiattellare a mezzo social per i coordinatori e commissari vari, seppure abbiano un buon maestro che è lo stesso Salvini.
Durante la campagna elettorale per le europee di maggio, il leader del Carroccio, nei suoi tre giorni siciliani ha goduto di una presenza massiccia, talvolta invadente, sia di candidati che di dirigenti.
A distanza di poco tempo le cose sono più chiare, sono stati nominati i commissari delle nove province siciliane ma per evitare sovraesposizioni meglio mettere distanza.
Un atteggiamento che avrebbe dovuto tenersi fin dall’inizio, separando il ruolo di Ministro da quello di leader di un partito.
Ci sono molte cose da aggiustare, se si dovesse tornare al voto, non a settembre per come scongiurato, la naturale collocazione della Lega sarebbe con il centrodestra composto da Forza Italia e da Fratelli d’Italia.
Le ultime dichiarazioni di Stefano Candiani, commissario in Sicilia della Lega, ha prodotto molti malumori.
Ha di fatto frenato l’avvicinamento di Nello Musumeci, presidente della Regione, e di Ruggero Razza, assessore alla Salute e braccio destro del governatore, alla linea di Salvini.
Candiani ha preso un abbaglio, sia Razza che Musumeci parlano con Salvini senza bisogno di interlocutori, lo stesso senatore e commissario non ha di buon occhio i forzisti e Gianfranco Miccichè.
Di fatto la linea sarà un’altra.
Le elezioni europee sono state importanti in Sicilia per comprendere come la Lega senza Salvini candidato capolista avrebbe avuto grandi difficoltà.
Insomma, è una classe dirigente che esiste di pari passo con il proprio leader, altrimenti nulla.