E’ finita con un’archiviazione (disposta dal gip Riccardo Alcamo) la vicenda del procedimento penale avvivato, per falso ideologico in atto pubblico, a carico del consigliere comunale del M5S di Marsala, Aldo Fulvio Rodriquez, presidente della commissione consiliare “Accesso agli atti amministrativi – Trasparenza e Legalità”, e di un’impiegata comunale, Anna Lisa Giacalone, che nel giugno 2017 svolse l’attività di segretaria verbalizzante della commissione.
A chiedere l’archiviazione è stato lo stesso pm Niccolò Volpe. Secondo l’iniziale accusa, Rodriquez e Giacalone avevano attestato falsamente la presenza in una seduta della commissione del consigliere comunale Alfonso Marrone (gruppo “Una voce per Marsala”) che, invece, se ne sarebbe rimasto a casa. L’indagine della magistratura era scattata dopo un'inchiesta di Tp24.it sulla doppia vita del consigliere Alfonso Marrone, che prendeva i permessi da lavoro ufficialmente per seguire i lavori del consiglio, ma che in realtà faceva altro.
Nel corso dell'inchiesta abbiamo scoperto che un documento attestava la presenza di Marrone in commissione, mentre in realtà era a casa. Qui il nostro articolo.
Lo scorso ottobre, il giudice del lavoro ha confermato il licenziamento di Marrone da parte della Casa di cura “Morana”, dove il consigliere lavorava dal 1990 come infermiere professionale. I titolari della casa di cura, infatti, per controllare se Marrone partecipava davvero alle sedute del Consiglio comunale e delle commissioni consiliari ogni qualvolta chiedeva permessi per mandato politico-amministrativo, incaricarono un investigatore privato che ne seguì i movimenti, scoprendo che più volte Marrone, nei giorni e nelle ore in cui chiedeva il permesso di assentarsi dal posto di lavoro per partecipare alle riunioni delle commissioni consiliari, in realtà era altrove e faceva altro.
Nel verbale di una di quelle sedute, però, c’era la sua firma e per questo il giudice del lavoro inviò gli atti in Procura. Adesso, l’archiviazione. Rodriquez è stato difeso dall’avvocato Peppe Gandolfo, mentre legale della Giacalone è stato Vito Cimiotta, che dichiara: “Siamo stati dal primo momento certi della totale estraneità degli indagati. Nessuno si sarebbe permesso di manomettere o falsificare verbali o altro. Sono felice per la mia assistita e per Rodriquez soprattutto perché adesso hanno ritrovato la loro serenità”.