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25/06/2019 06:00:00

Giacomo Alberto Manzo: “Ecco come possiamo risolvere la crisi del vino a Marsala”

Imprenditori, produttori, esperti, tecnici, si sono incontrati per parlare della crisi del vino a Marsala. Giacomo Alberto Manzo, responsabile regionale del dipartimento viticoltura ed enologia di Fareambiente Sicilia, come si risolve la crisi della vitivinicoltura a Marsala?

 

Siamo in uno stato davvero particolare. Il vino classificato, denominato I.G.D.O., traina il made in Sicily. Questo lo si deve alle aziende, alle cantine, al mondo tecnico e delle istituzioni. Bisogna fare tanto però. Stiamo attraversando una delle peggiori crisi del secolo. Io ritengo che la soluzione ci sia.

 

E da dove occorre partire?

 

Sicuramente da una qualificazione dell'immagine del produttore vitivinicoltore. Aziende e cantine devono fare di più sull'assistenza tecnica all'agricoltore, seguirlo man mano dall'impianto alla raccolta. Bisogna credere nei progetti che le istituzioni hanno portato avanti nella qualificazione delle uve. In più bisogna avvalersi di manager esperti nel marketing e comunicazione. E' un complesso di cose alle quali già alcune cantine hanno fatto affidamento.

 

Come mai a Marsala, che è ricca di cantine e nomi importanti, non ci sia una festa dedicata al vino? Perchè le cantine litigano tra loro e si interessano solo del mercato internazionale?

 

Per me è importante fare rete, e le aziende locali dovrebbero dialogare di più e avviare un percorso di protezione dei loro marchi, cosa che avviene in altre parti d'Italia. Sono stato nella zona del Barolo, e ho visto che 54 produttori associati quando vanno in giro per il mondo fanno squadra. In Veneto si proteggono l'uno con l'altro.

 

Perchè da noi non succede?

 

Credo si anche una questione culturale. Bisogna abbassare le difese, e le difficoltà di comunicazione.

 

Il vino siciliano è molto buono. Ma è il migliore in assoluto?

 

Posso dire che è sicuramente tra i migliori in Italia, i rossi, anche i bianchi, e certamente i vini da dessert. Parliamo dei vini liquorosi, il Malvasia, il Passito, il Moscato, sono prodotti unici che hanno trainato le nostre produzioni. Posso dire che non siamo secondi a nessuno. Abbiamo una squadra di enologi davvero all'avanguardia. Abbiamo l'istituto tecnico agrario a Marsala e il corso universitario di Viticoltura ed Enologia che ha un ruolo strategico nel panorama. Senza dimenticare ovviamente l'importanza dell'Istituto Regionale Vite e Vino.

 

 

Sulla festa del vino?

 

Qualche anno fa abbiamo organizzato una festa del vino a Marsala. Abbiamo avuto grossi difficoltà a trovare sostegno economico.

 

 

Idee molto chiare. Ma chi dovrebbe metterle in campo? E come si salva il vino Marsala.

 

Il Marsala si salva restringendo la zona di produzione, limitandola solo ai Comuni di Marsala e Petrosino. Innalzare la qualità delle uve, creare una denominazione di origine controllata per il grillo. Ridurre la quantità delle uve. Bisogna portare avanti il progetto di Marsala Vitivinicola come patrimonio Unesco. Ciò ci consentirebbe di avere maggior appeal. Come è accaduto a Pantelleria, per la zona del Barolo e in altre regioni. A questo punto il Comune bisogna intestarsi la battaglia.

 

Ma l'amministrazione comunale non ha neanche un assessore con delega all'agricoltura. Nino Barraco non è stato mai sostituito, e la delega ce l'ha il sindaco Alberto Di Girolamo che non ha le competenze necessarie.

 

Questo è il guaio. Marsala è crocevia del Mediterraneo, ha avuto sempre un ruolo importante in termini enologici. La prima legge sul vino venne fatta nel 1931 proprio per il Marsala. Bisogna investire sul brand, sul territorio. Bisogna far sì che le infrastrutture funzionino e ciò ci consentirebbe di innalzare il tasso tecnico. Un amante del vino spende mediamente, non tutto in vino, 150 euro al giorno quando visita una città del vino.

 

Noi andiamo al supermercato, e guardiamo i prezzi del vino, come facciamo a capire qual è buono e quale no? Guardiamo il costo, o è sbagliato?

 

Io ritengo che un buon vino non possa costare meno di 7 euro. Al di sotto non mi fido. Il ristoratore deve vendere il cibo e anche il vino. Non è possibile vendere il vino al ristorante a 25 euro.

 

 

 



Agroalimentare | 2024-12-13 06:00:00
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