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22/06/2019 02:35:00

Scrive Pietro Pedone: "Ecco perchè ora sono d'accordo sul progetto AcquaSal allo Stagnone"

 Ero in una posizione molto critica sul progetto ACQUASAL, poi ho ascoltato il dibattito ed ho cambiato idea. 


Premetto che mi sono formato in architettura del paesaggio (Arch. Giovanni “Pirrone – Paesaggista Ippolito Pizzetti) con forti contaminazioni in campo geobotanico (Geobotanico F.M.Raimondo) e naturalistico (Ecologo Silvano Riggio – Entomologo Bruno Massa). Durante il corso di studi i concetti di “Conservazione” si sono progressivamente modificati a causa della consapevolezza, ormai assodata sul piano scientifico, che anche il DNA si modifica con il tempo. 
Tutto ciò premesso, ritenevo inopportuno il progetto AcquaSal perché era sperimentale senza, credevo, un livello di controllo sulla salute del sistema Stagnone. 

Dopo l’incontro a San Pietro, dove ho assistito al dibattito ho cominciato ad avere dubbi sulla mia precedente posizione. Ecco le motivazioni: 
1.- il Progetto parte da un dato storico: Le Saline Genna sono sempre state attività antropiche in ambiente naturale; 
2.- non tentare di mantenere questa identità, con una modernità, sarebbe come rinnegare il Genius Loci della salina; 
3.- il progetto è sperimentale e si basa su azioni anche innovative, come la coltivazione di alghe per la cosmesi ad ampio raggio commerciale, che si incastrano con attività antiche e revisionate come quella di pescicoltura estensiva in cui gli avannotti sono quelli che entrano naturalmente dal mare. Nessun apporto di mangimi dunque. Inoltre le azioni si completano con una parte didattico-divulgativa a Villa Genna, un parco pubblico! 
4.- le azioni del progetto sono monitorate sulla base di una registrazione ante dello stato di salute del sito. Le azioni quindi hanno uno sbarramento di controllo su quella registrazione di stato di salute che non deve essere mai superato e pertanto il controllo è continuo e puntuale. 


Sulla base di queste nuove conoscenze sul Progetto ritengo, ora, che lo stesso sia una opportunità di crescita culturale e di pratico operativa consapevole sull’idea di tutela dinamica che rinnega approcci antistorici e trova nel “dinamismo conservativo” della identità del sito (da sempre fortemente antropizzato) le soluzioni di una salvaguardia aperta alle possibilità offerte dal progresso scientifico.  
In breve DNA cambia ma la mia anima consapevole rimane la stessa.

Pietro Pedone, architetto paesaggista e PhD in risorse vegetali



Native | 2024-07-16 09:00:00
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