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17/06/2019 06:00:00

Gucciardi boccia Di Girolamo, e nel Pd di Marsala scoppia il caos

 Acque agitate, per alcuni, dentro al Partito Democratico, acque chete e chiare per altri. Dipende dal punto di navigazione e a quale orizzonte si mira.


Ha detto la sua Baldo Gucciardi, l’unico deputato regionale dem eletto in provincia di Trapani. Lo ha fatto prendendo le distanze dall’Amministrazione marsalese guidata da Alberto Di Girolamo e dalla sua giunta. Non una presa di posizione ma una asettica analisi dei quattro anni, che hanno consegnato la città a una serie di malesseri.


L’analisi è politica, il giudizio pure, nonostante ci sia stato un tempo in cui lo stesso Gucciardi ha voluto creare le condizioni perché nessuno venisse sfiduciato e nessuno degli assessori battesse in ritirata. Equilibri precari che hanno portato alla destituzione di Antonio Vinci da capogruppo in favore della collega più giovane, Federica Meo.
Quell’accordo lo volle fortemente il sindaco Di Girolamo che a casa sua, con Gucciardi presente, decise di affidare il gruppo del Pd alla Meo.
Non sono bastati i mesi di rodaggio, la situazione è rimasta inerme e al giro di boa di questa Amministrazione il deputato regionale ha indicato la strada della discontinuità, addossando le responsabilità del fallimento allo stesso sindaco, che ha deciso in autonomia ogni cosa, e che sempre in autonomia dovrà rispondere nuovamente all’elettorato, qualora si ricandidasse.
Insomma, nessuna copertura da parte del Pd.


La presa di posizione di Gucciardi, che altro non è che un chiarire fatti e circostanze politiche, non lascia dubbi, stesse criticità che hanno sollevato, in questi anni, altri politici come i consiglieri Flavio Coppola, Ginetta Ingrassia, Antonio Vinci e Angelo Di Girolamo, quest’ultimi due pure del Pd.
A sentirsi offesi dalle dichiarazioni di Gucciardi, rilasciate a mezzo intervista alla nostra testata, sono stati quattro consiglieri di maggioranza, gli unici rimasti: Federica Meo, Calogero Ferreri, Luana Alagna, Linda Licari (dal partito fanno sapere che la Alagna e la Licari non sono tesserate).

Una lunga lettera firmata da loro, la penna potrebbe essere stata prestata da qualche assessore, indirizzata a Nicola Zingaretti, segretario nazionale.
La missiva contiene non l’analisi garbata del perché l’Amministrazione ha lavorato bene e nel verso giusto, magari evidenziando i risultati, e quindi sostenendo che Gucciardi non è stato attento, ma un elenco delle mancanze dello stesso e di una sua eventuale fuoriuscita dal partito.
Per i consiglieri l’uscita di Gucciardi è “Personale e arbitraria da chi, per stile istituzionale e decoro politico, avrebbe il dovere della rappresentanza democratica”. Come fa un rappresentante istituzionale eletto a fare uscite personali ed arbitrarie? Un deputato regionale non risponde ai consiglieri, la dirigenza non funziona così. E’ l’abc.


Vanno avanti i consiglieri parlando di “un partito senza organi collegiali e senza una gestione partecipata, che ha la responsabilità di sostenere un’amministrazione di sinistra, pur esponendo legittime critiche e evidenziando le eventuali lacune amministrative, in un contesto locale e nazionale preoccupante, si trova ad essere umiliato da un supposto dirigente che con dichiarazioni irresponsabili, oltre che solitarie, gettano nella confusione non solo la nostra comunità politica, ma anche le forze progressiste che guardano al PD come possibile riferimento per un percorso di legalità  e competenza amministrativa”.


Il dibattito politico degli ultimi sei mesi, senza volere andare troppo indietro nel tempo, è un susseguirsi di dichiarazioni stampa contro questa Amministrazione, dai consiglieri marsalesi allo stesso Giacomo Tranchida, ad esempio, per la gestione delle trattative per i voli sull'aeroporto di Trapani-Birgi. Le dichiarazioni di Gucciardi non sono, dunque, solitarie, ma seguono quelle che da mesi si affannano a raccontare altri.
Scrivono a Zingaretti, eletto il 3 marzo alle primarie nazionali del partito, sostenuto in provincia di Trapani proprio da Baldo Gucciardi, mentre i tre (Meo, Ferreri, Alagna) si erano schierati con Maurizio Martina, almeno sulla carta. Delle due l’una: o hanno votato Zingaretti a marzo ovvero si riscoprono adesso leali servitori del segretario nazionale, scavalcando di fatto le altre rappresentanze dirigenziali dem sul territorio, con Marco Campagna in testa.


“Ti chiediamo allora, caro Segretario, se la strategia del Partito Democratico è quella di lasciare spazio a persone abituate a gestire il potere per mezzo di soluzioni che oltrepassano i confini del partito stesso, con la proposizione di patchwork utili soltanto ad  assicurarsi la tutela delle proprie funzioni politiche verticistiche, il decreto che mette fine all’impegno dei giovani che ancora credono ad un rilancio del partito democratico, ritenuto ultimo baluardo contro la deriva populista e sovranista che impera, è firmato. A meno  che non dobbiamo salutare una tale espressione di Baldo Gucciardi come una manifestazione di chiarezza che certifica la sua uscita dal partito, oppure è certificato il nostro disimpegno”.


Ed è strano che a scrivere queste righe siano gli stessi consiglieri che hanno chiesto, mesi fa, a Gucciardi di essere “ protetti” dall’azione della segreteria di allora che chiedeva il ritiro degli assessori in quota al Pd.
Ieri Gucciardi andava bene, oggi, che riconosce il fallimento addossando responsabilità, non va più bene?
A ricordare che le cose dette, adesso dal deputato dem siano state sottolineate 18 mesi fa è Antonella Milazzo, ex segretaria comunale del Pd. Niente più polemiche, dice, ma si lavori per l’alternativa a Marsala 2020 che non può più essere la stessa squadra che ha amministrato per questi 5 anni.


A sostenere le ragioni di Gucciardi un gruppo di dem della prima ora: Rosalba Mezzapelle, Rino Ragona, il consigliere comunale Angelo Di Girolamo, Stella Li Vigni, Vincenzo D’Alberti, Cristina Caci, Cristian Angileri, Greta Ragona, Antonino Ragona, Giovanni Piccione e altri ancora.
Un documento con cui spiegano perché le dichiarazioni di Gucciardi condivisibili: “Ascoltando i marsalesi, trapela l’incapacità dell’attuale amministrazione comunale a risolvere anche le più semplici priorità e necessità della città, perché regnano sovrane l’incapacità e la totale confusione nel gestire anche le situazioni di ordinaria amministrazione (una per tutte la raccolta differenziata)…In questi anni sono stati diversi i tentativi di ricomposizione con il coinvolgimento del partito a tutti i livelli, ma non hanno sortito alcun effetto e le distanze sono aumentate specie nei confronti della città e dei cittadini…Dopo la confusione, i litigi, gli insulti, dei consigli comunali di questi giorni per l’approvazione del Piano pluriennale delle opere pubbliche, l’Onorevole Gucciardi, per assoluto dovere istituzionale, ha fatto un’attenta analisi tecnica ed operativa dell’amministrazione comunale evidenziando le criticità sociali”.


E in chiusura invitano “I quattro consiglieri, oggi folgorati sulla via di Damasco, a spiegare ai marsalesi i grandi risultati raggiunti. Buona fortuna”.
A dire la sua è pure Enzo Sturiano, la cui dichiarazione è in continuità con quello che da tempo sostiene: “Non riesco a comprendere perché i quattro consiglieri di maggioranza che sostengono il sindaco, Alberto Di Girolamo, e la giunta si affannano a scagliarsi contro il deputato regionale, Baldo Gucciardi. Non comprendo, perché contro Gucciardi e non contro gli altri 26 consiglieri che ogni giorno rilasciano dichiarazioni contro? Le amministrazioni si giudicano alla fine di un percorso, e se un deputato dello stesso partito non fa altro che accertare quello che da mesi dicono tutta una serie di consiglieri ed esponenti di partiti, non c’è da urlare ma da capire dove si è sbagliato. La verità a volte può essere sconveniente, può anche non essere accettata ma non può essere mistificata. Gucciardi, rappresentante del pd in provincia di Trapani a livello regionale, ha acclarato, alla fine di una serie di percorsi politici, che l’Amministrazione è alla deriva e che si deve cambiare marcia e passo. Non poteva dirlo? Ha commesso lesa maesta? Gli esponenti locali del Pd continuano a fare gli stessi errori: cacciano chi la pensa in maniera contraria senza volersi confrontare, senza accettare e rispettare il pensiero opposto. Questa non è democrazia, ed è ora che qualcuno faccia chiarezza e indichi la strada del ritorno al dialogo con la città tutta”.


Cosa c’è da capire in questi movimenti del PD?
Intanto che Gucciardi non è mai uscito di scena e nemmeno dal partito, che intendere tracciare una strada.
Del resto essere dei bravi dirigenti di partito, Di Girolamo è stato segretario comunale del Pd, non equivale ad essere dei bravi sindaci o deputati. I politici non sono macchine, l’uomo è fallibile, anche criticabile quando decide di assumersi responsabilità pubbliche.
Quale scandalo c’è se a farlo è un collega di partito? Lo scandalo è blindarsi su posizioni che oramai sono inconciliabili.

Rossana Titone