Sottopagati, fatti lavorare per 12 ore nei campi di Marsala, senza cibo, nè acqua, e trattati come schiavi. La colpa? Per il web è degli operai.
Sono tanti i commenti e le reazioni all’articolo di Tp24.it in cui abbiamo raccontato le condizioni in cui erano costretti a lavorare gli operai rumeni che poi hanno avuto il coraggio di denunciare i “padroni”. E’ successo a Marsala, dove gli amministratori della cooperativa Colombaia, sono finiti sotto inchiesta dalla Procura della Repubblica.
Gli operai rumeni erano costretti a lavorare per 12 ore al giorno, a 30 euro, 2,50 euro l’ora. Senza ferie pagate, nè contratto, nè coperture sanitarie e tutele di sorta. Cibo e acqua doveva essere a loro spese, altrimenti potevano morire di sete. I bisogni? Niente pausa, dovevano farli sul posto. E se qualcuno si lamentava del lavoro duro, della paga iniqua, i datori di lavoro li minacciavano “se vi lamentate vi sparo in testa, anche perchè voi siete stranieri e non interessa a nessuno di voi”. Gli operai dopo anni di sfruttamento, sopportato per sfamare la famiglia, hanno trovato il coraggio di denunciare tutto.
Una storia incredibile, che succede a Marsala. Ma per il web la colpa è loro, è degli operai rumeni. I commenti al nostro articolo sono agghiaccianti.
C’è chi scrive: “non ci credo, si sono inventati tutto, potevano andare via”. E ancora, con un italiano che purtroppo ci tocca a leggere spesso sui social: “io non ci credo se l’anno inventato guesta storia sono capace di tutto”.
Oppure: “è una messinscena”. C’è chi non solo dice che sono balle inventate dagli operai ma fa addirittura il paragone col passato, quando i nonni lavoravano ore e ore al sole, con paghe basse, sotto i baroni e i principi. Appunto, siamo ai tempi dei baroni e ai principi. Le cose sono cambiate nell’ultimo secolo…. Ci sono leggi a tutela dei lavoratori.
C’è chi sostiene, poi, che i rumeni dovrebbero essere grati perchè gli italiani gli danno il lavoro che, essendo in nero, non gli fa pagare le tasse. E ancora “i rumeni si sanno difendere”.
Commenti che ovviamente se si fosse trattato di operai italiani non ci sarebbero stati.
In tanti, fortunatamente, hanno cercato di far capire ai populisti, negazionisti, e intolleranti, che c’è qualcosa in Italia che si chiama diritto, e che chiunque lavora sul nostro territorio ha diritto a lavorare secondo legge e in maniera dignitosa.