Per colpa della Lega (e dei loro alleati di governo, i Cinque Stelle) a Favignana persi 80 posti di lavoro e 700 mila euro di investimenti.
La conferma viene dal presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè, che è stato proprio sull'isola. "Sono stato a Favignana per incontrare i pescatori e i cittadini. Quello che ho sentito è rancore, rabbia: qui la Lega e Matteo Salvini hanno fatto il pieno di consensi in campagna elettorale e poi hanno preso in giro tutti con le quote tonno".
Così Gianfranco Miccichè, in un post su Facebook, dopo avere tenuto a Favignana un comizio molto partecipato sull'emergenza delle quote tonno e avere incontrato pescatori e cittadini.
"Ottanta posti di lavoro persi e 700 mila euro di investimento privato andati in fumo: questi sono i numeri causati dal taglio delle quote tonno in Sicilia. La decisione - ha concluso Miccichè - provocherà la chiusura della tonnara di Favignana".
La ripartizione delle quote di tonno rosso tra i 5 stabilimenti italiani, che ha penalizzato la storica tonnara di Favignana impedendone di fatto la riapertura, non deriva da imposizioni dell’Ue, ma è una scelta assunta dal Ministero dell’Agricoltura e nello specifico dal sottosegretario alla Pesca, il leghista Franco Manzato. Far intendere, come fa Manzato, che a chiederci di colpire i pescatori siciliani sia stata Bruxelles non corrisponde al vero.
I fatti sono chiari. Fino allo scorso anno le quote per le tonnare esistenti, tutte sarde e gestite in stragrande maggioranza da uno stesso imprenditore, erano indivise. Se questo metodo fosse stato seguito anche questa volta, lo stabilimento di Favignana avrebbe potuto riaprire le porte vista anche la sua posizione favorevole. Il provvedimento emesso il 30 maggio invece cambia le carte in tavola, introducendo un principio, quello dei livelli di cattura medi degli ultimi 3 anni, che chiaramente va a danno di chi in questi anni non ha operato, come appunto Favignana. La ripartizione delle quote lascia non pochi dubbi anche sul fronte della divisione a monte tra i diversi sistemi di pesca, che appare poco equilibrata.
E adesso, dopo le polemiche seguite alla ripartizione delle quote tonno, con l'isola di Favignana che ha contestato la possibilità di pesca pari a 14,5 tonnellate concessa dal decreto Manzato, la 'Nino Castiglione srl', autorizzata alla tonnara fissa dell'isola delle Egadi, ha raggiunto un accordo con la 'Euromar' di Aci Castello (Catania) per il trasferimento temporaneo a quest'ultima di una quota tonno "fino a un massimo" di 12,2 tonnellate. Qui i particolari.