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05/06/2019 07:17:00

Sicilia, ragazzino di 14 anni confessa: "Costretto con la violenza a spacciare"

 "Costretto con la violenza a spacciare". E' quanto ha raccontato ai Carabinieri un ragazzino di 14 anni a Partinico. "Spaccia o ti bruciamo la casa", e poi schiaffi, minacce. Il ragazzo, tunisino, è stato costretto a spacciare da tre suoi coetanei italiani. Ha avuto la forza di denunciare e di raccontare tutto. 

«Se non spacci la marijuana bruciamo la macchina a tua madre e la porta di casa», erano queste le minacce che uno studente tunisino residente a Partinico avrebbe ricevuto da tre giovani. I carabinieri hanno eseguito un ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Agostino Arancio, 19 anni, accusato di estorsione e spaccio di stupefacenti.

Il giovane insieme a due complici di cui uno minorenne avrebbe ceduto 50 grammi di marijuana allo studente tunisino e gli avrebbe chiesto anche con botte e minacce di spacciare la droga e consegnarli i 400 euro frutto della vendita. Il provvedimento è stato firmato dal gip Annalisa Tesoriere. Le indagini sono state coordinate dal pm Giulia Beux.

E' stato il ragazzo tunisino stanco di essere minacciato a raccontare tutto alla madre. Da qui hanno preso il via le indagini. Insieme ad Arancio sono coinvolti Giuseppe Oliva e un minorenne. Oliva era già finito ai domiciliari dopo che a dicembre scorso, secondo l’accusa, aveva preteso e ottenuto un acconto di cento euro dal ragazzo tunisino sullo spaccio. I militari che li seguivano lo hanno bloccato in piazza Poetessa Bonura con ancora i soldi in tasca, 5 banconote da 20 euro. Per Oliva sono scattati i domiciliari con l’accusa di estorsione aggravata in concorso e cessione di sostanze stupefacenti a minorenne.

Nel cellulare di Oliva sequestrato sono stati trovati messaggi whatsapp e note che fanno riferimento alla trattativa tra i quattro giovanissimi. «Rimanenti per Agostino 170», o «420 Agostino dare 270 Zen». Per lo studente tunisino sono stati mesi di inferno. Era minacciato anche a scuola. Qui più volte sono andati a trovarlo per chiedere conto dei soldi e dello spaccio della droga. Un giorno a fine novembre dello scorso anno Oliva si presentò a scuola. Voleva i soldi. Non appena lo studente disse di no, fu preso a schiaffi e il suo cellulare venne lanciato e danneggiato. «Tunisino di merda, puoi chiamare i carabinieri, stasera tu non torni a casa». Stanco delle minacce e dei soprusi alla fine si è ribellato e con il sostegno dei familiari ha consentito la prosecuzione delle indagini.



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