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23/05/2019 20:20:00

Strage di Capaci, a Trapani le note del Silenzio per omaggiare le vittime di mafia

 23 maggio 1992. Ore 17,58. Una terrificante esplosione squassa l’autostrada, all’altezza di Capaci. E’ l’inferno. Un inferno di lamiere accartocciate e di corpi devastati ricoperti di polvere e pezzi di asfalto saltati in aria. 

23 maggio 2019. Ore 15,59. La piazza di Trapani, antistante l’istituto scolastico Pertini, nel popolare quartiere di Sant’Alberto, rivive quel drammatico evento, sulle note del silenzio, scandite dalla tromba di Cristian Tobia. E’ un omaggio alle vittime della strage. Sono momenti toccanti. La piazza è in silenzio. Un silenzio spezzato da quelle note che bagnano gli occhi dei presenti. Giovani e meno giovani. Mamme, papà, nonni. Uomini delle istituzioni e gente comune. Gli studenti, ora, pronunciano i nomi delle vittime della mafia: da Falcone a Borsellino, dai gemellini Asta a Mauro Rostagno, dagli agenti di scorta dei due magistrati, a don Pino Puglisi. E altri ancora.

E’ una lunga lista, ma incompleta. Perché i morti ammazzati sono tanti. Troppi.

La piazza applaude, ma la commozione non è ancora finita. E’ il momento del monologo scritto da Giacomo Pilati. A parlare è Francesca Morvillo. A darle voce, il dirigente scolastico dell’istituto Pertini Maria Laura Lombardo e la collega Rosanna Lombardo che interpretano l’opera del giornalista e scrittore trapanese.
Francesca racconta della sua vita con Giovanni, tra sirene, auto blindate, mitra spianati e giubbotti antiproiettile. Loro, però, Francesca e Giovanni, sono felici lo stesso. Poco importa se le minacce sono all'ordine del giorno e il nome di Giovanni è scritto nel libro nero della mafia.
La loro storia d’amore regge a quella vita, sempre sotto-scorta, e ai moniti di quanti non perdevano occasione per avvertire Giovanni “questa relazione deve finire perché date troppo scandalo”. La loro storia d’amore, invece, va avanti nonostante tutto e nonostante tutti.
Ad interromperla, bruscamente, alle ore 17,58 di quel maledetto 23 maggio 1992, quel fortissimo boato in autostrada.
Francesca, ora, domanda: “Dov’è Giovanni?” e da ogni angolo della piazza, si alza forte la voce: “E’ qui”.
E domani quella piazza sarà intitolata a Francesca Morvillo,



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