Assume sempre più i contorni di una candidatura, e quindi di un'elezione alla Camera dei Deputati, avvenuta con il trucco, il caso dell'onorevole dei Cinque Stelle Piera Aiello.
Tp24.it ha pubblicato qualche giorno fa un'inchiesta che svela delle indagini in corso della Procura di Sciacca, delle perplessità sulla sua candidatura, e dei misteri su come la signora, che ha un'altra identità, abbia ottenuto il certificato elettorale che la vede iscritta nelle liste del Comune di Partanna, pur non vivendo più lì da 25 anni.
Per ottenere l'iscrizione nelle liste elettorali, la signora Aiello ha prodotto un certificato di residenza. Un documento, cioè, che attesta che lei vive a Partanna. Ma è proprio così? Siamo stati a Partanna, e siamo riusciti ad ottenere l'indirizzo dichiarato da Piera Aiello come sua residenza. Si tratta di Via Francesco Crispi, 183.
Qui potete vedere le foto della casa. Dove, come era immaginabile, Piera Aiello non vive affatto. Secondo le ricerche fatte nei registri pubblici da Tp24, l’immobile alla data di gennaio 2018 quando Aiello dice - possiamo pertanto dire con certezza: falsamente - di risiedervi, era di proprietà dei coniugi Maria Giovanna Marrone e Giuseppe Accardo. I due hanno venduto la casa, a settembre 2018, ad una signora, Nocera, come si vede anche dal citofono.
Ma c'è di più. Aiello dichiara di risiedere lì, non a caso: quella era la vecchia residenza del padre, nel 1991. Ma quella casa non esiste proprio più. L’immobile è stato realizzato successivamente alla sua partenza da Partanna con una concessione edilizia del 2010 e a Gennaio del 2018 non era nemmeno completato, tanto che i coniugi Marrone e Accardo, interrogati dalla Procura, specificano che era disabitato, perchè erano in fase di ultimazione dei lavori di costruzione. Come giustifica tutto ciò la deputata Aiello?
Qui riassumiamo le nostre precedenti inchieste - Testimone di giustizia - A Marzo 2018 Piera Aiello è stata eletta deputata del collegio Marsala - Trapani - Partinico. Candidata con i Cinque Stelle, ha ottenuto 80.000 voti. Un plebiscito. Dovuto non solo al trend favorevole al partito di Grillo e Casaleggio, ma anche alla sua storia. Piera Aiello si è presentata addirittura come “candidata senza volto” per via delle misure eccezionali di protezione che la coprivano, e la tutelano tutt’ora. E’ infatti una testimone di giustizia. Originaria di Partanna, la sua storia si può riassumere sinteticamente così: nata nel 1967, inserita nel degradante contesto mafioso del Belice, nel giugno del 1991 dopo l’omicidio del marito, mafioso, Nicolò Atria, che voleva vendicare a sua volta l’omicidio del padre, Vito, decise di collaborare con la Procura di Marsala, retta allora da Paolo Borsellino. Grazie anche al suo contributo, si è potuto ricostruire l’ambiente, assolutamente retrogrado, in cui è maturata la guerra di mafia di Partanna.
Le accuse a Culicchia smentite dai giudici - Meno utile, in alcuni casi, è stato il contributo dell’On.le Piera Aiello dal punto di vista giudiziario. La donna è stata una grande accusatrice di Vincenzino Culicchia, deputato e storico Sindaco di Partanna, uno dei più noti politici della Democrazia Cristiana in provincia di Trapani. Imputato di associazione mafiosa, Culicchia è stato assolto per non aver commesso il fatto sia in primo grado (Tribunale di Marsala, 31 Ottobre 1997, al termine di un processo lunghissimo, cominciato nel 1994 e con oltre 40 testi) che in Appello. Le accuse dell’Aiello nei confronti di Culicchia sono smentite dai giudici.
Dubbi sulla regolarità della candidatura - Con i grillini il rapporto dell’Aiello non è sereno. Dopo le elezioni, infatti, parte della base protesta: Aiello non è molto preparata (di fatto, non spicca per particolare specializzazione in qualche campo…), e a volte non accetta l’aiuto e le critiche dei volenterosi sostenitori dei Cinque Stelle. Con Gandolfo, inoltre, il rapporto si lacera per motivi mai del tutto chiariti.
Ma c’è dell’altro. Perché da più parti si solleva un dubbio: com’è possibile che una testimone di giustizia si sia candidata con un nome che non esiste più? Lei si limita a diredi "aver dribblato la Commissione Centrale" per potersi candidare. E continua: "Altrimenti mi avrebbero impedito di farlo".
All’ufficio anagrafe di Partanna ci hanno detto che la signora Piera Aiello "non è certificabile". Cioè la sua posizione è congelata, è come se non ci fosse, dal Comune di Partanna non può uscire alcun certificato a suo nome. La Aiello sulla vicenda ha sempre glissato. “Io e il mio avvocato Gandolfo - ha detto una volta in un’intervista commentando la sua elezione - abbiamo dovuto fare qualche forzatura”. Ma di cosa si tratta?
Indagine della Procura di Sciacca - Quale certificato elettorale ha allegato la signora Piera Aiello alla sua accettazione di candidatura? Sulla base di quale residenza? Se lo chiede anche la Procura di Sciacca, competente per territorio su Partanna, che ha aperto un fascicolo. Attualmente, l'on.le Piera Aiello è indagata per falso in atto pubblico, ed è stata già ascoltata dai magistrati. E non è la sola ad essere indagata, in questa vicenda. Con lei è indagato un funzionario del Comune di Partanna, Rosario Sanfilippo, da pochi mesi in pensione.
"La signora Piera Aiello non si sarebbe potuta candidare". A dirlo è Rosario Sanfilippo, il funzionario del Comune di Partanna, che lavorava all'Ufficio Elettorale, e che è finito indagato con la deputata del Movimento Cinque Stelle con l'accusa di falso in atto pubblico, per aver prodotto il certificato elettorale che le ha consentito la candidatura alla Camera, pur non avendo il diritto all'iscrizione nelle liste elettorali.
Un bel papocchio, non c'è che dire. Per i due, Aiello e Sanfilippo, i pm hanno chiesto l'archiviazione, non ravvisando, al momento, un dolo specifico. Ma resta il fatto che la candidatura di Aiello ha un vizio di forma, che probabilmente la deputata conosceva da tempo, e che ha tenuto nascosto fino alle rivelazioni di qualche giorno fa di Tp24.it.
Giacomo Di Girolamo