14,50 - Ecco il comunicato ufficiale sull' “Operazione Unabomber Pantelleria” e l'arresto dell'uomo che inviava pen - drive esplosive.
La Polizia di Stato ha tratto in arresto Roberto SPARACIO, 51 anni, palermitano, disoccupato, ritenuto responsabile dell’esplosione del pen drive che, l’8 ottobre 2018, negli uffici della Procura della Repubblica di Trapani, ha ferito gravemente l’Ispettore Superiore della Polizia di Stato Gian Camillo Aceto.
Lo SPARACIO è stato tratto in arresto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Trapani su richiesta del Pubblico Ministero, perché ritenuto responsabile di minacce aggravate, di lesioni gravissime, di tentata estorsione, di fabbricazione, commercio e detenzione di materiale esplosivo e di addestramento a preparare esplosivi.
L’operazione “Unabomber Pantelleria” condotta dalla Squadra Mobile di Trapani, insieme alla Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica, ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo e di far luce anche sull’esplosione, avvenuta a Palermo nel luglio 2016, di un altro pen drive, che ha ferito gravemente un venticinquenne. Allora le indagini furono archiviate.
Come affermato dallo stesso G.I.P., l’attività investigativa ha dimostrato la pericolosità, la spregiudicatezza e le elevate capacità dell’arrestato di fabbricare esplosivi e di utilizzare sostanze chimiche ed esplodenti per preparare trappole micidiali.
Nell’abitazione dell’uomo, a Pantelleria, vi era un vero è proprio laboratorio, dove preparare congegni esplosivi e per miscelare sostanze chimiche molto pericolose.
Il movente delle azioni criminali è stato individuato nella volontà dell’uomo di contrastare, con ogni mezzo, una serie di creditori, che si stavano rivalendo, in sede civile, sul patrimonio ereditario della sua famiglia.
Lo SPARACIO era disposto a tutto pur si salvaguardare le proprietà familiari, persino all’eliminazione fisica di uno dei creditori attraverso un killer da assoldare nel deep web.
Nell’estate del 2016, a Palermo, aveva anche preso a pugni uno dei suoi difensori, responsabile, secondo lui, di non aver agito al meglio per evitare la vendita all’asta di un suo appartamento.
Le elevate capacità dell’arrestato di fabbricare esplosivi sono emerse anche dall’attività di un agente sottocopertura del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, al quale l’indagato ha venduto copia di alcuni manuali di esplosivistica e di chimica di laboratorio nonché diverse sostanze precursori di esplosivi.
L’arrestato dovrà rispondere anche del reato di detenzione di materiale pedopornografico, rinvenuto dagli investigatori su suo pc.
11,30 - E' in corso in Questura a Trapani la conferenza stampa sull'arresto dell'uomo di Pantelleria, Roberto Sparacio, autore della penna Usb esplosa in Procura a Trapani. Ecco cosa racconta il Capo della Mobile, Fabrizio Mustaro.
La penna Usb fu inviata in maniera anonima ad un'avvocatessa di Trapani, Monica Maragno, che, insospettita, la girò all'Ordine degli Avvocati. Dall'ordine partì l'esposto, e poi la penna Usb esplose, ferendo gravemente un agente, non appena collegata al pc.
Un soggetto pericoloso, determinato, preparato. Sparacio è ingegnere informatico, e collabora stabilmente con l'Università di Palermo.
Tutto nasce da una causa civile per un debito dell'arrestato: il padre, morendo, aveva lasciato diversi creditori, tra cui un cliente dell'avvocato Maragno .Sparacio, in maniera spregiudicata, cerca di fare desistere tutti gli avvocati coinvolti nelle diverse azioni civili.
Il pen drive esploso conteneva 5 grammi di polvere pirica. Un lavoro artigianale, fatto in modo da causare un'esplosione comunque violenta. La stessa dinamica accade a Palermo nel mese di Luglio scorso, quando Sparacio confeziona un altro pen drive, questa volta con obiettivo una persona che aveva comprato all'asta un appartamento della famiglia Sparacio.
Anche qui Sparacio invia una busta anonima con una pen drive al pub dove lavorava l'acquirente. Un ragazzo trova la busta, attacca la pen drive al pc e ci rimette due dita. Da questo episodio i poliziotti capiscono che la tecnica è la stessa, e collegano gli episodi di Palermo e Trapani e capiscono il movente.
Stessa cosa accade per alcuni operai che lavoravano per Sparacio e che volevano fare causa per alcuni stipendi non pagati. Dopo qualche giorno dalla comunicazione a Sparacio di voler fare vertenza, rimangono gravemente ustionati.
Per arrivare a Sparacio è stato utilizzato anche un agente sotto copertura del Servizio Centrale Operativo. Sparacio, infatti, aveva messo in vendita su Subito.it due manuali di chimica e un manuale per la realizzazione di materiale esplosivo (in inglese). L'agente acquista i libri, e nel pacco Sparacio manda pure il materiale necessario per creare esplosivi. Costo: 250 euro. Tra l'altro Sparacio voleva inviare le fotocopie, anzichè gli originali e l'agente ha dovuto insistere nella trattativa...
Tra gli altri particolari emersi: Sparacio aveva picchiato nel suo studio un avvocato palermitano, reo, secondo lui, di non averlo rappresentato bene.
Non solo: Sparacio non escludeva di reclutare nel deep web dei killer per fare fuori i suoi creditori. Questo emerge da un'intercettazione. In un'altra intercettazione, Sparacio, parlando da solo a voce alta, ammette di aver confezionato le pen drive, anche se la cosa, dice, "mi è sfuggita di mano".
10,00 - Ecco il video diffuso dalla Polizia di Trapani ha tratto in arresto un 51enne, palermitano, disoccupato, ritenuto responsabile dell'esplosione della pen-drive che nell'ottobre 2018 ferì gravemente negli uffici della Procura di Trapani un ispettore di Polizia.
L'operazione "Unabomber Pantelleria" condotta dalla Squadra Mobile di Trapani, insieme alla Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura, ha permesso di raccogliere gravi indizi a carico dell'uomo e di far luce anche sull'esplosione, avvenuta a Palermo nel luglio 2016, di un'altra pen-drive, che ferì gravemente un venticinquenne.
09,00 - Si chiama Roberto Sparacio ed è di Pantelleria l'uomo arrestato per il caso della chiavetta Usb esplosa in procura a Trapani. Ha 51 anni, per lui è stata disposta la custodia in carcere per i reati di minacce e lesioni gravi, per possesso di materiale esplodente e fabbricazione di ordigni nonché per il possesso di materiale pedopornografico.
Sparacio ha realizzato da se la Usb esplosiva utilizzando polvere pirotecnica, nel corso di una perquisizione nella sua abitazione di Pantelleria è stato trovato in possesso di diverso materiale pericoloso ed esplodente, un vero e proprio laboratorio per realizzare ordigni. Nel corso della stessa perquisizione fu trovato anche materiale pedopornografico , video con protagonisti giovanissimi
Sparacio aveva indirizzato, nel settembre 2016, la Usb esplosiva ad una avvocatessa trapanese, Monica Maragno, che si stava occupando, nell’ambito di una procedura dinanzi al Tribunale civile di Marsala, della vendita all’asta di alcuni suoi beni. Insospettitasi per il fatto che il mittente non presentava la comune grafica, consegnò la busta al presidente l’Ordine. Il Consiglio degli avvocati consegnò tutto alla Procura.
A circa due anni da quella denuncia (tempi davvero anomali...) a ottobre 2018 il pm incarico’ la pg di accertare il contenuto della pen drive. Ad occuparsene fu l’agente Gianni Aceto che non appena inserì la Usb nel suo pc fu colpito dall’esplosione.
07,30 - E' stato arrestato l'uomo ritenuto autore dell'attentato alla Procura di Trapani, quando, dieci mesi fa, una penna Usb era esplosa, non appena collegata ad un pc, ferendo alla mano un funzionario della polizia giudiziaria.
L'uomo, disoccupato, 51 anni, è stato arrestato oggi all'alba dalla polizia di Palermo. L'operazione è stata denominata "Pantelleria unabomber". E si è scoperto che non è il solo episodio che lo riguarda. Un'altra pen drive era esplosa nel Luglio del 2016.
La vicenda era stata raccontata da Tp24 e poi ripresa da tutte le altre testate.
Secondo le prime indagini sarebbe stato un cliente dell’avvocato Monica Maragno, destinataria dell’intimidazione, a preparare una chiavetta Usb esplosiva e a inviargliela. Nel Settembre 2018 a pendrive ha ferito a una mano l’ispettore di polizia della questura trapanese Gianni Aceto che indagava sul mittente. La polizia scientifica, con la collaborazione degli artificieri, ha stabilito che per imbottire il dispositivo sono stati utilizzati 5 grammi di polvere pirica. Gli investigatori ritenevano che l'autore fosse da ricercare in una ristretta cerchia di clienti del legale che, pur essendo una civilista che lavora a Trapani, ha operato nel campo delle esecuzioni penali nel Palermitano.
L’avvocato Maragno ricevette la pendrive, nel 2016, in una busta intestata all'ordine degli avvocati. Insospettitasi per il fatto che il mittente non presentava la comune grafica, consegnò la busta al presidente l’Ordine. Il Consiglio degli avvocati consegnò tutto alla Procura. Poi, su incarico del pm, l'ispettore Aceto, nel momento in cui ha inserito la pendrive nel pc per visionare il contenuto è stato ferito da una esplosione.