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14/05/2019 06:00:00

Il nuovo sindaco di Mazara. Quinci vince, ma perdono i partiti. Le reazioni

 Si è concluso il turno delle amministrative in Sicilia, nuovi governi cittadini si apprestano a dare altri assetti alle città.

A Mazara del Vallo il turno di ballottaggio lo vince Salvatore Quinci, direttore delle Agenzia delle Entrate di Marsala, batte per meno di mille voti Giorgio Randazzo della Lega. Entrambi i candidati hanno avuto presa sui cittadini, hanno riempito le piazze ma non le urne. L’affluenza alle urne è stata bassa, il 48,78%, Quinci diventa sindaco con 10.805 voti contro i 9.808 di Randazzo, meno di mille voti il distacco tra i due candidati. Nessuna alleanza apparente ma pare che Quinci abbia goduto dell’appoggio dell’UDC e di Forza Italia oltre che di Diventerà Bellissima. Il movimento Cinque Stelle ha lasciato liberi i propri elettori ma alcuni si sono schierati con il neo sindaco.

Mazara ha un Primo Cittadino, Salvatore Quinci, che amministrerà con una giunta così composta: Ina Agate, Vito Bilardello, Michele Reina, Germana Abbagnato, Vincenzo Giacalone. L’indicazione della Agate è stata voluta da Magaddino e Gucciardi, espressione dei consiglieri comunali eletti Emmola- Marascia.

Le elezioni amministrative mettono a nudo tutta la fragilità dei partiti e delle loro sigle. Scompaiono sui territori, asfaltati dai movimenti civici, questo vale sia per Forza Italia che per il Pd.
Unione tra le due forze che ha portato a Gela a costruire una alternativa solida per l’elezione dell’attuale sindaco.
I partiti dovranno adesso in maniera concreta guardare al loro interno, non fanno più presa tra gli elettori che se devono votare una sigla lo fanno con il movimento Cinque Stelle.


Le analisi politiche, però, devono portare nell’immediato a delle soluzioni o cambi di rotta, altrimenti si rischia di attorcigliarsi su se stessi, di mezzo ci sono le elezioni europee.
Soddisfatto del risultato ottenuto è Davide Faraone, segretario regionale del Pd: “Le alleanze civiche costruite con il contributo importante del Pd hanno funzionato in tutta la Sicilia. Al ballottaggio abbiamo vinto tutte le sfide in cui eravamo presenti. La Lega fa en plein, perde due ballottaggi su due”.


Questa analisi non piace ad alcuni esponenti del Pd, come l’ex deputata regionale dem Antonella Milazzo: “ Nel Pd ci vorrebbe un salutare bagno di umiltà. Prendere atto della realtà: il PD (meglio: pezzettini di Pd) vince solo dove si nasconde. Quando si presenta col proprio simbolo perde ovunque. Solo partendo da un’analisi realista e spietata questo partito potrà riacquistare consenso e ripartire”.
Soddisfazione c’è da parte di Gianfranco Miccichè, il progetto dei moderati che manda avanti insieme a pezzi dei dem va avanti: “ Nel Comune più popoloso tra quelli al ballottaggio, Gela, vince contro la Lega il progetto di fronte moderato a cui da tempo stiamo lavorando. Di fatto il dato politico evidenzia la subalternità della Lega ai Cinque Stelle: Salvini vince solo a Caltanissetta, alleandosi coi grillini. Peccato, perché il nostro era decisamente migliore!”.


La Lega perde, riempie le piazze ma non convince gli elettori.  La forza mostrata a Mazara non è bastata a Randazzo per consentirgli di diventare sindaco della città, troppi estremismi che non piacciono.  Il nome spendibile è quello di Matteo Salvini, sul territorio i candidati convincono meno. Di realtà solida e affidabile parla Igor Gelarda, responsabile regionale della Lega, che invita i siciliani a votare per il partito del Carroccio il 26 maggio per le elezioni europee.

Un susseguirsi di dicharazioni, ma la vera analisi sfugge agli stessi politici. Continua ad essere forte il movimento Cinque Stelle che incassa il consenso popolare eleggendo il sindaco di Castelvetrano e quello di Caltanissetta.
L’elezione a Mazara di Quinci ha incassato il sostegno della deputata regionale Eleonora Lo Curto: “La città ha detto no all’arretramento culturale di ispirazione leghista che avrebbe messo in discussione valori propri della comunità mazarese quali l’interculturalità e l’integrazione. Mi ero espressa a favore di Quinci prima del ballottaggio con parole chiare e risultava fin troppo evidente che con l’endorsment a Quinci auspicavo anche una determinazione in tal senso di tutti i cittadini al di là della posizione del mio partito che, nel merito, doveva ancora riflettere”.