Il tenente colonnello della Guardia di finanza Rocco Lo Pane è stato ascoltato, in Tribunale, a Marsala, nel processo a otto delle 16 persone coinvolte, tra arrestati e denunciati, nell’operazione antimafia “Pionica” del 12 marzo 2018.
Alla sbarra degli imputati, tra gli altri, anche il presunto capomafia di Salemi, Michele Gucciardi, 65 anni, al quale, lo scorso anno, l’ordinanza di custodia cautelare fu notificata dai carabinieri in carcere (arrestato nell’operazione “Ermes”, è stato condannato prima a 17 anni e poi a 14 anni e 4 mesi), e il presunto capomafia di Vita, Salvatore Crimi, di 60 anni, anche lui in carcere.
L’ufficiale, rispondendo alle domande di magistrati e avvocati difensori, ha parlato dell’affare fatto dall’alcamese Roberto Nicastri, fratello di Vito Nicastri, il “re dell’eolico”, che acquistò all’asta, al Tribunale di Marsala, per poi rivendere ad un prezzo decisamente superiore, 60 ettari di terreno in contrada Pionica. Terreni di proprietà di Giuseppa Salvo, parente dei potenti esattori di Salemi. Il terreno, acquistato per 130 mila euro, un anno dopo fu venduto per ben 530 mila euro alla società agricola “Vieffe”, che poi ottenne due finanziamenti comunitari di 420 mila e 120 mila euro circa connessi ai diritti di reimpianto dei vigneti. Il tenente colonnello Lo Pane, riferendo anche sulle intercettazioni effettuate in fase d’indagine, ha parlato dell’acquisto e della cessione dei terreni di contrada Pionica, soffermandosi anche sull’incontro, avvenuto il 30 novembre 2012, tra alcuni imputati e la signora Salvo per convincerla a rinunciare ai diritti sul vigneto. Imputati, oltre a Michele Gucciardi e a Salvatore Crimi, anche la moglie di quest’ultimo, Anna Maria Crocetta Asaro, di 47, e il figlio Leonardo “Nanà” Crimi, di 24, nonché Gaspare Salvatore Gucciardi, di 56, anche lui di Vita, Ciro Gino Ficarotta, di 67, il figlio Leonardo Ficarotta, di 38, e Paolo Vivirito, di 39, tutti di San Giuseppe Jato (e attualmente ai domiciliari). Gli ultimi tre sono stati, comunque, prosciolti dal gup dall’accusa di intestazione fittizia di beni, che è l’unico reato contestato ad Anna Maria Crocetta Asaro e a Leonardo Crimi. Tra gli avvocati difensori, Giuseppe e Gaspare Benenati, Giuseppe De Luca, Salvatore e Vito Galluffo. Parti civili sono l’associazione Codici (avv. Giovanni Crimi), l’Antiracket Trapani (avv. Giuseppe Novara), l’Antiracket Alcamese, il Centro Pio La Torre, le associazioni Antonino Caponnetto e la “Verità Vive” (avv. Peppe Gandolfo), i Comuni di Salemi e Castelvetrano e Giuseppa Salvo (avv. Francesca Favata).