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08/05/2019 06:00:00

Rifiuti in Sicilia, cresce la differenziata ma è allarme per gli impianti dell'organico

Aumenta la differenziata in Sicilia. E' stata superata la soglia del 30% ma alla Regione c'è un nuovo allarme: si stanno velocemente esaurendo gli impianti per smaltire la frazione umida. La carenza di questi impianti sta mandando in crisi zone diversi Comuni  del Trapanese, del Catanese e dell'Agrigentino.

Il dato della differenziata nel 2018, ufficializzato dall'assessorato guidato da Alberto Pierobon, è 31,3%. Un paio di punti in più rispetto alle stime che nel corso dell'anno scorso indicavano che ci si sarebbe fermati al 30 tondo, forse qualcosa meno. E, soprattutto, quasi dieci punti in più rispetto al 22% registrato a fine 2017.

Emergenza organico - Il problema ora è però lo smaltimento della cosiddetta frazione umida, la parte organica che residua soprattutto dagli alimenti e che vale il 40% del totale dei rifiuti differenziati. Per smaltire questa parte di immondizia servono gli impianti di compostaggio. E la Sicilia ne ha pochi. Oggi sono attivi 13 impianti di compostaggio: due ad Agrigento, uno a Caltanissetta, 4 nel Catanese, 5 nel Palermitano e 1 a Ragusa. Alcuni sono pubblici (di proprietà delle Srr e gestiti o dalle società di scopo oppure affidati in gestione con gara di evidenza pubblica). Altri sono privati. La capacità totale di smaltimento fra pubblico e privato è di 327.231 tonnellate. E poiché la produzione attuale di organico è di poco più di 300 mila tonnellate, la Sicilia sarebbe autonoma per un soffio.

 Il blocco degli impianti e della raccolta -  Il problema sta nascendo perché il sistema non regge le piccole crisi temporanee: basta che uno di questi impianti si fermi per qualche giorno e intere province vanno in tilt. Sta succedendo nel Trapanese, dove da settimane è fermo per un sequestro l'impianto della Sicilfert, che ha una capacità di 55 mila tonnellate annue. Contemporaneamente a Belpasso, nel Catanese, si è fermato l'impianto della Rako, dove ogni anno vengono smaltite 66 mila tonnellate: a questo impianto avevano indirizzato i loro rifiuti organici molti Comuni, anche della Sicilia occidentale, che non trovavano più spazio nelle strutture a loro a loro più vicine. E negli stessi giorni è andata in tilt la discarica di Sciacca, con annesso impianto di compostaggio. Il risultato è la paralisi della raccolta. 

I nuovi impianti - Per risolvere il problema nel medio periodo Pierobon e il presidente Musumeci hanno fatto approvare in giunta un piano di finanziamenti di altri 5 impianti pubblici per un investimento di 57 milioni: due strutture di compostaggio nasceranno con procedure amministrative accelerate a Calatafimi-Segesta e Ravanusa. Poi ci sarà spazio per un impianti di Tmb a Sciacca, per la settima vasca a Bellolampo e per una piattaforma integrata a Trapani.

Le possibili soluzioni tampone - Nell'immediato invece l'obiettivo è riaprire gli impianti chiusi, a cominciare da quello della Sicilfert e quello di Belpasso. In generale l'assessorato sta monitorando la situazione di sei strutture, di cui tre private (nei Comuni di Marsala, Ioppolo Giancaxio, Catania) e tre pubblici (Asi Dittaino Enna, Polo tecnologico di Castelvetrano e Bisacquino) che sono chiusi per diversi motivi: mancato rispetto della normativa ambientale o fallimento della società d'ambito. 

Impianti collegati - Riattivare questi impianti è la priorità di questa fase. Poterli usare significherebbe aggiungere una capacità di 70 mila tonnellate e portare il totale regionale a 400 mila tonnellate di organico smaltibile. Nell'attesa resta però il problema originario. L'aumento della differenziata porta con sé la necessità di impianti collegati e la Regione non è ancora pronta in questo senso. Se nel corso del 2019 non verranno realizzati almeno gli impianti avviati, al ritmo di crescita attuale della differenziata, già fra la fine dell'estate e l'autunno gran parte dei rifiuti umidi separati non avranno destinazione certa.

I record sulla differenziata - Intanto va però registrata la crescita della raccolta differenziata che in alcuni centri ha raggiunto percentuali superiori all'80%. San Giuseppe Jato, nel Palermitano, è all'82,9 e risulta essere il paese che differenzia di più in Sicilia. Seguito nella top ten da Rometta (82,7), Zafferana Etnea (82,1), Licodia Eubea e Prizzi (appaiati con l'80,7), Giardinello (80,3), San Michele di Ganzaria (79,6), San Cipirello (79,4), Sambuca di Sicilia (78,8) e Monterosso Almo (78,6).

Ben 110 Comuni su 390 sono sopra la soglia del 60%, che la Regione indica come il target da raggiungere nei prossimi anni. Ma altre 105 città e cittadine sono ancora sotto la soglia del 30%. Palermo è in posizione numero 355 in questa speciale classifica con il 16,1% di raccolta differenziata. Catania è perfino più sotto, fra le ultime 20 città, con un livello di differenziata fermo al 7,7%. Messina è in posizione 345 col 18,7%. L'ultima cittadina nella classifica della differenziata è Bolognetta, nel Palermitano, con appena lo 0,4%: a suo modo, un record anche questo. 

L'Assessore Pierobon - “La differenziata è salita in un anno di dieci punti percentuali. Ci sono stati dei problemi ad alcuni grossi impianti che trattano l’organico in Sicilia e alcuni guasti stati aggiustati. Bisogna però ribadire che differenziare conviene a tutti, rispetta l’ambiente e nel tempo riduce i costi”. Sono queste le parole dell'assessore all’Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon che commenta gli ultimi risultati pubblicati sul sito del dipartimento regionale Acque e rifiuti che vedono la raccolta differenziata giunta al 31,3 per cento al 31 dicembre 2018 .

“Con un grande sforzo – prosegue – governo regionale e Comuni stanno riuscendo a sensibilizzare la popolazione per effettuare una buona raccolta differenziata. Col potenziamento del servizio nelle grandi città il risultato regionale è destinato a crescere sensibilmente. L’informazione gioca in questo processo un ruolo fondamentale nel raccontare gli ostacoli, i risultati raggiunti e i benefici per la cittadinanza. Per questo serve cautela nel raccontare la situazione attuale. Dire che non sappiamo dove portare la differenziata può spingere il cittadino più distratto a farsi un’idea distorta del sistema, a danno di tutti”.

Pierobon fa un quadro della situazione atttuale: “Oggi in Sicilia produciamo circa 300 mila tonnellate l’anno di organico e abbiamo attivi 13 impianti di compostaggio che possono trattare 327.231 tonnellate di umido. Una quantità sufficiente, di certo al limite del fabbisogno a causa di ritardi del passato, ma il quadro è in continua evoluzione. I problemi che sono sorti, come il guasto a un grosso impianto di Catania, sono stati risolti o sono in via di risoluzione. Stiamo correndo e ottenendo risultati concreti. Sicilfert, a Marsala, è stato sequestrato facendo venir meno 55 mila tonnellate l’anno di organico da trattare. Stiamo lavorando con l'amministrazione giudiziaria per individuare soluzioni, compatibili con le procedure in corso, ai fini di una riapertura, anche parziale, di questo e altri impianti. Stesso discorso per quelli non attivi per il fallimento delle società d’ambito, come il Polo tecnologico di Castelvetrano e l’impianto di compostaggio di Bisacquino. Senza dimenticare gli impianti pubblici finanziati nei giorni scorsi dalla giunta regionale".



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