Sono due i Clemenza citati nell'ordinanza del blitz Artemisia, eseguito dai carabinieri su richiesta della Procura di Trapani qualche settimana fa. Un’operazione della quale abbiamo parlato ampiamente.
Ma un errore materiale, che gli inquirenti hanno subito riconosciuto, ha di fatto prodotto confusione per le diverse testate giornalistiche che si sono occupate dell’argomento.
Sì, perché oltre ad essere nati nello stesso luogo e nello stesso giorno, in un passo dell’ordinanza era stato scritto erroneamente: “… Clemenza Nicola, consigliere comunale del comune di Partanna dal 18 giugno 2013, capo gruppo del gruppo consiliare Alleanza per Partanna, nonché presidente dell’associazione antiracket Libero Futuro di Castelvetrano…”.
In sostanza i due, che comunque non risultano nemmeno indagati in quest’operazione che ha coinvolto fra gli altri l'onorevole Giovanni Lo Sciuto, è come se fossero state considerate una persona sola.
La cosa ha prodotto tutta una serie di equivoci descrittivi, che hanno finito per mischiare i ruoli che entrambi hanno avuto nelle vicende di cui si è occupata la Procura di Trapani.
Il Nicola Clemenza presidente di Libero Futuro Castelvetrano è diverso dal Nicola Clemenza consigliere comunale.
Il primo, impegnato nell’associazione antiracket, non ha mai parlato al telefono con Lo Sciuto e non l’ha mai incontrato, come si evince più avanti nella stessa ordinanza. Men che meno ha mai fatto da intermediario per fare avere una pensione di invalidità ad una persona.
In passato aveva fatto parte della massoneria, regolarmente registrato e lontano dalle dinamiche descritte nelle carte del blitz. E, sentito nel novembre 2015 dall’Autorità Giudiziaria come persona informata sui fatti, aveva descritto come fossero stati proprio i massoni a convincerlo a presentarsi parte civile nel processo contro chi gli aveva bruciato l’auto (ne avevamo parlato qui).
Il Clemenza consigliere comunale invece ha recentemente diffuso un comunicato stampa in cui tiene a precisare che i fatti descritti sono riferibili alla sua persona e non ad altri omonimi.
Inoltre, “sulla vicenda – scrive il consigliere – sento di poter dichiarare in tutta tranquillità che i rapporti intercorsi con l’onorevole Lo Sciuto sono sempre stati improntati alla più sincera amicizia e a una normale collaborazione politico-istituzionale”. Chiarisce poi di non essere destinatario di alcun provvedimento giudiziario e di non essere mai appartenuto a logge massoniche di alcun tipo, dichiarandosi “sereno e con la coscienza a posto”.
Il Clemenza consigliere, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto il ruolo di intermediario tra il Lo Sciuto ed un anziano signore, per una pratica di riconoscimento dell’indennità di accompagnamento.
L’allora deputato regionale, stando attento a non fare nomi, alla fine gli comunicava il buon esito dell’interessamento:
LO SCIUTO: Tu mi hai mandato uno qua che doveva andare a passare una cosa
CLEMENZA (consigliere, ndr): Ah, si. Certo, si, si
LO SCIUTO: Tutto a posto! Tutto a posto!
CLEMENZA (consigliere, ndr): Si, si. A posto. Si. Va bene
Quest’ultimo poi “sarebbe stato informato dell’intervento del Lo Sciuto – si legge ancora nell’ordinanza – direttamente dal soggetto in argomento”, che si era reso conto dell’anomala brevità della visita medica cui era stato sottoposto:
CLEMENZA (consigliere, ndr): Si, ma lui di fatto mi disse: <<A me mi fecero stare un po’ fuori, io l’ho capito, mi misi un poco là… (inc. per acc. di voci)…>> …(…)… disse: <<Un minuto preciso>>
LO SCIUTO: Ma perché l’ha visitato? … un minuto ci mise e se ne è andato.
Secondo i magistrati, ciò aveva permesso di ampliare la rete del consenso elettorale per il loro schieramento politico, in modo poi da chiedere voti in cambio.
CLEMENZA (consigliere, ndr): Ah, tutte cose a posto, quello è con noi… quello ormai è con noi
LO SCIUTO: A limite, a limite per la femmina gli dice che vota per… per Loredana, quella che è da noi, la segretaria…
CLEMENZA (consigliere, ndr): Va bè, poi qualche due giorni prima ci vado, appena un po’ di tempo prima ci vado, glielo farò avere, gli dico: <<Tieni questo te lo manda Giovanni, punto, il nominativo…>>
Egidio Morici