Sotto il segno della continuità, è stato questo il leit motiv che ha portato alla rielezione di Domenico Venuti a Salemi.
Il consenso sfiorato è stato oltre il 50%, la sua lista “Salemi 2024” ha riscontrato tanti consensi.
Perde il centro destra, due le candidature presentate che non sono state apprezzate dall’elettorato: Giuseppe Crimi e Roberto Rapallo. Se i due si fossero uniti nel segno di un progetto di centro destra si sarebbero attestati a una percentuale discreta, oltre il 30%.
La riconferma di Venuti va verso la continuità progettuale di cui lo stesso sindaco ha parlato in campagna elettorale. Ha preso le distanze da quelli che erano i suoi incarichi di dirigenza del partito rimanendo un tesserato del Pd. Potrebbero adesso cambiare gli equilibri della provincia? Si, potrebbero. Venuti è sindaco ma rimane anche un fedelissimo di Baldo Gucciardi che non mollerà la leadership, essendo anche l’unico deputato eletto sul territorio.
Per i prossimi cinque anni il futuro politico di Venuti è assicurato. Mantiene la roccaforte di voti a Salemi il movimento Cinque Stelle che si attesta, con Rosario Rosa, al 16,05% ma non basta per arrivare al governo della città.
Nella notte del 29 aprile, a scrutinio inoltrato, si è decretata la fine dell’epoca politica di Nicola Cristaldi. Sconfitto due volte: nella sua Mazara con la candidata che aveva lanciato e a Calatafimi dove correva in prima persona.
Niente da fare, il plurisindaco è costretto a stare fermo un turno nell’attesa di riprovarci, magari, in altre città: perché non a Marsala nel 2020?
I cittadini di Calatafimi hanno scelto Antonino Accardo, è l’unico sindaco che si è presentato con il simbolo dell’UDC e ha vinto.
A Salaparuta vince Drago, centro destra. Sui territori regge bene il centro destra, se unito addirittura sbaraglia. Questi test elettorali apriranno la strada verso ulteriori scenari per le elezioni europee del 26 maggio.