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26/04/2019 07:00:00

Caro carburanti, in Sicilia superati anche i due euro al litro per la benzina

Guerra in Libia, crisi tra Iran e Stati Uniti, ritocchini qua e là per cercare di massimizzare il profitto durante le feste. Fatto sta che anche i siciliani hanno trovato, per questo infinito ponte tra pasqua, 25 aprile e 1 maggio, una sgradita sorpresa: il prezzo della benzina è schizzato in alcuni distributori a oltre 2 euro. Un muro che sembrava invalicabile, ma che a quanto pare non lo è. Eni, Ip e Italiana Petroli ritoccano i prezzi raccomandati anche del diesel. Va detto che solo in pochissimi distributori, e soltanto in autostrada e con l'opzione «servito» si raggiunge questo salasso, ma che il portafogli degli italiani sia un po' più leggero in questo 2019 a causa del lievitare dei prezzi dei carburanti è indubbio. Da gennaio ad oggi si parla di circa quindici centesimi, e tra oggi e il 1 maggio si potrebbero avere dei rincari di altri 10 millesimi circa. La soglia delle 2 euro in Sicilia si supera soprattutto sulla A18 Messina-Catania, sulla A19 invece il limite è solo sfiorato (massimo 1.985 euro), almeno secondo l'Osservaprezzi Carburante del Mise, con un aggiornamento a ieri pomeriggio.

Ieri è arrivato il durissimo attacco del Codacons, che in una nota ha commentato i rincari di questi ultimi giorni: «Prosegue la corsa dei carburanti, con le compagnie petrolifere che nelle ultime ore hanno ritoccato al rialzo i listini di benzina e gasolio alla pompa, aggravando la spesa per i rifornimenti a carico di chi si sposterà in auto nei prossimi giorni. Un pieno di gasolio costa oggi circa 5,5 euro in più rispetto ad aprile 2018 (+4 euro la benzina) e il rincaro alla pompa raggiunge quota +7% su base annua», spiega il Codacons, sottolineando che si tratta di «aumenti che rendono sempre più salati i ponti degli italiani del 25 aprile e dell'1 maggio, e che rischiano di determinare speculazioni legate alle vacanze delle famiglie e al maggiore consumo di carburante nelle prossime ore». Anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha commentato: «Oggi chi va a prendere un litro di benzina paga 2 euro: uno dei pilastri della destra era quella di ridurre le accise».

In effetti Matteo Salvini aveva detto che si impegnava a tagliare almeno 7 accise, quelle più vecchie permettendo agli italiani di risparmiare almeno 3 miliardi di euro, ma questo, ancora, non è stato fatto. Ma tutto questo è semplice speculazione, da parte delle compagnie petrolifere o dei gestori? No. O per meglio dire, non solo. L'aumento del prezzo, durante o in prossimità delle feste, c'è sempre stato, con una ricerca a massimizzare il profitto immediatamente, ma non così tanto e mai in maniera esagerata. Quel che è certo è che stiamo vivendo un particolare momento, in questo 2019, che risente di un pesante clima politico internazionale, tra l'inasprimento delle sanzioni Usa all'Iran, le tensioni in Libia, le quotazioni del greggio che ricadono inevitabilmente a cascata su tutti i prodotti petroliferi e cosi via. In Sicilia però, ad esempio, non dovremmo risentire della situazione in Iran, visto che, come spiega il coordinatore Assopetroli Assoenergia Sicilia, Luciano Parisi, «la nostra Regione non importa prodotti da quelle parti, visto che siamo assicurati dalle nostre raffinerie. Certo, a livello nazionale se ne potrebbe risentire, ma per ora non abbiamo questo sentore». Il problema prezzo, spiega Parisi, è comunque circoscritto alle autostrade: «C'è un calo drammatico dei distributori presenti nella rete autostradale, i prezzi delle concessioni sono altissimi e anche i gestori devono essere pagati, tanto che gli ultimi bandi per l'apertura di nuove pompe sono andati deserti - spiega Parisi -. I contratti sono molto cari, e quindi i costi ricadono sugli utenti. Per quanto riguarda la rete cittadina, non abbiamo notato aumenti di prezzi folli, in Sicilia. Cè stato un aumento da gennaio ad oggi, questo si, ma non c'è nessuna volontà di lucrare da parte dei gestori. C'è una differenza di prezzo tra i “serviti” e i self service, ovviamente. Senza dubbio ci vorrebbero più controlli e più attenzione riguardanti quei posti dove offrono delle cifre bassissime, perché magari non pagano accise o fanno arrivare dei prodotti scadenti. Il problema dell'illegalità è attualissima: costa allo Stato qualcosa come sette miliardi di euro l'anno».