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15/04/2019 06:00:00

Castelvetrano. Il candidato sindaco Vita Alba Pellerito risponde alle domande di Tp24

 Si chiama Vita Alba Pellerito. È un avvocato, candidato sindaco con la lista civica “Insieme si può”.

 

“Rinascita”, “cambiamento”, “normalità” e “discontinuità”. Qual è il termine che più la rappresenta?

 

Indubbiamente la discontinuità. Non ho mai fatto politica e sono convinta che fino ad oggi, visti i risultati, la cosa pubblica sia stata amministrata nel peggiore dei modi. Ho però partecipato alla politica castelvetranese come cittadina attenta a quello che accadeva e nella nostra proposta l’unica continuità che mi sento di portare avanti è nella prosecuzione dell’attività della commissione straordinaria. Non occorrono chissà quali rivoluzioni, ma continuare in un percorso virtuoso ed un approccio rigoroso già tracciato dai commissari. E’ con la vecchia politica che la discontinuità è totale.

 

Il suo percorso per la candidatura a sindaco è stato molto travagliato: dalla Lega alla lista “Insieme si può”, passando per Città Nuova. Perché?

 

Su questo percorso c’è stata molta strumentalizzazione. Qualcuno ha perfino parlato di trasformismo politico, dicendo che io avrei cercato a tuti costi un partito o un movimento disposto a  candidarmi a sindaco. Ma le cose stanno in modo molto diverso.

 

Ci può spiegare sinteticamente cos’è successo?

 

Conosco Bartolo Giglio, rappresentante provinciale della Lega, da più di 30 anni: era dirigente della mia squadra di pallavolo. E’ stato lui a chiamarmi, invitandomi ad una riunione e, onestamente non sapevo nemmeno chi fossero i referenti della Lega a Castelvetrano. La presenza di alcune persone però non mi aveva dato quell’idea di discontinuità che cercavo. Ed inoltre ho avuto la netta impressione che non fossero realmente interessati alle amministrative della città, ma alle elezioni europee. Poi mi è capitato di incontrare diverse persone di Città Nuova che mi fecero un’ottima impressione ed accettai il loro invito a far parte della loro squadra.

 

Ma dopo l’abbandono del professore Saverio Francesco Calcara, che era il presidente di Città Nuova, è vero che la lista diventò una scatola vuota?

 

Assolutamente no. A parte il professore Calcara, Nino Centonze e pochissimi altri (oggi a sostegno di altri candidati), tutti gli altri sono rimasti con me. E ovviamente sto parlando di quelli attivi, a prescindere dalla confusione che abbia potuto ingenerare quell’elenco di dimissionari che conteneva vecchi nomi di persone che non avevo mai visto in nessuna delle nostre riunioni. E’ bene essere chiari: la scatola era rimasta piena, anche se senza la possibilità di usare il simbolo di Città Nuova. Per farlo, era necessario avere lo statuto del movimento, che avrebbe dovuto avere il presidente Calcara, ma che invece non si è più trovato.

Nel frattempo di siamo confrontati con Ninni Vaccara e Rosy Milazzo, condividendo il loro progetto a cui lavoravano nel 2017.  Le posso assicurare che alla fine “Insieme si può” è la sintesi rappresentativa di una cerchia di persone molto più ampia rispetto a quello che si possa pensare.

 

Dall’esterno qualcuno potrebbe dirvi che Ninni Vaccara non rappresenti proprio il nuovo. E’ consigliere comunale da anni.

 

Proporsi in maniera nuova non è legato al tempo in cui uno può essere stato in consiglio comunale.

Ninni Vaccara rappresenta il nuovo perché è sempre stato fuori dal coro, portando avanti le sue battaglie, facendo le sue ricerche e le sue interrogazioni. E’ stato l’unico, in tempi non sospetti, a parlare della relazione Dagnino (che Tp24 ha pubblicato integralmente qui, ndr), del depotenziamento dell’ospedale e di altre vicende sulle quali in tanti hanno tentato di mettere il cappello.

Quali sono le sue valutazioni sull’operazione Artemisia, che ha messo in luce questo sottobosco fatto di clientele e corruttele?

 

Artemisia ci fa capire come spesso l’elettorato non sia libero di esprimere il proprio voto.

Se non ci fosse stata quest’operazione, io non avrei avuto nemmeno la speranza di superare lo sbarramento. Mi sarei trovata ad affrontare un cordata insuperabile.

E’ stato scardinato un sistema che ha messo diversi cittadini nelle condizioni di non potersi sganciare dal votare in un determinato modo. Una cosa gravissima, contro i principi cardine della democrazia, a prescindere da quelli che saranno i risvolti giudiziari. Ciò che è venuto fuori dalle intercettazioni, a prescindere dal rilievo penale, è indubbiamente significativo in termini morali.

E sono fatti che con la massoneria hanno poco a che fare. L’impressione è di avere davanti un manipolo di gente che pensa solo ai propri affari.

 

E sullo scioglimento per mafia? E’ tra quelli che sostengono sia stato un grimaldello per azzerare la classe politica di maggioranza?

 

Non credo proprio. Castelvetrano in quel momento era attraversata da troppi interessi tra politica, mafia e comunque ambienti poco leciti nel territorio. Era anche quello un sistema che andava scardinato e lo Stato ha trovato il modo più incisivo di farlo, facendo saltare tutti gli equilibri. Il sistema di amministrazione della città era malsano.

 

Il risanamento economico comporterà comunque lacrime e sangue, oltre alla carenza di servizi. Quale messaggio darebbe a chi non ha mai pagato i tributi? E quale invece a chi ha sempre pagato?

 

Per i primi: se siete nelle condizioni di pagare, pagherete fino all’ultimo centesimo, se invece non ne avete davvero le possibilità, l’amministrazione tenderà una mano.

Per quelli che invece le hanno sempre pagate, purtroppo devo dire che da un decennio siamo abituati alla carenza di servizi, ma noi cercheremo di utilizzare al meglio le poche risorse che avremo a disposizione per garantirli.

 

Al di là dei singoli cittadini ci sarebbero quei gruppi, come nel caso di Area 14, che le tasse (e le rette d’affitto, visto che la proprietà dell’edificio è del comune) non le hanno mai pagate. Si riuscirà a non guardare in faccia nessuno?

 

Certamente. L’occhio di riguardo sarà soltanto per le fasce deboli della popolazione castelvetranese, non certo per coloro che avrebbero le entrate più che sufficienti per far fronte al dovere del pagamento dei tributi.

 

Perché i castelvetranesi dovrebbero votare Vita Alba Pellerito sindaco?

 

Perché non sono una che scende a compromessi. Il mio progetto non ha alla base nessun interesse personalistico e non è legato a nessun apparato partitico.

Io, per mia indole, non ho mai piegato la testa. Non ho mai ricevuto nulla dalla politica ed ho intenzione soltanto di fare qualcosa per la città di Castelvetrano.

 

Egidio Morici