"Perché io si e gli altri no?". Se lo chiede Teresa Principato dopo la condanna per rivelazione di segreto d'ufficio.«Sono stravolta da quanto mi è stato appena detto. È un mistero come mai io sono stata condannata per due parole e gli altri due imputati sono stati assolti. Aspetto le motivazioni della sentenza». Queste le parole affidate a Repubblica da parte di Principato, per anni procuratore aggiunto della Dda di Palermo e che ha coordinato l’inchiesta sulla cattura di Matteo Messina Denaro.
Come ricordiamo in un altro articolo, Principato è stata condannata dal tribunale di Caltanissetta a 40 giorni in primo grado, pena sospesa, per «segreti inerenti a un procedimento penale». Avrebbe chiamato nel 2017 l’appuntato della Finanza Calogero Pulici, applicato per diverso tempo alla sua segreteria, e gli avrebbe riferito quanto detto durante un interrogatorio ai magistrati di Caltanissetta come persona informata sui fatti. Prosciolti dalla rivelazione di segreto d’ufficio un altro magistrato, Marcello Viola, allora procuratore capo di Trapani e oggi procuratore generale a Firenze, e Pulici, perché «il fatto non sussiste ».