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22/03/2019 06:00:00

Mafia e politica a Trapani, quel flop di Inferrera alle Regionali

 Se c'è un caso di grande flop della mafia in provincia di Trapani sta nel procacciamento del voto a favore di Ivana Inferrera, ex assessore trapanese, candidata alle regionali del 2017 con l'Udc, e arrestata nell'operazione antimafia Scrigno.

Inferrera, ora ai domiciliari, è accusata di aver comprato voti, insieme al marito, dai boss della mafia trapanese. Ma quei voti non sono serviti a niente. Inferrera non è stata eletta all'Ars, non ha fatto il salto di qualità. Ma adesso si trova in grossi guai per i rapporti con gli uomini del clan di Virga scoperti dalla Dda di Palermo.

Ivana Inferrera è stata assessore alle politiche culturali del Comune di Trapani. Nel 2017 si candida alle regionali, con l'Udc. Nella sua lista ci sono pezzi da novanta, su tutti Mimmo Turano, che punta alla rielezione all'Ars. Inferrera vuol essere l'outsider. Ma non può farcela da sola. Allora si affida a quelli lì, si affida ai fratelli Virga, boss di Trapani. A intrattenere i rapporti ci pensa soprattutto il marito Antonino D'Aguanno, imprenditore molto conosciuto in città, con interessi anche a Messina. E proprio su questo aspetto puntano i Virga per cercare di fare bella figura con i propri "clienti". In cambio dell'aiuto della “famiglia” a Ivana Inferrera, sarebbero arrivati non solo soldi ma anche l’assunzione di personale, operai specializzati nel campo dell’edilizia, da utilizzare nei cantieri riconducibili a D'Aguanno, presidente delle piccole e medie imprese con diversi interessi nella provincia di Messina.

Il punto di riferimento è Pietro Virga, figlio del boss ergastolano Vincenzo, ritenuto a capo del mandamento con il fratello Francesco. Virga impegna il clan in queste elezioni regionali. C'è prima un impegno a favore di Paolo Ruggirello, deputato regionale uscente. Ma Virga fa anche l'azzardo, decide di puntare anche su Ivana Inferrera. Si affida a molte persone, coinvolge anche i marsalesi.

In un incontro con Salvatore Angileri, ritenuto uno dei referente della mafia marsalese, viene affrontato l'argomento e si intavola l'accordo.
“Per queste elezioni impegni avete voi?”. Angileri rispondeva che aveva iniziato a raccogliere voti per Stefano Pellegrino, penalista del Foro di Marsala: “Io sto raccogliendo quattro voti per Stefano Pellegrino l’avvocato”. Virga, allora, esplicitamente dice che aveva ricevuto dei soldi per raccogliere dei voti in favore di un candidato “previa assicurazione allo stesso, qualche giorno prima, dell’esatto numero dei voti con l’indicazione della sezione di riferimento”.
Angileri non si fa problemi, anche sta raccogliendo voti per altri candidati, può fare l'altro lavoro. Può diffondere il verbo dei Virga e far votare anche la Inferrera. Virga gli dà un aconto di mille euro, specificandogli di dividere la somma con suo padre .
Poi Virga dice: “Deve salire a dritta… il marito è uno che ha amicizie forti là a Roma. E se noi arriviamo a questa a portarla là, qualche cosa possiamo concludere è giusto?”
.
La candidata può essere utile, ha un marito influente, e si punta a far lavorare i “picciotti” nelle imprese di D'Aguanno.
Angileri non è l'unico marsalese a cercare voti per la Inferrera. Viene convocato anche Giuseppe Piccione. Anche a lui, da dividere con Biagio Bianco, vengono dati mille euro. Bianco è utile perchè ha numerose amicizie ad Amabilina, quartiere popolare di Marsala dove vivono famiglie in precarie condizioni socio-economiche e quindi facilmente reclutabili: “A tutti questi già quando gli da 50 euro, 20 euro per fare la spesa...”. Per i voti bastano pochi soldi.

Virga con Inferrera e con D'Aguanno non hanno mai parlato. Il patto è solido, ma c'è un referente che è Michele Alcamo. Neanche Alcamo ha mai parlato con Virga, il tramite era Leonardo Russo, lui sì che ha avuto contatti telefonici sia con Inferrera che con il marito.


Proprio Russo si lancia in una confidenza ad un amico. “E parlando con te noi altri abbiamo una carissima amica che al 99% sale davvero ….Ivana Inferrera, se voi altri non avete nessuna situazione e ci volete votare… è dell’UDC”. Al suo interlocutore Russo manda la “santina” elettorale via WhatsApp.
Gli uomini di Virga tentano di far fare una bella figura, cercano voti nei paesi vicino Trapani, a Paceco, a Marsala. Il giorno delle elezioni è un disastro però. Alcamo e Russo seguono lo spoglio dal comitato elettorale di Inferrera. Ma è una tragedia. Gli uomini di Virga, i mafiosi di Marsala e Trapani non sono riusciti a far avere abbastanza voti alla loro candidata. Un flop mai visto. “Paceco devo essere sincero ...pensavo che un pezzo di 150 li tiravamo invece ci siamo fermati a circa 100...”.
Gli uomini di Virga si lamentano del flop anche perchè la stessa Inferrera non avrebbe ottenuto voti in quelle città in cui diceva di avere un ampio consenso. “E i voti suoi1 di Alcamo dove sono? Dice che aveva i voti ad Alcamo. Noi ci siamo ammazzati dalla mattina fino alla sera, io quindici giorni senza dormire sono stato”. Inferrera prenderà 888 voti, una miseria. Virga sintetizza così: “Da schifo è finita”. E sono finiti anche i tempi in cui la mafia spostava tanti di quei voti da far eleggere deputati e senatori. Un flop quello di Inferrera che certifica il declino, su questo fronte, di cosa nostra.



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