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16/03/2019 06:00:00

Mafia a Trapani. I Virga, una famiglia alla guida del mandamento

Nell’operazione antimafia “Scrigno”, la più importante degli ultimi anni in provincia di Trapani, che ha portato agli arresti di diversi boss e del politico più potente della provincia di Trapani negli ultimi anni, Paolo Ruggirello, emerge come abbiamo avuto modo di approfondire, la figura dei fratelli Pietro e Francesco Virga, ritenuti dagli inquirenti a capo del mandamento mafioso di Trapani.

Sono accusati di far parte della famiglia mafiosa di Trapani, che in seno a Cosa Nostra ha ricoperto da sempre un ruolo fondamentale nella provincia trapanese, tanto da costituire mandamento e punto di riferimento per tutte le altre famiglie.

L’eredità dei Virga – I fratelli Virga, hanno ereditato la leadership dal padre Vincenzo Virga, arrestato il 21 febbraio del 2001, dopo otto anni di latitanza, e detenuto e sottoposto al regime del 41 bis presso la Casa Circondariale di Milano Opera. Virga tra le varie condanne riportate a conferma – scrivono gli inquirenti - della sua pericolosità sociale, è stato condannato per l’omicidio del Giudice Alberto Giacomelli e dell’agente di polizia penitenziaria, Giuseppe Montalto e più recentemente per l’omicidio del giornalista e sociologo Mauro Rostagno.
Prima del marzo del 1994, quando il reggente del mandamento di Trapani diventa latitante, è lui stesso ad introdurre i figli nell’associazione mafiosa, anche se poco più che ventenni, e inizia a coinvolgerli negli affari illeciti di Cosa Nostra, tra i quali quello più importante nel settore del cemento con la gestione della “Calcestruzzi Ericina”.

Vincenzo Virga - Luogotenente di Bernardo Provenzano, quando è finito in manette, Vincenzo Virga, aveva 64 anni ed era ritenuto uno dei mafiosi più pericolosi. Sorpreso in un casolare, aveva con se aveva oltre 17 milioni in pezzi da cento mila lire.
Virga, secondo gli inquirenti, manteneva i contatti fra la nuova mafia di Messina Denaro e quella "tradizionale" del boss Provenzano arrestato poi nel 2006. Negli anni '70 Virga era un contadino indigente, 15 anni dopo un ricco, rispettato e insospettabile imprenditore, con interessi in vari settori, dall'edilizia allo smaltimento dei rifiuti e una moglie titolare di una delle più eleganti gioiellerie di Trapani.
L'ascesa nella gerarchia mafiosa di Vincenzo Virga, passa attraverso la sua abilità nel muoversi nella ragnatela di interessi finanziari che hanno trasformato Trapani nella città d'Italia dove è più alto il numero delle società finanziarie e degli sportelli bancari in rapporto alla popolazione. Era abilissimo nel pilotare gli appalti, e la sua abilità criminale è misurata anche dal patrimonio accumulato in 15 anni di dominio mafioso a Trapani. Divere le società a lui riconducibili, beni mobili e immobili per svariati miliardi, e numerosi prestanome. Una ricchezza che non gli ha impedito di continuare a percepire una regolare pensione dell'Inps relativa ai suoi anni di lavoro, vero o fittizio, nei campi.

All’arresto del padre sono i fratelli Virga, Francesco, prima, e Pietro, poi, ad assumere la guida della famiglia mafiosa trapanese e sono le stesse condanne per entrambi, seppur separatamente, sono stati arrestati e condannati con sentenza definitiva per associazione mafiosa.

Francesco Virga  - E' stato condannato dalla Corte di Assise di Appello di Palermo, con sentenza del 28.11.2000, alla pena di anni 8 di reclusione  per avere fatto parte dell'associazione di tipo mafioso denominata "Cosa Nostra" e in particolare della famiglia di Trapani.
Le motivazioni della sentenza dimostrano il concreto coinvolgimento da parte di Francesco Virga nelle attività economico-imprenditoriali riconducibili alla cosca mafiosa trapanese, sostituendo il padre Vincenzo.

A parlare del suo ingresso in Cosa Nostra Come fu il collaboratore di giustizia Vincenzo Sinacori che ha qualificato Francesco Virga come “uomo d’onore” della famiglia di Trapani, formalmente “combinato”e affiliato all’associazione. Fu lo stesso Sinacori ad affiliare Francesco Virga in presenza di Vito Mazzara e Franco Orlando. La cerimonia di affiliazione avvenne a casa di Orlando e lì che furono comunicate al “nuovo affiliato” le “regole” e che sarebbe stato presentato solo al Vincenzo e a Matteo Messina Denaro, perché rappresentante della provincia di Trapani. Francesco Virga fu “combinato” come “uomo d'onore riservato”. Francesco Virga è stato in seguito condannato dal Tribunale di Trapani, con sentenza poi divenuta definitiva nel giugno del 2010, per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso alla pena di anni 3 di reclusione.

Pietro Virga - Come per il fratello, anche per Pietro Virga sono gli atti processuali e le sentenze a confermare la caratura criminale. Il 20 luglio 2000 è stato condannato dal GUP del Tribunale di Palermo a 14 anni di reclusione per associazione mafiosa ed altri ventotto reati, sentenza poi confermata nel maggio del 2001 dalla Corte di Appello di Palermo.

A queste si sono susseguite le condanne per il reato di furto aggravato dal metodo mafioso, sentenza emessa del Gup del Tribunale di Palermo a febbraio 2004 e per estorsione aggravata con una sentenza del Tribunale di Trapani a dicembre 2008. Nonostante il lungo periodo di detenzione – scrivono gli inquirenti - i fratelli Virga non hanno si sono allontanati dall’associazione mafiosa, della quale, invece, ne hanno assunto le redini nel periodo delle indagini che hanno portato all’operazione “Scrigno”.
 



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