Hotel a quattro stelle, affari nell'edilizia, summit, intimidazioni. A Favignana, perla del Mediterraneo, meta di centinaia di migliaia di turisti ogni anno, c'è la mafia. Non è solo un braccio operativo della famiglia di Trapani, ma a Favignana è stata scoperta, per la prima volta, l'esistenza di una famiglia mafiosa. L'operazione Scrigno ha portato alla luce anche questo. La mafia a Favignana si era insediata, e da tempo, facendo affari anche di grossa portata, come quello del Grand Hotel Florio, una delle più famose strutture ricettive dell'isola.
LA FAMIGLIA
Non solo un braccio operativo di Trapani, ma piena autonomia. E il capo della famiglia mafiosa di Favignana era uno che nel suo curriculum criminale “vantava” una condanna per omicidio. Il capo a Favignana, il referente, era Vito D'Angelo, 71 anni, originario di Ravanusa. Un punto di riferimento solido per la terraferma, per i fratelli Francesco e Pietro Virga, a capo del mandamento di Trapani, figli di quel Vincenzo Virga storico boss ergastolano del capoluogo. Tutti finiti in carcere la scorsa settimana.
Di Vito D'Angelo gli inquirenti scrivono:
“Ha organizzato la famiglia mafiosa di Favignana, quale referente mafioso di Francesco Virga sull'isola, mantenendo, attraverso il continuo scambio di comunicazioni, un costante collegamento con gli altri associati, organizzando e partecipando ad incontri con gli stessi finalizzati a trattare questioni di interesse dell'associazione mafiosa, tra le quali la acquisizione diretta e indiretta di attività economiche ed il controllo del territorio su Favignana”.
Ma sull'isola non era solo. In manette ci è finito anche Francesco Russo, attivo nella parte imprenditoriale della famiglia. Altri nomi finiti sulla lista della Dda di Palermo che ha messo a segno l'operazione antimafia sono quelli di Mario Letizia, imprenditore portavoce dei virga, Jacob Stelica, detto Andrea, tuttofare della cosca, dalle bonifiche delle cimici agli attentati incendiari, Vincenzo Ferrara, detto Nico. Attivo negli affari di Favignana anche Francesco Peralta, uomo di fiducia dei Virga.
GLI AFFARI
Sono entrati a gamba tesa su diversi settori, e altri erano pronti a svilupparli. Il settore principale, quello su cui più facilmente cosa nostra, da sempre, riesce ad infilarsi è l'edilizia.
La famiglia di Favignana, con il sostegno di Francesco Virga, aveva dato vita alla V.M. Costruzioni, una ditta edile ovviamente intestata fittiziamente a dei prestanome. Nell'ambito di questa attività erano nati dei dissidi con dei concorrenti. Sarà infatti Jacob Stelica, con il benestare dei suoi superiori, a dar fuoco ad un escavatore di un imprenditore che doveva dare dei soldi a Russo. La V.M. Nasce nel 2016, e le intenzioni sono quelle di non far casini, di “tenere tutto in regola, questa si deve tenere zenit” dicono i membri del clan per portare “almeno 3.000 euro al mese. Non sono soldi?”. La V.M. Costruzioni non doveva servire solo a Favignana, ma anche per realizzare alcune villette a Marsala e ristrutturare un'imponente struttura con 35 camere, sotterranei, e un valore di 4 milioni di euro. Un affare che non andrà mai in porto.
Tra i business da avviare sull'isola c'era quello della raccolta degli inerti su alcuni cantieri. Per questo i membri dell'associazione si incontrano alcune volte. Ci sono anche Francesc Peralta, Mario Letizia e Giuseppe Piccione, uomo d'onore marsalese. Per infilarsi in questo affare la trafila è diversa, bisogna avere delle autorizzazioni e richiedere al Comune le informazioni per il successivo smaltimento degli inerti. Per questo ci avrebbe pensato Letizia. Su questo affare avevano anche definito come spartire i guadagni. “Mettiamo che restano dieci lire, mettiamo quattro lire, due ve le prendete voi (si riferisce alla famiglia mafiosa di Trapani, ndr) voi siete quattro o cinque, uno due, non mi interessa degli estranei”. E l'altra metà resta sull'isola. Ma la mafia a Favignana mette gli occhi soprattutto sul settore turistico. Un business sicuro per un'isola che ogni estate viene invasa dai turisti di tutto il mondo.
L'HOTEL
Il Grand Hotel Florio è uno degli hotel più noti dell'isola. Quattro stelle, camere confortevoli, servizi eccellenti. Un paio d'anni fa i vecchi proprietari realizzano che non ce la fanno più a gestire tutto. Lo capisce Francesco Virga. Il boss di Trapani dice alla moglie che “a Favignana ci sono due alberghi e un ristorante, tutto di un signore anziano che ha 90 e rotti anni e non vuole piu? gestirlo, perche? il figlio e? cretino e quel vecchio, prima che muore, vuole sistemare questa proprieta?”.
Un affare chiavi in mano, basta creare la società. Nasce così la PHM Srl. Sul sito dell'Hotel è ancora presente l'annuncio dell'inizio della nuova gestione. I proprietari però non sanno che si sono messi in casa persone non proprio raccomandabili. Non sanno che la mafia era entrata dentro il loro hotel.
Ad occuparsi del tutto saranno Mario Letizia e Francesco Peralta con l'aiuto di un farmacista compiacente, Marcello Pollara, ritenuto dagli inquirenti “pienamente consapevole della caratura criminale mafiosa dei suoi soci occulti”. Bisogna convincere i proprietari, e battere la concorrenza. Hanno messo gli occhi sull'hotel anche degli imprenditori campani. Ma i trapanesi hanno alle spalle i Virga, e su questo vogliono puntare, basta fare il nome. “Glielo dobbiamo fare pesare, non è che loro ci vogliono fare le scarpe”, dice Pollara. L'hotel passa sotto la gestione della PHM nel febbraio 2018, un mese dopo c'è l'inaugurazione, alla quale partecipa anche il sindaco dell'Isola, Giuseppe Pagoto.
.
LA LITE CON LA MOGLIE
Non tutto è felice e sereno per la famiglia mafiosa nella splendida isola di Favignana. Possono nascere battibecchi tra marito e moglie. La moglie che dice proibisce al marito di portar in casa i suoi amici a far casini. La lite classica di un contesto coniugale. Solo che il marito, in casa voleva portare i mafiosi. E' la lite che nasce tra Francesco Russo, imprenditore di riferimento di Virga e d'Angelo, e la compagna. Russo viene incaricato di organizzare un summit, proprio in casa sua, e chiede alla moglie massima riservatezza: “dimmi una cosa, se ci sarebbe all'improvviso qualche…una riunione da fare… ve ne salite nel salone eventualmente?”. La donna capisce, e non ci sta ad avere quei mafiosi per casa a parlare di mafioserie varie: “ma mi devi fare arrestare tu a me? Tu quando lo devi fare, me lo dici che me ne parto!”. Anche perchè non è che la moglie vada proprio d'accordo con quei suoi amici, e figuriamoci con le mogli dei suoi amici. Come la moglie di Francesco Virga, le parole della signora Russo sono un tantino di disprezzo: “Lei neanche una cosa del quinto mese ha scritto… e io dovrei fare le bomboniere da lei? Io ci sono andata a fare le condoglianze fino a casa quando sua madre è morta, lei si sente superba!”.
LA CIMICE
Tra il 23 e il 24 giugno 2017 a Favignana c'è fermento. I componenti della famiglia mafiosa cominciano a pensare che qualcuno li sta ascoltando. In effetti è così. Viene trovato un aggeggio dentro l'auto di Mario Letizia. E' una cimice, una microspia, che intercetta tutto ciò che si stava dicendo Letizia con i suoi sodali. E' soltanto una delle microspie piazzate sull'isola di Favignana. Letizia, D'Angelo, Virga, e gli altri non capiscono bene però di cosa si tratta.
Vito D'Angelo viene informato della presenza della cimice. A capire che si tratta di qualcosa di strano è Jacob Stelica. “Questo GPS e...sta controllando dove sei “. Letizia cade in paranoia: “Vedi questa cassetta di lì? Io la testa ho che qualche sera, stacco tutte queste cose e vedo cosa c'è dentro”. Anche Francesco Peralta parla della microspia trovata nell'auto di Letizia: “Ormai mettono cose piccole, piccole ...inc... devi fare finta sempre che c'è…”.
Nei giorni successivi, non venivano registrati ulteriori commenti. I protagonisti della vicenda, dopo qualche giorno di stallo, riprendevano a progettare e condurre i loro illeciti affari, erroneamente convinti che l’oggetto rinvenuto fosse un GPS installato dal precedente proprietario.