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09/03/2019 09:00:00

Appello di trenta Costituzionalisti, sull'Autonomia decida il Parlamento

Dopo il diretto interessamento del Capo dello Stato Sergio Mattarella, che nei giorni scorsi ha incontrato i presidenti delle Camere, sul fronte delle intese sul regionalismo differenziato tra il governo e le regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna scendono ora in campo trenta costituzionalisti di cui tre presidenti emeriti della Corte costituzionale (Francesco Amirante, Francesco Paolo Casavola, Francesco Tesauro): l’obiettivo dell’appello è sempre lo stesso, ossia far sì che la ratifica parlamentare delle intese non sia meramente formale. Le intese devono insomma essere emendabili. «Siamo fortemente preoccupati per le modalità di attuazione finora seguite nelle intese sul regionalismo differenziato e per il rischio di marginalizzazione del ruolo del Parlamento, luogo di tutela degli interessi nazionali – scrivono i trenta costituzionalisti nel loro appello -. Le ulteriori forme di autonomia non possono riguardare la mera volontà espressa in un accordo tra governo e regione interessata, avendo conseguenze sul piano della forma di Stato e dell’assetto complessivo del regionalismo italiano».

L'Autonomia Regionale insieme all TAV rappresentano temi caldi per la maggioranza di governo, la Lega vuole andare avanti con l'intesa tra Governo e Regioni, anche se a rappresentare il Governo c'è la leghista Stefani.  Il Capo dello Stato è intervenuto in prima persona sottlineando che in gioco c'è l'interesse nazionale e i principi di perequazione e di solidarietà tra regioni. I costituzionalisti sottolineano che non si può attuare un'autonomia "in assenza di una legge generale che stabilisca le condizioni del regionalismo differenzaito e che eviti un'attuazione disordinata dello stesso", per cui l'approvazione parlamentare "non può essere formale". Quindi da una parte c'è il Capo del GOverno Conte che in Aula aveva parlato di un processo lungo e di dialettica parlamentare per l'approvazione delle intese, dall'altra la volontà di Salvini a portare l'autonomia delle regioni del Nord prima possibile, o quantomeno entro le elezioni europee.