C'erano anche alcuni lingotti d'oro e 370 mila euro in contanti, tra i beni trovati in casa dell’imprenditore campobellese, Calogero John Luppino, di 39 anni, al centro dell'indagine Mafia Bet. Soldi che, secondo gli inquirenti avrebbe messo a disposizione alla famiglia del boss latitante, Matteo Messina Denaro.
Mafia Bet - Assieme a Luppino, al centro dell’operazione “Mafia bet”, sono stati arrestati lo zio Salvatore «Mario» Giorgi, di 60, e il castelvetranese Francesco Catalanotto, di 46, gestore di un centro scommesse a Campobello di Mazara. I tre sono finiti agli arresti per associazione mafiosa, estorsione e corruzione elettorale, l’operazione della Dda di Palermo, portata a termine, dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani, della Compagnia di Mazara e dal Ros, ha portato al sequestro di beni per un valore di circa cinque milioni di euro. Indagato assieme ai protagonisti c’è anche il deputato marsalese Stefano Pellegrino, che ieri si è dimesso da componente della commissione antimafia regionale. Al deputato i pm, il procuratore aggiunto Paolo Guido, e i sostituti Gianluca De Leo e Francesca Dessì contestano di aver avuto il sostegno elettorale di Luppino e Giorgi, che promettevano e distribuivano generi alimentari agli elettori in cambio della promessa di voto.
Imprenditore emergente Calogero John Luppino - L’ascesa imprenditoriale di Calogero John Luppino nel mondo delle scommesse e giochi on line - controllava il settore economico affidando alcune delle agenzie ad altri associati mafiosi – sarebbe stata favorita proprio dagli affiliati ai mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara, che imponevano in provincia di trapani l’installazione dei «device» delle società di Luppino e Giorgi. Dal sequestro di beni e attività (otto società e imprese individuali) nei confronti di Luppino, emerge che il suo giro d’affari si era diversificato in diversi altri esercizi commerciali quali rivendite di tabacchi, autonoleggi, bar, società di servizi e anche un centro di accoglienza per immigrati.
La corruzione elettorale e il deputato - Il coinvolgimento del deputato marsalese per i pm della Dda, sarebbe suffragato da sms e telefonate che proverebbero che il politico era «direttamente coinvolto in prima persona» nei metodi di raccolta dei voti da parte di Luppino e Giorgi. Si difende così Stefano Pellegrino, che ha già risposto alle domande dei giudici in procura: “Si tratta di soggetti che ho conosciuto tramite la mia attività pluridecennale di avvocato penalista. È possibile che soggetti da me assistiti abbiano parlato di me nel corso di telefonate intercorse tra di loro. Nulla, però, a che vedere con la mia campagna elettorale. Io non ho chiesto voti per me a questi soggetti. Inoltre, da quando occupo il ruolo di deputato regionale sto provvedendo a “lasciare” il patrocinio legale di tutti quei soggetti che hanno accuse che sono in qualche modo “incompatibili” con il ruolo istituzionale che ricopro".
Mario Giorgi e "Io Amo Campobello" - Se la politica è spesso coinvolta, purtroppo, in vicende di malaffari, spesso con imprenditori collusi con la mafia, nell'indagine Mafia Bet, politica e imprenditoria collusa sono le facce di una stessa medaglia. Salvatore Mario Giorgi, zio di Luppino è, infatti, da sempre un appassionato di politica, con una militanza nella sinistra campobellese, e in passato è stato sia assessore sia consigliere comunale, oltre ad avere avuto il ruolo di responsabile della Cna. Con il movimento «Io amo Campobello», di cui è l'animatore e fondatore è stato un sostenitore del sindaco Giuseppe Castiglione. Sia Mario Giorgi che il nipote, Calogero Luppino, consigliere pure lui dal 2006 al 2011, alle amministrative del 2014 hanno contribuito all'elezione dei consiglieri Gaudenzia Zito (indagata in Mafia Bet) e Giacomo Gentile. Presto però il sostegno all'amministrazione, per motivi mai chiariti, è venuto meno e da allora Giorgi è stato sempre in contrapposizione all'attuale amministrazione. Nel corso di un incontro con l'assessore regionale al turismo Sandro Pappalardo, Giorgi ha annunciato la partecipazione alle amministrative con il suo movimento "Io Amo Campobello".
Tutti gli indagati – Nell’indagine Mafia Bet sono coinvolti (denunciati) anche Vito Balsamo (Salemi, classe 80), Giuseppe Di Stefano (Salaparuta, '37), Paola Maggio (Castelvetrano, '81), Calogero Pizzolato (Castelvetrano, '79), Antonino Tumbiolo (Mazara, '81) e Gaudenzia Zito (Australia, '69). Quest'ultima eletta in Consiglio comunale nel 2014 con la lista «Io amo Campobello», movimento che sostenne l'elezione del sindaco Giuseppe Castiglione, per poi passare all'opposizione.