Nel suo ultimo libro, da poco pubblicato, Carlo Palermo, l'ex magistrato scampato alla strage di Pizzolungo, a Trapani, dove morirono la signora Barbara Rizzo e i suoi figlioletti, cerca ancora una volta di ricostruire i motivi del suo attentato. Carlo Palermo non si dà pace e la sua ricerca è instacabile, tanto da arrivare a superare ogni immaginazione: per Palermo, infatti, c'è una sorta di ordine massonico mondiale che tenta di sovvertire il mondo, da Aldo Moro ai giorni nostri. E questo "sistema" ha il suo centro mondiale ad Erice.
Città strana, Erice. Fascinosa. Ha poche decine di migliaia di abitanti, eppure nulla è mai banale di ciò che lì accade. Tutto si avvolge di mistero, se non di leggenda. E anche per i trapanesi, Erice, con questa forma strana, questo dividersi tra vetta e valle, questo sconfinamento con il capoluogo, è il centro del mondo.
Ecco perchè non è banale ciò che accade ad Erice.
Le ultime vicende di cronaca le abbiamo raccontate con puntualità e completezza su Tp24.it nei giorni scorsi, come sempre, cercando di essere obiettivi, di mettere insieme i fatti, di non fare sconti a nessuno: il vice sindaco Angelo Catalano, è stato arrestato per corruzione. Secondo l'accusa, avrebbe favorito alcune ditte per eseguire dei lavori pubblici, in cambio di piccoli favori personali.
Lo tsunami che ha investito Erice era nell'aria. Veleni giravano da tempo, c'è livore tra molti attori dell'agone politico. Il Sindaco Daniela Toscano ha reagito con la peggiore delle strategie (perché siamo buoni di cuore, e ci piace pensare che ci sia una strategia...). Ha rimosso l'assessore. Quindi ha sbandierato il mantra della legalità insegnatole dal suo mentore Giacomo Tranchida. E si è messa ad attaccare, spalleggiata dal maestro, un po' la stampa, un po' gli artefici di questa macchina del fango. Facendo mezzi nomi, allusioni.
Reazione banale. Per quel che mi riguarda, io tengo fermo il punto di Benedetto Croce: "Il politico veramente onesto è il politico bravo". Lo stiamo vedendo in Italia cosa significa avere gli "onesti" al governo, no? E Toscano non è stata elegante con Catalano, scaricato velocemente come se fosse l'appestato di turno, dopo dieci anni in cui, comunque, ci ha lavorato fianco a fianco, senza accorgersi di nulla (era troppo impegnata ad essere onesta, forse). L'assessore andava difeso, un pochetto. Anche per senso di appartenenza, di squadra. Qui invece il Sindaco pensa a difendere se stessa, alza la barriera, come se avesse paura di un contagio.
In maniera un po' surreale. Perchè poi, allo stesso modo, non c'è una presa di distanza netta. Non c'è e non ci può essere perchè Toscano e Tranchida sanno che Catalano è più di un pezzetto del loro sistema. Uno come Catalano c'è in ogni amministrazione comunale siciliana: è quell'assessore spiccia faccende, un po' architetto un po' geometra un po' ingegnere, magari a volte poco rispetto delle regole ma molto confidenziale con la prassi. Uno che risolve problemi, e, a volte, li crea.
Ecco, Catalano non sarà stato forse un assessore sempre onesto (ce lo diranno gli eventi). Probabilmente è stato bravo. Toscano, presa dalla foga di apparire onesta, la più onesta di tutti, non è affatto brava.
Così come non è affatto bravo Giacomo Tranchida. Si perde in dietrologia. Accusa gli altri, i poteri forti, di tramare contro lui, legalissimo, onestissimo, alfiere del cambiamento. E' una recita banale. Può impressionare un pubblico di bocca buona. Che ti fa l'applauso, e ti vota. Poi, come il povero Di Battista l'altra sera a Di Martedì, arriva il momento in cui l'applauso te lo devi chiamare, perchè il pubblico un po ' si è annoiato, e parecchio si è stancato. Tranchida, tra l'altro, gioca a fare il politico anti - sistema. Ma in realtà, tutta una generazione di politici, oggi è fuori da giochi. E' rimasto solo lui. Fateci caso: è il politico in carriera più anziano che abbiamo nel territorio. La prima volta che fu Sindaco, a Valderice, c'era ancora la lira. Da allora ha fatto sempre e solo politica. Sempre e solo sistema. Non c'è nulla di male a dirlo. E' insopportabile tutto questo gridare al mascariamento, al complotto, ai poteri forti. Per me oggi, il potere forte, in provincia, è lui. Onestissimo, certo. Ma pur sempre un potere.
E Tranchida sta lì, dopo l'arresto di Catalano, a fare il gioco di indicare in Catalano la mela marcia nel cestino delle mele buone. Non è così. Catalano non era una mela marcia, e il cestino non è di frutta buona buona. Anche Craxi, quando presero il presidente del Pio Albergo Trivulzio, Mario Chiesa, che cercava di buttare la tangente nel cesso, disse: "E' una mela marcia". Era il 1992, e fu l'inizio di Tangentopoli.
Non voglio dire che ad Erice ci può essere una tangentopoli. Racconto quello che vedo, e basta. Oggi la corruzione è piccola e diffusa. Si fa a chilometro zero. Soldi non ce n'è, i grandi appalti te li sogni la notte. La Sicilia è povera, e la politica anzichè lottare per avere risorse da investire, litiga per dividersi il poco che rimane. La corruzione avviene per un condizionatore da installare, una siepe da tagliare, una multa da cancellare. Non ci sono più i ladri di una volta. In compenso ci sono diversi "pizzicamerda", come li chiamava mia nonna.
Si tratta di lasciare da parte livori e luoghi comuni, espressioni abusate e sospetti. E aprire gli occhi sul fatto che la responsabilità penale è un conto. Ma a noi (noi giornalisti senza mandanti, noi cittadini, noi) non interessa: interessa la responsabilità politica. Se i piani si confondono, aspettando che i magistrati facciano pulizia, non andremo da nessuna parte. In tutta onestà.
Giacomo Di Girolamo