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13/02/2019 06:00:00

Scrive Massimo Toscano, sulle indagini ad Erice e la sua casa a Trapani

 Egregio direttore,

con riferimento all’articolo dal titolo “Dopo gli arresti per corruzione ad Erice: il caso parcheggi agita la maggioranza”, pubblicato in data 09.02.2019 sul giornale da Lei diretto, si è costretti a denunciare che esso, attraverso una ricostruzione falsa e diffamatoria riporta dei fatti che non corrispondono alla realtà, attribuendo comportamenti mai tenuti, ledendo gravemente l'immagine personale ed istituzionale.

Come si spiegherà qui di seguito di tratta di affermazioni false e infondate.

In particolare nell'articolo si afferma che: “alcune concessioni per la realizzazione di aree da destinare a parcheggio nella zona di San Giuliano, davanti le spiagge” ….. “Le vicende sono tante, si intrecciano tra loro, e le dichiarazioni rese dalle persone informate (tutte da vagliare, chiaramente, da parte degli organi competenti) COINVOLGONO, sotto diversi aspetti, non solo il Sindaco di Erice, Daniela Toscano, ma anche il marito Francesco Paolo Rallo, e il fratello, Massimo Toscano”.

Tale incurato intreccio di parole e frasi crea enormi malintesi ed equivoci coinvolgendo persone estranee alle vicende di cui si disconosce il contenuto e, quindi, si narrano episodi destituiti di ogni fondamento.

Stesso dicasi nella parte in cui il brano giornalistico riporta il cd. “segreto di pulcinella”.

Credo che tale idiomatismo sia irriverente nei riguardi delle persone citate in quanto nessuna notizia ha mai raggiunto nemmeno né la mia persona, né le altre persone indicate.

Ritengo che generare dubbi e incertezze su persone al solo scopo della divulgazione sia ingiusto e scorretto, così come da parte dei denuncianti nascondersi dietro illazioni sia indegno e codardo. Laddove le intenzioni sono quelle di far luce su fatti veri, nessuno deve sottrarsi all'adempimento del proprio dovere mettendoci la “faccia “di fronte alla giustizia, al fine di non essere definito vile e pusillanime.

   Infine, laddove l’articolo interessa nello specifico lo scrivente Massimo Toscano, esattamente: “ Il consigliere comunale entrerebbe anche lui in questa vicenda, dicono le indiscrezioni, ma, al momento, la sua posizione è al vaglio dei competenti uffici del Comune di Trapani per una denuncia, questa volta partita da un esposto anonimo, per degli abusi non sanati nel suo villino a Marausa, comprato qualche tempo fa in un'asta immobiliare”.

            Frasi di questo tenore, prive di alcun fondamento fattuale / giuridico creano nuovamente, gratuitamente e ingiustamente estese incertezze nell’opinione pubblica.

A questo punto, ritengo utile precisare il mio pensiero in tal guisa.

   L’articolo summenzionato, a mio parere, appare essere un maldestro tentativo politico di attaccare me e la mia famiglia al fine di screditare il nostro impegno politico, senza tenere in dovuto conto che le indagini nel nostro Paese non vengono portate avanti dagli imprenditori ma fortunatamente dalla magistratura.

Inoltre, merita pregio, sottolineare che non riesco a comprendere perché sia stato legato il mio nome al caso di una vicenda che, riguarda una amministrazione comunale diversa dal Comune di Trapani.

Ricordo a me stesso di non avere mai né ricoperto alcuna carica istituzionale all’interno dell’amministrazione Ericina né di avere mai avuto qualsivoglia incarico come professionista dall’Ente suddetto e, quindi, non sarei in grado di poter rispondere di provvedimenti amministrativi emessi dal Comune di Erice.

L’unica relazione che è stata evidenziata all’interno dell’articolo “diffamatorio”, riguarda la circostanza di avere un legame di parentela con il Sindaco di Erice, tra l’altro fatto notorio e da me mai contestato.

Ebbene, a meno che il mio rapporto di parentela con il Sindaco di Erice si voglia considerare un illecito penale, non riesco ad oggi a comprendere i motivi che hanno spinto il giornalista ad inserire il mio nome all’interno di una vicenda che mi trova totalmente estraneo.

Rappresento che nessun atto da parte della magistratura ad oggi mi è stato notificato e, quindi, non comprendo cosa la stampa mi stia contestando, a meno che per errore sia stato notificato presso la vostra redazione.

Alla luce dell’articolo contestato, mi sembra di avere capito che vi sia un indagine da parte della magistratura nei miei confronti di cui io non sono a conoscenza ma che, invece, è stata comunicata alla stampa non dagli organi investigativi, ma da un imprenditore.

Ora, considerato il lavoro che svolgo, mi sembra impossibile che la Procura della Repubblica porti a conoscenza qualsivoglia soggetto estraneo alle indagini in corso.

Piuttosto, sembra molto più probabile che sia proprio il “DENUNCIANTE” che al fine di screditare la mia persona, e prima ancora che il narrato della sua denuncia divenga oggetto di accertamento giudiziario, voglia strumentalizzare la notizia per finalità diffamatorie e prive del ben che minimo riscontro.

Di vero nell’intercluso riportato vi è solo che la casa è stata acquistata all’asta ovvero a seguito di una procedura esecutiva immobiliare istaurata presso il Tribunale di Trapani. Proprio il Giudice dell’esecuzioni in queste procedure nomina un CTU (consulente tecnico d’ufficio) che redige e poi deposita apposita perizia che riguarda l’immobile. Nella perizia del CTU si evince espressamente che su questa casa erano stati compiuti dal precedente proprietario degli abusi che, sempre secondo il tecnico nominato, potevano essere sanati. A questo punto è facile comprendere che gli abusi preesistevano all’atto del mio acquisto e che erano nella conoscenza del Giudice in quanto oggetto della perizia e che necessitano solo di una procedura di regolarizzazione, tra l’altro già in corso. 

Nulla di più regolare! 

Non è dunque vero che lo scrivente ha commesso gli abusi citati così come facilmente evincibile dalla CTU e come meglio specificato in narrativa. 

Vi chiedo dunque di voler provvedere alla rettifica e/o al diritto di replica del citato articolo nella collocazione prevista dalla legge e con risalto analogo a quello riservato al brano giornalistico cui la rettifica si riferisce, comunicandoVi che in difetto, intraprenderò le iniziative necessarie volte a tutelare la mia reputazione personale e professionale.

La presente costituisce anche messa in mora in caso di inadempimento.

Da cittadino e contestualmente da operatore del diritto, spero che si possa far luce velocemente sui fatti descritti e rimango eventualmente a disposizione della magistratura per ogni chiarimento o delucidazione, in quanto è inalterato in me il pieno rispetto per la magistratura, alla quale per professione e volentieri mi affido con fiducia e affido gli interessi dei miei clienti.

Vi invito inoltre a non proseguire nel fornire notizie, relative al sottoscritto ed al proprio incarico consiliare, che siano false e lesive della mia persona nonché a firmare gli articoli al fine di renderli trasparenti come dovrebbero essere le notizie.

                    

Trapani il 11.02.2019                                                                   Avv. Massimo Toscano Pecorella

                                                                                                           Consigliere Comune di Trapani

 

Noi non facciamo politica, facciamo giornalismo. E il consigliere Massimo Toscano Pecorella non fa che confermare la bontà di quanto scritto da Tp24.it. Non c'è nulla di falso o di diffamatorio. Riepiloghiamo: ci sono verbali che fanno riferimento anche a lui nella più articolata vicenda che prende il via dalle concessioni dei parcheggi ad Erice. "Anche" significa che non è il protagonista assoluto. "Vicenda" significa che non c'è nulla di illecito, c'è un fatto che è stato raccontato agli inquirenti, tutto da verificare, come abbiamo precisato con chiarezza, dato che quelli che ci mettiamo la faccia, qui, siamo noi. Così come  è corretto il riferimento agli abusi non sanati (mica li ha fatti lei! dove l'ha letto?) della sua casa, oggetto di una verifica nell'ufficio tecnico del Comune dopo una segnalazione ai vigili urbani (ai Vigili, mica al Procuratore! dove l'ha letto?). Tra l'altro lo stesso consigliere ammette che non gli abusi non sono stati sanati, dato che la procedura è ancora in corso. Questo, si, un particolare che merita pregio.

Giacomo Di Girolamo 



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