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08/02/2019 06:00:00

Corruzione ad Erice. I lavori al bar della consigliera, la posizione del Sindaco Toscano

Continuiamo a raccontare come si sono sviluppate le indagini che hanno portato all'arresto per corruzione del vice sindaco di Erice, Angelo Catalano, accusato di fare indebite pressioni sul dirigente del Comune, Pietro Pedone, per fare lavorare la ditta Barraco.

Il Gip parla di "illecite, travalicanti e prevaricatorie iniziative" di Catalano, che fa pressioni a Pedone affinchè vengano affidati a Barraco i lavori di sostituzione di sette pali della luce pericolanti in Via San Cusumano. Il 22 Marzo 201 Catalano dice a Pedone che Barraco ha già comprato i pali nuovi, quindi i lavori vanno affidati a lui: è già avanti con le spese. Ma attenzione: l'argomento è convincente, perchè Pedone si decide a dare l'incarico a Barraco, ma è falso, secondo le carte dell'accusa. Perchè sono stati esaminati i costi sostenuti da Barraco per i lavori di riparazione della rete elettrica, e, sorpresa, non c'è alcuna spesa per l'acquisto dei pali. Insomma, Barraco li aveva già in magazzino, possiamo dire. E sull'origine di questi pali ci sono indagini in corso. 

La pazienza di Pedone è al limite. In un'altra occasione in cui, per problemi all'impianto di illuminazione nella zona dello Stadio, Catalano comunica via WhatsApp a Pedone di aver chiamato la ditta Barraco, Pedone sbotta: "Ma come si permette di farlo senza prima avvertire? ORA BASTA!!! Mi ha proprio seccato". 

Le indagini tirano in ballo anche la consigliera di maggioranza Francesca Miceli. Il marito, Fabio Grammatico, il 24 Marzo del 2018, chiama Catalano per un favore: vuole fatti, subito, e a spese del Comune, i lavori per il raccordo tra il marciapiede e il suo bar, in Via Cesarò (quello che vedete nella foto). Catalano due giorni dopo chiama la ditta "Studio Due Costruzioni", e in particolare Girolamo Poma, per chiedere, "al di fuori di qualsiasi legale procedura", che venga fatto il lavoro: "Una cortesia, c'è la consigliera Miceli che rompe i coglioni, che praticamente sta aprendo il bar in Via Cesarò, e siccome ha il gradino del bar con il marciapiede (...) è di maggioranza non rompe i coglioni (...) devono aprire e hanno urgenza". Catalano avverte poi Miceli di aver parlato con l'impresa e le chiede, di essere presente l'indomani al consiglio comunale, anche sei lei sta male, per votare favorevolmente il piano rifiuti predisposto dalla Giunta. Subito dopo Catalano chiama il Sindaco di Erice, Daniela Toscano, e l'ex Sindaco Giacomo Tranchida, per assicurare la presenza di Miceli al consiglio dell'indomani. Catalano dice che la Miceli è allineata e coperta. Non dice perchè. Per gli investigatori è la prova che sa dell'illecito scambio di favori che ha fatto. Per la difesa di Catalano è la prova opposta, che non c'era alcun do ut des.

Ma c'è un dettaglio. Nell'auto di Catalano ci sono delle cimici. Queste, due giorni dopo, registrano una conversazione telefonica di Catalano con il Sindaco di Erice, Toscano. Non si sa cosa dice Toscano, si sa solo cosa racconta Catalano (è un'intercettazione ambientale, non telefonica): Catalano dice al suo Sindaco che l'esecuzione dei lavori nel bar della Micheli avrebbe potuto creare problemi per l'eccesiva consistenza e perchè "vistosi". Da questo passaggio dell'ordinanza del Gip, dunque, pare che la Toscano, allora, sia stata informata di quei lavori al bar della consigliere Miceli. Gli operai di Poma vengono poi fotografati in quei giorni mentre lavorano davanti al bar della consigliera per assicurare un ingresso agevolato. Poma, interrogato, racconta: "E' stato Catalano a chiedermi di fare quei lavori, perché alcuni cittadini che stavano aprendo un bar avevano fatto richiesta pe realizare uno scivolo per disabili. Si trattava di un lavoro non preventivato, e le risorse impiegate per quel lavoro sono state distolte da altri interventi, come la riparazione di alcune buche stradali".

Da alcune parti si legge, in questi giorni, che il Sindaco di Erice, Daniela Toscano, non solo non è coinvolta nelle indagini, ma era all'oscuro di tutto, e gli stessi giudici escludono ogni suo coinvolgimento. Il Gip in effetti scrive che "nessun addebito in termini di responsabilità penale può essere mosso al Sindaco Toscano". Ma è sempre il Gip che dichiara che "si impone la verifica della posizione del Sindaco Toscano in ordine a sue eventuali responsabilità". Per cosa? Per il reato previsto dal codice penale all'articolo 361: omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale. Di cosa si tratta? Agli atti dell'indagine c'è il tentativo di Catalano di far cancellare una multa (per il mancato rispetto della pulizia del terreno prevista da un'ordinanza anti incendio) alla moglie di un tizio , Giuseppe Coppola, suo amico. Anche questa vicenda è oggetto di un'accesa lite tra Catalano e il dirigente Pedone. E in una telefonata intercettata Pedone informa proprio il Sindaco della situazione. Ne parla anche al telefono con un altro consigliere comunale, Vincenzo Di Marco. Non c'è comunque prova che il sindaco avesse certezza dell'abuso del suo vice per fare annullare il verbale di contravvenzione  e favorire l'amico (marito della destinataria della multa). Insomma, aveva un semplice sospetto, ma non la sicurezza. 

Nell'attesa di capire quali saranno gli argomenti dei legali di Catalano, ci limitiamo qui a riportare quanto ha detto, a sua discolpa, durante un interrogatorio, lo scorso 17 Luglio. Catalano sostiene che con Barraco ha solo rapporti professionali, di aver pagato il corrispettivo per il noleggio del carrello, di non avere l'abitudine di intereferire nella scelta delle imprese per i lavori pubblici, di essersi tavolta rivolto direttamente agli imprenditori per questioni di urgenza. Ancora, Catalano sostiene che il marciapiede davanti al bar della Miceli era davvero pericoloso, da qui la sua segnalazione. Non si interessa inoltre dell'attività del consiglio comunale, e quindi non è uso a fare cortesie in cambio di voti.  Ha saldato anche quanto doveva a Giacalone per i lavori di giardinaggio. E dice anche di non essersi mai interessato per evitare alla moglie del suo amico il pagamento della multa per la mancata pulizia del giardino. 

Gli investigatori non gli credono.

In questi giorni la maggioranza che regge il Comune di Erice ha diffuso una nota politica in cui manifesta meraviglia per l'arresto di Catalano. Ma meravigliati non lo dovrebbero essere più di tanto. Lo si capisce da un messaggio che il Sindaco manda ad un altro assessore, Simonte, a proposito delle lamentele circa il modo di fare di Catalano: "E pensare che voleva fare il Sindaco... così lo arrestavano in quattro e quattr'otto...chissà cosa avrebbe combinato". E poi, parlando con l'imprenditore Matteo Bucaria: "Angelo Catalano ha perso secondo me il lume della ragione. Confonde troppe cose, non ha capito il ruolo che ha lui... ha un ruolo istituzionale... non lo capisce". Non lo capiva. Ma magari, rimuovendolo prima, si sarebbe evitata questa brutta pagina di piccolo malaffare locale, che ha portato su Erice tante nebbie. Per le indagini che ci sono state, e per altre che sono in corso. Di queste, però, parleremo domani... 

 



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