Sta suscitando molte reazioni la notizia, battuta poco fa da Tp24.it, dell'arresto dell'architetto Angelo Catalano, vice sindaco del Comune di Erice. Una notizia che ha destato meraviglia negli ambienti politici locali (e tra i professionisti: Catalano è referente provinciale di Inarcassa, la cassa di previdenza dell'Ordine degli Architetti), che arriva al termine di un lungo periodo di accuse, sospetti, indagini e polemiche.
Più volte, infatti, i Carabinieri, su delega della Procura di Trapani, hanno fatto visita al Comune di Erice per sequestrare carte, visionare fascicoli e atti amministrativi, relativi ai settori di competenza di Catalano, che sono vastissimi: dalle opere pubbliche all'urbanistica. Tant'è che lo stesso Catalano risultava indagato, anche se lui aveva sempre smentito alla nostra redazione questa circostanza.
Vero è, invece, che diversi dirigenti sono stati ascoltati in procura, così come alcuni imprenditori, e gli stessi consiglieri di opposizione avevano chiesto più volte chiarimenti all'amministrazione del Sindaco Daniela Toscano, tanto che lo scorso Novembre il consigliere Alessandro Manuguerra aveva anche chiesto le dimissioni di Catalano, il cui arresto, adesso, imbarazza non solo Toscano ma anche il Sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, fino a due anni fa Sindaco di Erice.
Catalano era stato indagato nel giugno del 2018: i reati contestati sarebbero stati commessi tra il 2016 ed il 2017. Si tratta di uno dei filoni d'indagine su cui sta lavorando la Procura, che ha passato a setaccio, appalti e affidamenti diretti di opere pubbliche.
Questo il comunicato dei Carabinieri:
Alle prime luci dell'alba di questa mattina i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani, hanno tratto in arresto in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Trapani su richiesta della locale Procura delle Repubblica, Salvatore Angelo CATALANO, assessore e Vicesindaco del Comune di Erice (TP), per le ipotesi di reato di corruzione e abuso d'ufficio. Le indagini hanno permesso di accertare, come afferma il GIP nel provvedimento, “una pluralità d'illeciti attuati dal CATALANO, con spregiudicatezza e disprezzo verso l'amministrazione d'appartenenza, derivante dal fatto che, essendo ormai abituato al potere ed a servirsi del proprio ruolo, ha realizzato interessi personali e privati, ritenendosi al di sopra della legge, tanto da non temere verifiche e controlli”. In tali condotte illecite, ricorrendo all'inganno e mettendo in secondo piano il pubblico interesse, in concorso con taluni appartenenti all'amministrazione comunale ericina, nonché alcuni consiglieri comunali, CATALANO manipolava imprenditori che, pur di accaparrarsi appalti per conto dell'amministrazione, distoglievano risorse pubbliche per gli interessi personali del CATALANO o per quelli di taluni consiglieri comunali vicini allo stesso. Le indagini hanno permesso di rilevare, tra l'altro, che taluni imprenditori, a discapito di altri, erano soliti aggiudicarsi direttamente lavori pubblici con assegnazione diretta, giustificata da una situazione di disagio e d'urgenza, artatamente predisposta per l'occasione. In particolare CATALANO, abusando della sua funzione, esercitava pressioni sul dirigente del settore lavori pubblici al fine di far aggiudicare i lavori di manutenzione della rete di illuminazione pubblica ad un'impresa, dallo stesso sponsorizzata, in spregio ai doveri di imparzialità e buona amministrazione e al principio di rotazione degli inviti e degli affidamenti. In un'altra occasione, CATALANO, su istigazione di un consigliere comunale, violando i suoi doveri d'imparzialità e buona amministrazione ed invadendo la competenza dei dirigenti amministrativi, esercitava poteri che non gli competevano, dando disposizioni ad un imprenditore titolare di un'impresa, che stava eseguendo lavori per l'amministrazione ericina in tutt'altra zona del territorio comunale, di interrompere quei lavori e realizzare opere di abbattimento di una barriera architettonica presente nello spazio di marciapiede antistante il bar di proprietà di un congiunto del predetto consigliere comunale, facendo sostenere l'intero importo al Comune. La contropartita al solerte operato del CATALANO era stata poi determinata dal consigliere comunale che, pur avendo un impedimento fisico, era stato immancabilmente chiamato a votare a favore del “piano rifiuti” predisposto in quel periodo dall'amministrazione comunale. Atto questo di particolare valenza politica per la maggioranza di governo dell'Ente. CATALANO espletate le formalità di rito, è stato sottoposto agli arresti domiciliari, con l'utilizzo del braccialetto elettronico, presso la propria abitazione a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.