C'è qualcosa che non va nelle demolizioni delle case abusive a Triscina, la frazione balneare di Castelvetrano.
Le attenzioni, in particolare, si concentrano sulla ditta Ecoinerti Srls, che si occupa del materiale di risulta derivante dalle demolizioni delle case abusive di Triscina, tuttora in corso. Si tratta di una procedura che viene svolta in presenza di variazioni rispetto al capitolato d’appalto ed al contratto che, in questo caso è stato stipulato con la Cogemat di Matteo Bucaria.
Amministratore unico e proprietario di Ecoinerti Srls, con sede in Contrada Campana Caputa, a Campobello di Mazara, è Alessandro Cusumano, che gestisce l'azienda con la moglie.
Ecoinerti, il 28 Agosto 2017, ha acquistato il ramo d'azienda della Belice Inerti Srl. In particolare ha acquisito l'impianto per il recupero di rifiuti inerti non pericolosi, sempre in Contrada Campana Caputa.
In passato ci eravamo occupati sia della Belice Inerti che della Ecoinerti e dei relativi collegamenti con Mario Tripoli, arrestato nell’operazione “Anno Zero” nell’aprile dell’anno scorso.
Insomma, siamo di fronte ad un appalto finalizzato al ripristino della legalità nella costa di Castelvetrano, sul quale, però, c’è più di un aspetto da chiarire.
Ma andiamo con ordine. Il contratto di appalto tra Comune di Castelvetrano e Cogemat srl riguarda la demolizione di 85 case abusive lungo il litorale di Triscina.
Come ha ricordato più volte il comitato degli abusivi, Matteo Bucaria è al momento sotto processo per bancarotta fraudolenta. Bucaria è inoltre un nome pesante nei rapporti mafia - impresa in provincia di Trapani: coinvolto in alcune indagini sul sistema mafia - appalti, è diventato poi un dei principali interlocutori della Procura, raccontando delle estorsioni subite. Matteo Bucaria è fratello di Katia, che stata anche presidente del consiglio comunale a Trapani, e che è una delle più accese militanti del fronte pro - abusivi: “Sono abusiva anch’io” disse in una manifestazione qualche tempo fa.
Matteo Bucaria non figura tra i soci o tra i titolari di cariche all’interno della Cogema, ma la gestisce, di fatto, come si evince dalla sua costante presenza, ad esempio, a Castelvetrano, per dare direttive sui lavori o ritirare le chiavi degli immobili da demolire.
Ad assistere ai lavori non c'è solo Bucaria, ma ci sono anche diversi cittadini. Li possiamo chiamare gli “umarell” di Selinunte. E sono proprio loro a segnalare in questi giorni che i rifiuti non vengono smaltiti correttamente. Quando si demolisce una casa, infatti, non ci sono solo sfabbricidi, ma anche ferro, rame, amianto, plastica. L’amianto è molto presente, perché si tratta di immobili costruiti in un periodo, a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘8, 0 in cui era molto utilizzato, e il suo smaltimento segue regole molto precise, che nel caso di Triscina, secondo le testimonianze raccolte, non vengono rispettate. Le foto di questo articolo si riferiscono proprio a quelle demolizioni.
Anche perché la Cogemat non separa i rifiuti, e porta tutto in discarica, dal vetro, alla plastica, fino, cosa grave, all’amianto.
E veniamo alla Ecoinerti. La società è stata costituita il 26 Luglio 2017 e ha un capitale sociale di appena dieci euro. Un mese dopo la sua costituzione acquista la Belice Inerti srl. Dovrebbe quindi subentrare in tutte le autorizzazioni e le iscrizioni della Belice Inerti, ma, secondo un esposto al vaglio degli inquirenti, nessuna voltura è stata autorizzata, tant’è che la ditta non risulta iscritta all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali (in verità, non lo era neanche la Belice Inerti) .
Legale rappresentante della Belice Inerti è Rosetta Barbera. Attualmente è imputata per associazione a delinquere e truffa finalizzata al traffico di rifiuti.
Ma è soprattutto compagna di un personaggio del quale Tp24.it ha scritto in un’inchiesta sui rapporti tra mafia e politica a Campobello di Mazara: Mario Tripoli.
Secondo il Gip di Palermo, che ha emesso l’ordinanza “Anno zero”, Tripoli è organico a Cosa nostra. Scrive il giudice: “Fa parte della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, mettendosi a totale disposizione dell'organizzazione, tra l'altro svolgendo funzioni di diretta assistenza di Raffaele URSO, esponente di vertice della medesima famiglia, mantenendo i contatti, organizzando e partecipando a incontri e riunioni con altri membri dell'organizzazione mafiosa, consentendo il continuo scambio di comunicazioni con soggetti di vertice del sodalizio, partecipando direttamente alla realizzazione dei reati-fine del sodalizio tra cui danneggiamenti aggravati, minacce aggravate, estorsione aggravata, infiltrazione in procedure giudiziarie relative alle aggiudicazioni di immobili all’asta.”
Anche Alessandro Cusumano, amministratore della Ecoinerti Srls, classe 1980, è stato coinvolto nelle indagini, questa volta dell’operazione Eris, proprio perché frequentatore di Tripoli. Non è indagato, sia chiaro, ma è stato intercettato a bordo dell’auto di Tripoli.
In tutto ciò la Ecoinerti è nella “white list” delle ditte pulite della Prefettura di Trapani.
Insomma, un bel guazzabuglio da risolvere.
“La Cogemat, se la ditta che si occupa degli inerti è cambiata, ha l’obbligo di comunicarlo al Rup (Responsabile Unico del Procedimento) ed al direttore dei lavori – dichiara a Tp24.it il commissario straordinario del Comune di Castelvetrano, Salvatore Caccamo - in modo che poi la stazione appaltante possa svolgere le verifiche del caso. Verifiche che vengono svolte tramite gli organi competenti, con la comunicazione alla prefettura ed alle forze dell’ordine. Se si accerta che l’impresa in questione non riveste le caratteristiche di legge per poter svolgere il lavoro, allora si adottano dei provvedimenti correttivi”.
Al di là delle "verifiche del caso" la situazione è la seguente: c'è una ditta, la Belice Inerti,che appartiene alla compagna di uomo ritenuto organico a Cosa nostra belicina, che si spoglia di tutto in favore di un altra ditta, la Ecoinerti. Tutto significa: terreni, mezzi, autorizzazione. Eppure non ci sono le volture. La cessione sarà costata diverse decine di migliaia di euro. Ma la società acquirente ha un capitale sociale di appena dieci euro. Appartiene ad Alessandro Cusumano.